Val di Susa, stalking: perseguita una suora, condannato preside

Piemonte
Immagine d'archivio

E’ stato condannato a un anno di reclusione il preside dell’Istituto tecnico commerciale ‘Sommeiller’ di Torino, Giovanni Paciariello 

E’ stato condannato a un anno di reclusione il preside dell’Istituto tecnico commerciale ‘Sommeiller’ di Torino, Giovanni Paciariello. L’uomo era andato a processo con l’accusa di stalking nei confronti di una suora settantenne, ex madre superiora di un Istituto in Valle di Susa. I fatti risalgono al 2015, quando Paciariello, avrebbe inviato una quarantina di mail alla religiosa, ma anche al cardinale Angelo Bagnasco, allora direttore della Cei, al vescovo, al sindaco di Susa, al direttore del giornale locale e a diversi istituti religiosi nel mondo con l’intenzione di screditare l’operato della donna.

Il movente

Presentandosi in qualità di sindacalista dell'Ugl Enti religiosi del Piemonte, l’uomo aveva inoltre cercato di sobillare i dipendenti dell’istituto di cui l’anziana era responsabile, per prendere in mano la gestione delle attività. Tutto ciò, secondo l’accusa, perché quattro anni prima Paciariello aveva proposto come direttore un suo amico, che ottenne il posto ma in seguito fu allontanato. “Siamo soddisfatti - commenta l’avvocato di parte civile Gabriele Pezzano -. Speriamo che questa sentenza metta un punto a questa spiacevole vicenda e che la madre superiora possa ritrovare un po’ di serenità”.

Preside: “Ricorreremo in appello”

Il preside dell'istituto tecnico commerciale Sommeiller, Giovanni Paciariello, ha commentato la condanna a un anno di reclusione che gli è stata inflitta. “È una sentenza da rispettare, ma non da condividere" ha affermato. "Una sentenza per uno strano stalking da sindacalista verso un istituto religioso, in quanto in dibattimento è emerso che la sicurezza dell'istituto e l'inquadramento contrattuale di chi ci lavora non rispecchiano in pieno quanto previsto dalle normative vigenti. Aspettiamo le motivazioni e ricorreremo in appello - ha aggiunto - Tutte le mail inviate all'istituto religioso erano indirizzate per conoscenza anche al loro avvocato. Con tutto quello che accade ai soggetti deboli, questa situazione è paradossale" ha concluso. Il legale di Paciariello, l'avvocato Lorenzo Papa, ha aggiunto: "Non ricorrono tutti gli elementi che costituiscono il reato, sia per l'elemento soggettivo, cioè interesse e movente, sia per l'elemento oggettivo, il carattere offensivo delle mail".
 

Torino: I più letti