Armonizzazione uomo-macchina, così cambia l’automazione industriale

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Daniele Semeraro

Daniele Semeraro

Abbiamo visitato l’Innovation Lab di Omron per capire come la tecnologia e l’intelligenza artificiale possano far collaborare sempre di più uomo e macchina e far tornare l’operatore umano al centro dei processi di innovazione

Come sta cambiando il mondo dell’automazione industriale, quali sono i trend che caratterizzeranno i prossimi anni e come fare per portare una produzione sempre più verso la flessibilità, la scalabilità, la sicurezza? Per scoprirlo abbiamo visitato l’Innovation Lab di Omron, multinazionale giapponese che ha diverse divisioni tra cui una, molto importante, dedicata all’automazione industriale.

Armonia tra uomo e macchina

Cuore del pensiero di Omron è che l’automazione industriale, storicamente vista come un sostituto della manodopera, non deve diventare un semplice “rimpiazzo”, bensì uno strumento di collaborazione tra lavoratori e macchine, in una sorta di armonizzazione “che esalti le qualità umane incoraggiando l’autonomia individuale”. Con l’uomo, dunque, che torna al centro, come ci spiega Donato Candiano, Deputy General Manager e Sales Manager di Omron Italia: “Tutti viviamo in un contesto competitivo, estremamente volatile e incerto, con le crisi internazionali che impattano spesso direttamente a livello industriale. Per noi fare automazione nell’innovazione significa partire dai bisogni sociali, e quindi ad esempio valutare cosa significhi la carbon neutrality, la digital transformation, l’aspettativa dell’incremento di vita, e questo è alla base della nostra filosofia di innovazione. Per questo – continua Candiano – la fabbrica diventa sempre più autonoma e flessibile, non siamo più in presenza di produzione di grandi flussi ad altissime velocità bensì di una produzione sempre più personalizzata: lotti più piccoli, altissima varietà, sostenibilità ed efficienza nei costi”. E qui, ci spiega, entrano in gioco le tecnologie di Omron: “L’evoluzione del concetto di produzione flessibile – continua Candiano – prevede una fabbrica in cui la macchina lavora e collabora con l’uomo. L’uomo si sgrava di alcune funzioni che hanno un basso valore aggiunto e un alto rischio e si concentra sempre più sulle attività di funzionamento della fabbrica, con l’intelligenza artificiale in grado di aiutare e facilitare i processi mentre l’uomo torna protagonista, in maniera creativa, dell’implementazione di ulteriori innovazioni all’interno di questo processo”. Dunque, la macchina collabora con l’uomo e coesiste nello stesso ambiente.

I robot con sistemi di visione artificiale in grado di evitare che l’uomo compia operazioni ripetitive e pericolose
I robot con sistemi di visione artificiale in grado di evitare che l’uomo compia operazioni ripetitive e pericolose

Viaggio nel laboratorio dei robot

Durante il nostro viaggio all’interno dell’Innovation Lab osserviamo il funzionamento di numerosi macchinari. C’è un robot antropomorfo che permette la raccolta e la manipolazione, su una catena di montaggio, di pezzi sfusi, pensato per una produzione flessibile: attraverso una telecamera è in grado di selezionare gli oggetti, sceglierli da un cesto alla rinfusa, evitando così all’operatore di compiere operazioni a basso valore aggiunto. Ci sono i robot (Scara e Delta) che lavorano su nastri in maniera collaborativa, con un sistema di controllo industriale che permette il sincronismo di mondo meccanico e mondo robotico e con un software che attraverso diverse “ricette” può cambiare “al volo” la linea di produzione. Ancora, ci sono i robot in grado di manipolare gli oggetti su quattro assi in maniera velocissima, evitando all’uomo operazioni inutili e ripetitive. E anche i robot – sono quelli a nostro avviso più affascinanti - a guida autonoma che collaborano tra loro: uno fisso manipola e lavora sugli oggetti, uno mobile “collaborativo” che sposta gli oggetti e si muove in aree dove sono presenti operatori umani.

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Il robot “collaborativo” a guida autonoma
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La situazione del settore e le soluzioni di Omron

Secondo un recente studio il mercato dell’automazione industriale in Italia ammontava a 6 miliardi di euro nel 2021 e aumenterà in volume di oltre due terzi nei prossimi anni. Tra le esigenze principali delle aziende ci sono l’aumento della flessibilità, l’implementazione di strategie di efficientamento dei processi, di contenimento dei costi e di riduzione del consumo energetico, l’ottimizzazione degli interventi di manutenzione in un mondo che vede sempre più un rialzo dei prezzi e difficoltà di approvvigionamento. “Omron - racconta Luca Fraticelli, System Integrator Manager per l’Italia di OMRON Industrial Automation – cerca di interpretare al meglio quelle che sono le richieste che vengono dal mondo della manifattura: E per noi è fondamentale puntare su una robotica collaborativa in grado di essere estesa su più ampie aree d’azienda per ottimizzare il livello di produttività e dei processi. Il nostro fondatore diceva ‘alla macchina il lavoro della macchina, all’uomo il piacere della creatività’: in questo senso la nostra missione è quella di ridurre il livello di rischio dell’operatore, toglierlo dalle condizioni di ripetitività dei processi a valore aggiunto nullo e creare un livello di collaborazione e cooperazione con la macchina stessa, che rendano l’uomo in grado di produrre in maniera più efficiente”.

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