Tatuaggi e balletti mettono in crisi le software house

Tecnologia

Cristian Paolini

lebron

Aumentano le cause e le azioni legali per chi riproduce le opere degli artisti dell'inchiostro e le coreografie senza riconoscerne i diritti. Il titolo più tartassato è Nba2K

Tempi duri per i creatori di videogiochi. Oltre alle insidie legate ai diritti di autore che hanno sempre disseminato il cammino creativo degli sviluppatori di opere videoludiche (il sito cyberludus raccoglie qui le più bizzarre, perché in fondo nulla si crea e nulla si distrugge), ora tatuaggi e balletti aumentano il coefficiente di difficoltà e la possibilità di incorrere in questioni legali. I tatuaggi in questione sono quelli degli atleti che, come evidenzia un articolo del New York Times, non apparterebbero a loro, ma agli artisti che ne hanno impreziosito la pelle. Una società di tatuatori statunitense, la Solid Oak Sketches, ha chiesto infatti 819.500 dollari come risarcimento, e ha proposto un’intesa da 1,14 milioni di dollari per riprodurre le proprie “opere” alla Take-Two Interactive, rea di averli trasposte fedelmente sulla pelle di alcuni atleti nella loro versione digitale nella serie Nba2K. Tra i cestisti che si erano rivolti alla compagnia di artisti dell’inchiostro anche un certo LeBron James (ne ha 42, ma quelli “incriminati” sarebbero due), il giocatore più forte della lega professionistica americana (e per estensione, quindi, del mondo), che ha cercato di spezzare una lancia a favore della casa di videogiochi, ma al momento senza successo visto che il contenzioso prosegue. E potrebbe essere il primo di una lunga serie, motivo che starebbe spingendo la Electronic Arts, la software House, che produce la popolarissima (anche da noi) simulazione calcistica Fifa a rimuovere i tatuaggi dalle versioni elettroniche degli eroi del pallone (in Fifa ne sarebbero riprodotti oltre 100).    

 

Dai tatuaggi ai balletti 

 

Come se non bastassero i tatuaggi, stanno creando diversi grattacapi agli sviluppatori anche le scene di esultanza e i balletti coreografici utilizzati in più di un videogioco. Il caso più eclatante è quello di Alfonso Ribeiro, l’attore che interpretava Carlton nella sit com Willy il Principe di Bel-Air che ha reso famoso in tutto il mondo Will Smith. Ribeiro, che nella serie è il cugino di Willy, è conosciuto proprio per quella che si chiama “Carlton Dance”, una danza di gioia che caratterizzava il suo personaggio, ha annunciato di volere fare causa alla Epic Games poiché il balletto sarebbe stato introdotto in Fortnite, il suo gioco-fenomeno del momento, senza riconoscergli i diritti. L’emote in questione che Epic Games ha inserito nello shop a pagamento e che riproducerebbe esattamente la “Carlton Dance” si chiama “Fresh”. Ma non è tutto, sempre Ribeiro ha avviato un’azione simile e per lo stesso motivo ai danni di Nba 2K e alla Take-Two Interactive. Ancora lei. 

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