Incendio Cavallerizza di Torino, convalidato il fermo del clochard

Piemonte
L'incendio (ANSA)

Resta in carcere a Genova il 38enne accusato di strage per aver appiccato il fuoco nelle ex stalle dell’edificio patrimonio dell’Unesco. L’uomo avrebbe compiuto il gesto per vendicarsi di alcuni occupanti che l'avevano allontanato 

O.D., il clochard marocchino di 38 anni che il 21 ottobre ha appiccato un incendio nelle ex stalle della Cavallerizza Reale di Torino, patrimonio Unesco (LE FOTO), resta in carcere. Il fermo è stato convalidato oggi a Genova, città nella quale l’uomo è stato rintracciato e dove è tuttora detenuto. L’accusa a suo carico è di strage.

Voleva vendicarsi di alcuni occupanti

Ad incastrare il 38enne sono state le telecamere del commissariato Centro di Torino, installate alla Cavallerizza per un'indagine su un'attività di spaccio nello stabile, che lo hanno ripreso mentre versava materiale infiammabile prima nella zona del Tempietto, poi in quella dei Granai. Stando a quanto emerso finora, il clochard avrebbe provocato l'incendio per vendicarsi di alcuni occupanti che l'avevano allontanato.

L’accusa di strage

Il 38enne è stato fermato l’8 novembre a Genova dalla polizia su provvedimento della procura di Torino a seguito delle indagini coordinate dal magistrato Paolo Scafi e dal procuratore aggiunto Patrizia Caputo. Sul clochard pende ora l’accusa di strage in quanto, spiega Scafi, “si tratta della condotta di una persona che ha voluto attentare alla vita di determinati soggetti causando un vasto pericolo per gli occupanti e i residenti della zona. La Cavallerizza si trova nel centro di Torino, vicino al commissariato di polizia, all'Auditorium Rai, alle aule universitarie e a numerose abitazioni”.

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