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Covid Piemonte, Cirio: "Vaccini? Chi ha paura, va preso per mano"

Piemonte
©LaPresse

Il governatore ha ricordato che "sotto il profilo del Covid oggi il Piemonte è una delle quattro aree di tutta Europa considerate 'verdi', perché ha un tasso di positività inferiore ai 35 casi ogni 100 mila abitanti"

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"All'interno dei No Vax si deve distinguere: le persone che hanno paura vanno prese per mano". Così il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, in occasione della presentazione a Candiolo (Torino) del bilancio sociale e di sostenibilità della Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI IN ITALIA E NEL MONDO - I DATI DEI VACCINI IN ITALIA)

Le dichiarazioni

"Le persone che hanno paura del vaccino - ha affermato Cirio - vanno accompagnate per far capire loro che solo con la medicina, solo con la ricerca, solo con la scienza, un luogo di dolore come potrebbe essere questo (l'Istituto di ricerca e cura del cancro di Candiolo, ndr) diventa invece un luogo di gioia, in cui tu capisci di potercela fare". Nel suo intervento, Cirio ha ricordato che "sotto il profilo del Covid oggi il Piemonte è una delle quattro aree di tutta Europa considerate 'verdi', perché ha un tasso di positività inferiore ai 35 casi ogni 100 mila abitanti". "Questo - ha sottolineato - non ha altre motivazioni se non la vaccinazione. Ed è la migliore risposta a chi ha paura". 

"Vogliamo primeggiare, è soluzione a Covid"

"Sulla campagna vaccini noi vogliamo primeggiare perché leggiamo esclusivamente nel vaccino la soluzione al Covid", ha aggiunto. "La nostra Regione ha faticato, come tutto il resto del mondo, si era di fronte a un virus sconosciuto. Quando quel giorno di febbraio arrivò il Covid, io ero il presidente del Piemonte da sei mesi e fu veramente un momento drammatico, che però abbiamo gestito tutti insieme. Tutta la comunità si è unita, facendo anche degli errori, ma abbiamo capito anche che cosa non fare più. Allora in tutta la Regione avevamo tre laboratori in grado di processare i tamponi, perché nella razionalizzazione che c'era stata negli anni precedenti tutti gli ospedali che avevano un laboratorio interno l'avevano chiuso. Da tre siamo arrivati agli oltre 30 laboratori attuali, in collaborazione anche con i privati. E pochi giorni fa siamo stati i primi a partire con la terza dose di vaccino anti Covid sul personale sanitario, ottenendo un'autorizzazione che grazie a noi è stata estesa a tutta Italia. Oggi nelle 700 Rsa del Piemonte il tasso di positività è dello 0,01% e il 98% delle strutture è completamente Covid free. Ecco perché vogliamo primeggiare nella campagna vaccinale, e ci riusciamo".

"Abbattuto tabù tra sanità pubblica e privata"

E ancora: "Il Covid ha portato tanto dolore e tanta distruzione, ma ci ha anche insegnato qualcosa di buono: l'importanza della ricerca, dell'avere strutture territoriali, e in Piemonte è riuscito anche ad abbattere un po' il tabù che c'era tra sanità pubblica e sanità privata. Quel tabù era basato su un ragionamento un po' ideologicizzato che deve essere superato. Ed è giusto che i piedi della sanità rimangano piantati nel pubblico per quanto riguarda la programmazione, ma poi quando tu eroghi un servizio, al cittadino interessa che sia efficiente, puntuale e di qualità. Che glielo eroghi una struttura pubblica o una privata convenzionata con il pubblico gli interessa ben poco. Le liste di attesa che abbiamo in Piemonte e in tutta Italia, dove dobbiamo recuperare un anno e mezzo in cui tutte le patologie non tempo dipendenti non sono state curate perché il Covid aveva occupato tutti gli spazi le risolveremo solo con i privati. Oggi credo si possa costruire grazie all'insegnamento del Covid un nuovo rapporto pubblico-privato, trasparente e che privilegi il servizio al cittadino".