Torino, non riconoscono le leggi e rapiscono il figlio da comunità: condannati

Piemonte
Il Tribunale di Torino (ANSA)

La coppia, che aderisce al movimento del 'Popolo unico', non riconosce il diritto nazionale e internazionale. I due hanno cercato di rapire, senza successo, anche un altro figlio fuori da scuola

Il Tribunale di Torino ha condannato a cinque anni e due mesi di carcere Vito C. ed Elena P., genitori di sette figli, accusati di sequestro, tentato sequestro e maltrattamenti in famiglia. L'11 maggio 2018 la coppia era stata arrestata dalla polizia per aver rapito fuori da scuola uno dei figli, affidato a una comunità per minori, e per aver tentato di rapire anche il fratellino. I due genitori aderiscono a un movimento, quello del 'Popolo unico', che non riconosce le leggi nazionali e internazionali. 

Il padre: "Non riconosco la giurisdizione di questo tribunale"

"Non riconosciamo la giurisdizione di questo tribunale - ha detto Vito C. prima della sentenza -. Ricusiamo gli avvocati. Noi non diamo il consenso a questo procedimento". Il collegio ha disposto l'allontanamento. Il sostituto procuratore Barbara Badellino aveva chiesto una condanna a sei anni per il padre e a sette anni per la madre, ritenuta la "figura dominante" della coppia, ma il collegio della prima sezione penale ha ritenuti i loro ruoli equivalenti. 

Annunciato il ricorso

Gli imputati dovranno risarcire tre figli minori, rappresentati dall'avvocato Anna Ronfani, con una provvisionale di 10mila euro ciascuno. L'avvocato della donna, Alessio Michele Soldano, sottolinea che "il tribunale ha accolto la mia tesi difensiva per cui nel furto è ladro sia chi ruba sia chi tiene il sacco". Il difensore dell'uomo, l'avvocato Bruno Solfietti, preannuncia il ricorso in appello insieme al collega.

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