La seconda vita del digitale: così smartphone e pc tornano come nuovi

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Chiara Martinoli

Alla scoperta di EnjoyRicondizionati.it, startup fondata da due giovani imprenditori in grado di dare nuova vita agli oggetti elettronici che usiamo tutti i giorni. E non solo

Come nuovi, anzi di più. I device tecnologici che vengono ricondizionati costano meno e fanno bene all’ambiente. Ma che cosa significa, innanzitutto, “ricondizionare”? Cellulari, laptop, computer, sono tutti oggetti che presentano un’enorme complessità elettronica, e anche per questo finiamo per cambiarli di continuo. A volte proviamo a ripararli, ma sappiamo che difficilmente torneranno come prima. Ma c’è un’altra strada possibile: ricondizionare, infatti, non significa semplicemente “aggiustare”. Per capirne di più, siamo andati a Segrate, alle porte di Milano: qui due fratelli, Dalila e Stefano Petrillo (29 e 33 anni) hanno dato vita nel 2016 a Enjoy Ricondizionati, una startup che oggi conta una trentina di lavoratori, per la maggior parte donne.

Il ricondizionamento

“Un prodotto ricondizionato è un device che subisce numerose fasi di manutenzione, ordinaria e straordinaria – spiega Stefano – si tratta di un processo che è molto più complesso rispetto a una semplice riparazione. I nostri prodotti vengono accuratamente scelti dai nostri tecnici e subiscono 40 check di controllo qualità”. Analisi preventiva dei componenti, test hardware e software, rigenerazione e infine igienizzazione del dispositivo. Sono tutti passaggi essenziali per garantire al 100% la qualità del prodotto.

Sostenibilità economica, ecologica, sociale

Il riutilizzo di qualsiasi prodotto, è cosa nota, fa bene all’ambiente. Ma l’impegno di Enjoy Ricondizionati verso un impatto sostenibile va oltre questo semplice dato di fatto. La vocazione green è al centro del lavoro della startup, dal recupero dei materiali al packaging ecologico. Spesso ciò che è a basso impatto ambientale ha un elevato costo economico. Non in questo caso: “I prodotti Enjoy devono perdurare nel tempo così da garantire sostenibilità – spiega Dalila – e per fortuna, non solo hanno un’ottima resa ma costano meno del nuovo. E sono esattamente come nuovi”. C’è un altro versante della sostenibilità, che è quello della solidarietà. La pandemia non ha fermato il lavoro di questa realtà, che anzi ha visto crescere la domanda di device ricondizionati per via dello smart working e della didattica a distanza: ma di fronte alle difficoltà economiche e sociali, Dalila e Stefano hanno deciso di donare in questi mesi molti dei loro prodotti a ospedali e famiglie in difficoltà. La tecnologia può avere una seconda vita. A volte, può migliorare quella delle persone e del pianeta in cui viviamo. 

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