La banda era soprannominata così perché svaligiava abitazioni isolate e, prima di fuggire col bottino, scattava delle foto ricordo ai proprietari di casa che dormivano
La banda delle "foto" è stata sgominta dai carabinieri, che hanno notificato, a Torino e a Genova, quattro ordinanze di di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre albanesi e un italiano. La banda era soprannominata così perché svaligiava abitazioni isolate in Piemonte e, prima di fuggire col bottino, scattava delle foto ricordo ai proprietari di casa che dormivano.
Le accuse
Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti in abitazione e di autovetture e ricettazione. La banda è ritenuta responsabile di almeno 79 colpi messi a segno, tra marzo e novembre 2018 ad Asti, Cuneo e Torino con la cosiddetta "tecnica del succhiello": i ladri foravano i serramenti di una finestra con l'attrezzo da falegname e facevano scattare la maniglia con una pinza. "Sono fissato. Sono entrato dentro e ho fatto le foto della figlia", dice il capo della banda in un’intercettazione.
L'attività investigativa
Le indagini sono iniziate nel 2018. Stando a quanto accertato dagli investigatori, i ladri alternavano i luoghi delle rapine, spostandosi tra comuni e provincie molto distanti tra loro. Durante i colpi indossavano sempre passamontagna e guanti. Nel corso dell'attività investigativa sono state recuperate e restituite ai legittimi proprietari 10 auto e due pistole rubate e sono state sequestrate due pistole di fabbricazione clandestina, utilizzate dalla banda per le rapine.