Huawei, possibile arrivo del nuovo sistema operativo in autunno

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Immagine di archivio (Getty Images)

Richard Yu, il capo della divisione consumer business di Huawei ha confermato le voci circolate nelle ultime ore sui media. Panasonic smentisce lo stop a forniture. Il Wsj rivela che altre aziende cinesi potrebbero essere inserite nella lista nera

Richard Yu, il capo della divisione consumer business di Huawei, ha rivelato che il sistema operativo del colosso di Shenzhen, creato come alternativa ad Android, sarà lanciato in autunno o al massimo entro la primavera del 2020. Questa dichiarazione conferma le indiscrezioni circolate nelle ultime ore sui media cinesi. Secondo il Global Times, la decisione “riflette la strategia di Huawei di diventare indipendente e di trovare soluzioni alternative” a Google e alle società produttrici di componenti hi-tech che hanno tagliato i ponti con l’azienda cinese dopo il suo inserimento nella lista nera delle entità commerciali dell’Ufficio dell’Industria e della Sicurezza (Bis) statunitense.

Le trattative con Aptoide

Non potendo più utilizzare i servizi di Google nei suoi prossimi smartphone, Huawei è alla ricerca di possibili alternative. Per sostituire il Play Store, l’azienda ha avviato delle trattative col negozio online di applicazioni Aptoide. La conferma arriva da Paulo Trezentos, il Ceo dell’azienda di Lisbona. Per ora le due parti non hanno ancora raggiunto un accordo ufficiale. Aptoide ha a disposizione oltre 900 mila app e collabora con altre aziende cinesi, tra cui Oppo. Al momento non è chiaro se l’applicazione prenderà il posto del Play Store di Google o se sarà integrata in Huawei App Gallery, già presente sui device del colosso di Shenzen.

Panasonic smentisce lo stop a forniture

In un post sul social media cinese Weibo, Panasonic ha definito false le voci riguardanti la sospensione delle forniture a Huawei in seguito al bando del governo degli Stati Uniti. L’azienda assicura che continuerà a vendere beni e servizi al colosso di Shenzhen, definito “un importante partner commerciale”.

La licenza temporanea

Grazie a una licenza temporanea di 90 giorni, concessa dal governo degli Stati Uniti, Huawei potrà acquistare i prodotti e i servizi americani necessari per mantenere operativi gli smartphone già in commercio fino al 19 agosto. In una nota, la società cinese ha precisato che “continueranno a essere aggiornati tutti gli smartphone e tablet Huawei già venduti, in vendita e in consegno”. Huawei non potrà tuttavia acquistare componenti statunitensi finalizzati alla realizzazione di nuovi dispositivi. 

Altre aziende cinesi potrebbero essere inserite nella blacklist

Il Wall Street Journal rivela che il Dipartimento del Commercio Usa starebbe valutando l’inserimento di altre aziende cinesi nella lista nera delle entità commerciali. A rischio Hikvision e Dahua, due società che producono apparecchi di videosorveglianza, precedentemente già segnalate da alcuni membri del Congresso. Il Wsj aggiunge che a Washington una proposta di legge di legge bipartisan prevede di stanziare fino a 700 milioni dollari per aiutare le aziende di telecomunicazioni a rimuovere dalle proprie infrastrutture le apparecchiature di Huawei, Zte e altre aziende affiliate. La legge dovrebbe anche vietare l’utilizzo dei prodotti e i servizi di Huawei e Zte nelle reti 5G sviluppate negli Stati Uniti. Sulla messa al bando dell'azienda di Shenzhen si è espresso anche Mike Pompeo, segretario di stato Usa, secondo cui Huawei starebbe mentendo affermando di non lavorare per il governo cinese: "L'amministratore delegato di Huawei, almeno su questo, non sta dicendo la verità agli americani".

La Cina ha presentato una protesta formale

Nelle ultime ore, la Cina ha presentato “una grave protesta formale” contro gli Stati Uniti, lamentando la denigrazione e le azioni a danno di Huawei. Durante la conferenza stampa settimanale, Gao Feng, il portavoce del ministero del commercio, ha dichiarato che “la Cina prenderà tutte le contromisure necessarie per aiutare le compagnie cinesi a migliorare la capacità nella gestione di questi rischi”. Nelle ultime ore, la Cina ha presentato “una grave protesta formale” contro gli Stati Uniti, lamentando la denigrazione e le azioni a danno di Huawei. Durante la conferenza stampa settimanale, Gao Feng, il portavoce del ministero del commercio, ha dichiarato che “la Cina prenderà tutte le contromisure necessarie per aiutare le compagnie cinesi a migliorare la capacità nella gestione di questi rischi”. Gao ha aggiunto che Pechino spera che gli Stati Uniti possano comportarsi razionalmente, correggendo “le azioni pericolose e sbagliate” e optando per dei colloqui sul commercio all’insegna del “rispetto reciproco”. Il governo cinese non ha comunque intenzione di fare dei passi indietro sulle questioni considerate “di principio fondamentali”. “Avere delle compagnie cinesi più forti è la migliore reazione alle prepotenze americane”: per questa ragione Pechino agirà per tutelare i loro interessi.

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