"Il Piemonte - ha spiegato l'assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Icardi, parlando nell'aula del Consiglio regionale - ha una incidenza di 238 casi Covid ogni 100 mila abitanti, e l'Rt è ampiamente sotto l'1"
E' in "sensibile miglioramento" la situazione epidemiologica del Piemonte. Lo afferma il governatore Alberto Cirio che, illustrando i dati del pre-report settimanale, si dice "fiducioso" che la regione "possa ritornare arancione già dalla prossima settimana". "Questi segni di miglioramento sono preziosi e vanno difesi con i nostri comportamenti. I vaccini, la prudenza e il rispetto delle regole sono le uniche vere armi per uscire da questa emergenza e poter finalmente ripartire", aggiunge Cirio, secondo cui "è fondamentale che non venga meno la prudenza da parte di nessuno". (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI)
Icardi: "Dati da zona arancione"
"Il Piemonte - ha spiegato l'assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Icardi, parlando nell'aula del Consiglio regionale - ha una incidenza di 238 casi Covid ogni 100 mila abitanti, e l'Rt è ampiamente sotto l'1. Sono dati che ci collocano in zona arancione". Così . "Il ministero dunque - ha sottolineato Icardi - potrebbe collocarci in zona arancione: la scelta ovviamente non è nelle nostre mani". "C'è però - ha aggiunto - la nota dolente legata alla percentuale di occupazione dei posti letto ospedalieri, che è del 67% nella degenza ordinaria e del 59% nella terapia intensiva".
"L'Rt puntuale - ha precisato Icardi - passa da 0,96 a 0,9 ed è quindi ampiamente sotto l'1 e l'Rt medio passa da 0,98 a 0,88. L'incidenza dei casi Covid calcolata dall'Istituto superiore di sanità - è un dato di questo pomeriggio - è ampiamente sotto i 250 casi ogni 100 mila abitanti, si attesta infatti a 238. Sono tutti parametri che ci collocano pienamente i zona arancione". "L'unico dato non positivo - ha ribadito - è quello che riguarda l'occupazione degli ospedali, ma nelle disposizioni del nuovo decreto con questi dati, che segnalano un rischio basso, da martedì potrebbe scattare il passaggio di zona. Ma la scelta resta nella mani dell'Istituto superiore di sanità e del Ministero".