No Green pass come deportati, protesta choc a Novara. Comunità ebraica: "Offesa Memoria"

Piemonte
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I manifestanti sabato 30 ottobre a Novara hanno sfilato aggrappati a una corda con addosso una pettorina a strisce verticali simile a quella dei lager nazisti, scatena l'indignazione delle comunità ebraiche

Una "offesa alla Memoria", quella con la maiuscola, intesa come "patrimonio comune di una società e di una civiltà". Le comunità ebraiche italiane definiscono così la manifestazione dei No Green Pass, che sabato 30 ottobre a Novara hanno sfilato aggrappati a una corda con addosso una pettorina a strisce verticali simile a quella dei lager nazisti, e mettono in guardia il Paese dal "persistente oltraggio che mette a rischio il nostro futuro". "È già successo in altre città italiane ma queste persone non sanno cosa è stata la Shoah. È pazzesco che si manifesti in questo modo. La storia bisogna conoscerla e fatti del genere mi lasciano senza parole", commenta Rossella Bottini Treves, presidente della Comunità ebraica di Novara e di Vercelli, in un'intervista al quotidiano La Stampa. Gli inquirenti hanno intanto acceso un faro sulla protesta, per valutare se siano stati commessi reati. 

Le dichiarazioni

Sull'accaduto è intervenuto il ministro della Salute Roberto Speranza, che si dice "scioccato da chi si richiama ai campi di concentramento" definendo manifestazioni come quella di Novara "cose fuori dalla grazia di Dio. La mente va all'anno scorso, quando cominciammo a richiudere in maniera consistente, a marzo 2020 con il lockdown che bloccò il Paese per un mese e mezzo - dice il ministro in riferimento alle immagini choc della protesta - Se mi sento frustrato? Sono un uomo di sinistra, ho frequentato piazze, la questione sociale merita rappresentanza, ma non credo ci sia link tra questione sociale e dittatura sanitaria. Non esiste dittatura sanitaria", sottolinea invitando tutti a "insistere a dare messaggi basati su evidenza scientifica. Queste persone non vanno insultate, ma convinte sui dati che ci dicono che i vaccini sono efficaci e sicuri". "Equiparare la necessità di vaccinarsi, che è al momento il primo ed unico strumento per salvare vite dall'epidemia da Covid-19, allo sterminio nazista rappresenta bene la distorsione mentale di queste persone, pochi ignoranti della storia", sottolinea l'Anpi, mentre il sindaco di Novara, Alessandro Canelli, ricorda che anche il diritto di manifestare il dissenso ha dei limiti "che non dovrebbero mai essere superati e soprattutto non attraverso la violenza. Perché di questo si tratta: chi vuole manifestare deve prima di tutto mostrare rispetto per gli altri e per la nostra storia". 

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Ospedale valuta denuncia nei confronti dell’organizzatrice

A organizzare la manifestazione è stata Giusy Maria Pace, infermiera caposala verso la quale l’azienda ospedaliera di Novara potrebbe presentare una denuncia. Nel frattempo, la donna è stata sospesa dal suo sindacato, Fsi-Usae, che le ha revocato tutte le cariche. "Nel comportamento della nostra dipendente, tra l'altro stigmatizzato anche dal suo sindacato di riferimento, rileviamo un grave danno d'immagine nei confronti dell'Aou. Valuteremo nei prossimi giorni se e quali provvedimenti adottare", annuncia Gianfranco Zulian, direttore generale dell'azienda ospedaliero-universitaria 'Maggiore della Carità' di Novara. "Pur rispettando il diritto di chiunque di manifestare - prosegue Zulian - non possiamo non rilevare i contenuti vergognosi e indegni di una società civile quale la nostra. Paragonare le norme sul 'green pass' ai campi di sterminio è un abominio che dimostra anche l'assoluta mancanza di conoscenza di quel terribile periodo storico".

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