Torino, odio social contro i vigili non è reato: prosciolti in 73

Piemonte
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Avevano lasciato messaggi di questo tenore commentando il post di un avvocato che si era detto vittima di un'ingiustizia perpetrata dai vigili urbani

Archiviata dal gip Paola Rigonat, su richiesta della procura, una denuncia presentata dai tre agenti della polizia municipali processati per il caso di Andrea Soldi, l'uomo di 45 anni affetto da schizofrenia morto nel 2015 durante un ricovero forzato. Gli agenti si erano rivolti alla magistratura perché un utente Facebook aveva lasciato il commento "meno male che non ti hanno fatto un Tso altrimenti ti ammazzavano come il povero Andrea Soldi". Secondo i magistrati "anche se si volesse riconoscere carattere diffamatorio" a queste parole "non si potrebbero identificare le persone offese" perché l'autore non aveva fatto nomi e solo i diretti interessati si erano potuti riconoscere. La denuncia dei tre agenti è stata trattata in un'inchiesta più vasta, con 73 indagati, per una ondata di messaggi lasciati su Facebook nel 2018 a commento del post di un avvocato che lamentava un intervento ingiusto della polizia municipale.

La Procura

Secondo la procura di Torino (e il giudice che si è detto d'accordo) alcuni commenti hanno "contenuti spregevoli ma non diffamatori", altri sono "forieri di messaggi violenti e incivili" ma non configurano nemmeno il reato di istigazione a delinquere. Scrivere "Io li picchierei di santa ragione" è "contrario ai più elementari valori di una società democratica e civile" ma "non ha gli specifici connotati di materialità e offensività" necessari per "ricorrere allo strumento della giustizia penale". I magistrati hanno osservato che l'episodio denunciato dall'avvocato, che in un post su Facebook sosteneva, nel 2018, di avere subito una "spedizione punitiva" in relazione a un controllo sul suo ciclomotore, era "idoneo" a scatenare dei giudici che, nel caso di 16 internauti, sono rientrati nel "diritto di critica", visto che "tutti i cittadini hanno interesse al corretto espletamento delle funzioni degli agenti". La denuncia era stata presentata dall'allora comandante della polizia municipale, Emiliano Bezzon, ma i magistrati hanno fatto presente che, in molti casi, i commenti si riferivano ai componenti della pattuglia e non alla totalità del Corpo. Ci sono commenti, inoltre, che appaiono riconducibili al "diritto di satira". Parlare di "sindrome da pisello piccolo", secondo le toghe, è solo "sarcasmo".

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