Lil Miquela, la modella virtuale da oltre un milione di follower

Tecnologia
Foto di archivio (Getty Images)
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Le bellezze digitali come l'avatar californiano e Shudu attirano migliaia di click sui social network. Create artificialmente, le top model digitali potrebbero avere un grande impatto sull’industria della moda

Per le modelle, negli ultimi anni, la principale passerella su cui sfilare è diventata Instagram. Ma nel futuro a spadroneggiare sul social network potrebbero non esserci più solo le top model, ma veri e propri avatar virtuali. È il caso di Shudu, una modella con 130 mila follower, creata digitalmente dal fotografo londinese Cameron-James Wilson. Nonostante la sua bellezza possa trarre in inganno, è un essere puramente digitale. Wilson lo ha rivelato solo dopo che l'immagine di Shudu è diventata virale, ponendo fine a mesi di speculazioni sulla sua origine.

Le modelle digitali spopolano sui social

La creazione del fotografo di Londra arriva in un momento in cui Instagram, i filtri di Snapchat e le app di fotoritocco basate sull'intelligenza artificiale hanno annullato il divario tra la realtà e la fantasia. Shudu non è l’unica: quest’estate il Time ha incluso nella sua lista delle 25 persone più influenti su internet Lil Miquela, un misterioso avatar digitale diventato nei mesi scorsi un’icona di stile. L’avatar, creato da un’azienda di Los Angeles specializzata nello sviluppo di software, ha 1,3 milioni di follower su Instagram e sponsorizza marchi di lusso, oltre a promuovere film di Hollywood o hotel. Creare una top model virtuale, però, non è lavoro fattibile in pochi minuti. La realizzazione può costare migliaia di dollari, inoltre ci vogliono centinaia di ore per curare tutti i minimi dettagli e rendere l’avatar credibile.

Un canone di bellezza irreale?

Avviato il progetto i costi si abbassano notevolmente e le modelle digitali potrebbero ben presto fare concorrenza a quelle in carne ed ossa, ma bisogna fare attenzione al canone di bellezza che viene proposto, anche perché il loro pubblico è prevalentemente molto giovane. Da una ricerca di Common Sense Media è emerso che la manipolazione di immagini digitali rischia di perpetrare modelli di bellezza irrealistici, a cominciare già dai bambini di 5 anni. Ma le top model digitali più che sostituire quelle reali, potrebbero anche aiutarle a lavorare di più, creando un sistema ibrido in cui oltre all’account della persona fisica si affiancherebbero uno o più profili virtuali. In questo modo la stessa modella potrebbe apparire a una sfilata a Milano e nello stesso momento promuovere con il suo alter ego un profumo in Cina.

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