Torino, vendevano gadget per beneficenza ma era una truffa: 4 arresti

Piemonte

L'organizzazione, chiamata dai suoi componenti 'La propaganda', operava nel capoluogo piemontese ma anche in altre città del Nord, e gestiva la vendita degli oggetti che fruttava fino a mille euro al giorno

Dietro alla vendita di penne e altri gadget, c'era una vera e propria organizzazione criminale, a scoprirlo gli agenti della polizia municipale di Torino del Reparto Operativo Speciale, che, dopo undici mesi di indagini, coordinate dal pm Eugenia Ghi, hanno arrestato quattro persone con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata, al furto, alla truffa e violenze.

Le indagini

Un'organizzazione, chiamata dai suoi componenti 'La propaganda', che operava nel capoluogo piemontese, ma anche in altre città del Nord, e che gestiva la vendita dei gadget, che fruttavano dalle 300 ai mille euro al giorno ai venditori, reclutati anche attraverso Facebook. Il 30-40% degli incassi finivano nelle casse dei capi. Le vittime dei truffatori erano soprattutto i minori, gli studenti, che subivano delle pressione psicologiche, a volte anche fisiche, per ottenere anche 50 euro per una penna, spacciata come contributo alla lotta alla tossicodipendenza o per altre false campagne.

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