Centri sociali, blitz della Digos a Torino per violenze a G7

Piemonte
Il centro sociale Askatasuna di Torino (ANSA)

Esecuzione da parte della Digos di una serie di misure cautelari nell'ambito di un'inchiesta su incidenti avvenuti nel settembre del 2017 in occasione del vertice del G7 alla Reggia di Venaria

Blitz della Digos negli ambienti dell'autonomia e dei centri sociali per l'esecuzione di una serie di misure cautelari nell'ambito di un'inchiesta sugli incidenti avvenuti nel settembre del 2017 in occasione del vertice del G7 alla Reggia di Venaria, in provincia di Torino. L'operazione è svolta in collaborazione con le Digos delle questure di Roma, Firenze, Modena, Bari e Venezia. Sono 52 gli indagati e sono 17 in tutta Italia le misure cautelari in esecuzione: nove sono a Torino, le altre sono a Firenze, Roma, Venezia, Bari e Modena. I provvedimenti riguardano i vertici di Askatasuna, il maggiore centro sociale di Torino, e i leader di centri sociali di altre città italiane. Tra questi, ci sono due baresi. Uno di loro risiede da tempo a Torino, l'altro è un attivista della ex Caserma Rossani di Bari. A quest'ultimo, Giuseppe Di Leo, 23 anni, la Digos ha notificato la misura cautelare dell'obbligo di firma. Di Leo è ritenuto uno dei leader del centro sociale barese, tra gli organizzatori di molti cortei organizzati in città negli ultimi anni.

Salvini: "Nessuna tolleranza per i violenti"

Sull’operazione della Digos è intervenuto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini: "Grazie a Forze dell'Ordine e inquirenti - ha dichiarato il vicepremier -. In Italia è ovviamente garantita la libertà di manifestare ma non c'è tolleranza per i violenti soprattutto se aggrediscono donne e uomini in divisa. Anche per gli estremisti rossi, troppo spesso coccolati da certa sinistra, è finita la pacchia".

Askatasuna: "Procura gioca un ruolo politico"

"Da anni la procura di Torino ha aperto un fronte di lotta contro i movimenti. Gioca un ruolo politico e non fa nulla per nasconderlo. Quanto alla questura, procede seguendo percorsi extra giudiziari con fogli di via, avvisi orali, misure di prevenzione, schedature, sperando che gli attivisti desistano dal loro impegno". Lo dice una portavoce del centro sociale torinese Askatasuna, intervenuta a poche ore di distanza dal blitz della Digos. "A distanza di quasi due anni dai fatti contestati - aggiunge - arrivano degli ordini di custodia cautelare per episodi che, per come sono stati descritti dagli stessi inquirenti, non sono nemmeno così efferati. Ci sono persone indagate perché si suppone che abbiano coordinato o addirittura soltanto incoraggiato i partecipanti alle manifestazioni. Questo - conclude la portavoce - non è che l'ennesimo attacco nei nostri confronti. Ma non ci scalfisce minimamente".

Perino (No Tav): "Continuiamo a lottare"

"Questo è uno stalking di Stato. Ma se credono di fermarci, sbagliano: ci consegnano, anzi, un motivo in più per continuare le lotte, che saranno sempre più dure". Sono le parole di Alberto Perino, 73 anni, leader storico dei No Tav della Valle di Susa, che ha commentato così le 17 misure restrittive notificate dalla polizia a esponenti dell'autonomia in tutta Italia, tra cui due leader del centro sociale torinese Askatasuna, impegnati in questi giorni nell'organizzazione del 'Festival ad alta felicità', una rassegna musicale targata No Tav (con artisti di richiamo nazionale e internazionale) in programma in Valle di Susa. "È lo stesso copione dell'anno scorso: li hanno tolti di mezzo a pochi giorni dall'inizio sperando che l'iniziativa naufragasse. Ma nel 2018 il festival fu un successo enorme. E nel 2019 lo sarà lo stesso”, ha dichiarato Perino. Secondo gli attivisti, si tratta di "un'operazione a orologeria" , in quanto i fatti contestati risalgono a quasi due anni fa. "Quello che succede a Torino grazie alla polizia e alla procura - ha concluso Perino - è vergognoso. Ma noi c'eravamo, ci siamo e ci saremo sempre. Come da trent'anni a questa parte".

Nordest: "Operazione per colpire proteste per il clima"

"Questa operazione sembra colpire una parte attiva di quelle proteste che stanno animando la scena nazionale e globale, che si stanno dando proprio sul tema della giustizia climatica e ambientale". Lo affermano tramite una nota i centri sociali del Nordest, ribadendo "con orgoglio di essere stati parte della contestazione al G7 della Venaria, di continuare a far parte di tutte le lotte moltitudinarie che fortunatamente animano il pianeta e chiediamo la liberazione immediate delle nostre compagne e dei nostri compagni".

Gli scontri

Gli scontri tra gli antagonisti e le forze dell'ordine, principale oggetto dell'indagine, sono avvenuti a Torino in via Po il 29 settembre 2017 (FOTO). Al termine un corteo di contestazione al vertice del G7 - in programma nella Reggia di Venaria - oltre un centinaio di dimostranti avevano fronteggiato le forze dell'ordine. Erano stati lanciati grossi petardi e fuochi d'artificio ad altezza d'uomo contro gli agenti e c'erano stati due feriti.

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