Chi è Marsha P. Johnson, l’attivista LGBTQ+ nel doodle di Google

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Scomparsa nel 1992 la drag queen era un simbolo del movimento per i diritti LGBTQ+ e della rivolta Stonewall del 1969

Google rivista il logo del proprio motore di ricerca proponendo un doodle dedicato a Marsha P. Johnson. Si tratta di una celebre attivista e drag queen, considerata tra i pionieri del movimento per i diritti LGBTQ+ negli Stati Uniti. Come mai è stata scelta proprio la data del 30 giugno per il doodle di Marsha P. Johnson? Precisamente un anno fa le veniva conferito postumo il riconoscimento “grand marshal” del Pride di New York. L’illustrazione è opera del guest artist Rob Gilliam di Los Angeles. 

Chi era Marsha P. Johnson?

 

Marsha P. Johnson era un personaggio carismatico e anche molto amato nella comunità LGBTQ+. È accreditata come uno dei leader chiave della rivolta di Stonewall del 1969, considerato come un punto di svolta critico per il movimento internazionale per i diritti LGBTQ+. Nel 1970 ha fondato la Street Transvestite (ora Transgender) Action Revolutionaries (STAR) con la collega attivista transgender insieme a Sylvia Rivera, anche lei attivista transgender. È un’organizzazione chiave in quanto è stata la prima in tutti gli Stati Uniti a essere guidata da una donna trans di colore e ad aprire il primo rifugio del Nord America per i giovani LGBTQ+. Marsha P. Johnson è anche tra i membri fondatori del Gay Liberation Front.

 

Il trasferimento a New York e la nuova identità

 

Il nome di battesimo è Malcolm Michaels Jr. e la data di nascita il 24 agosto del 1945 a Elizabeth, nel New Jersey. Solo dopo il diploma, nel 1963, e il trasferimento al Greenwich Village di New York York – fulcro del movimento culturale LGBTQ+ - ha legalmente cambiato il suo nome in Marsha P. Johnson dopo un periodo in cui si faceva chiamare "Black Marsha". La "P." sta per "Pay It No Mind” (non farci caso) usata per rispondere a coloro che facevano domande o mettevano in dubbio il suo genere sessuale. 

È scomparsa il 6 luglio 1992. Il corpo è stato rinvenuto nel fiume Hudson dopo il gay Pride di quell’anno e sulla sua morte sono state fatte molte speculazioni, tanto che venti anni più tardi il lavoro dell’attivista Mariah Lopez ha portato alla riapertura del caso. A testimonianza degli importanti obiettivi raggiunti dall’attivista, è stata comunicata la volontà di erigere nel Greenwich Village le statue di Johnson e Rivera, che saranno tra i primi monumenti al mondo in onore delle persone transgender.

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Il doodle di Google dedicato a Marsha P. Johnson - Google.com
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