Milano è la città più smart d’Italia

Tecnologia
Immagine di archivio (Fotogramma)

Il capoluogo lombardo è in testa alla classifica stilata da Smart City Index 2018 di Ernst&Young grazie a trasporti e piattaforme digitali. Torino cresce ed è seconda

Grazie alla presenza capillare di infrastrutture intelligenti e reti che innalzano la qualità dei servizi a disposizione dei cittadini, Milano è la città più smart d’Italia. Lo rivela Ernst&Young all’interno di Smart City Index 2018, il rapporto biennale che prende in considerazione le 117 città capoluogo del paese per verificare lo sviluppo delle tecnologie che si avvalgono dell’Internet of Things (IoT) per offrire ai propri abitanti “nuovi modelli di mobilità, sostenibilità e interazione”, come afferma Donato Iacovone, amministratore delegato EY. Per stilare la classifica, gli autori del report hanno guardato a quasi 500 indicatori necessari per valutare quattro livelli: applicazioni mobili e web, sensoristica, infrastrutture di rete e piattaforme dati.

Milano al livello delle metropoli europee

Rilasciato a metà ottobre, il rapporto ICity Rate 2018 Fpa aveva già premiato Milano come città più smart d’Italia. Il titolo è stato ora ribadito dall’analisi di EY, che suggerisce come le piattaforme digitali e le infrastrutture relative al trasporto pubblico siano state cruciali per sorpassare Bologna, che conduceva la graduatoria nel 2016. Secondo il report, il capoluogo lombardo può adesso confrontarsi con altre città metropolitane europee, ed è seguito sul podio da altri due rappresentanti del Nord Italia: al secondo posto c’è infatti Torino, che brilla in particolare per la diffusione della banda larga e per i luoghi dedicati alla cosiddetta ‘nuova economia’, come ad esempio le aree di co-working. Scende di due gradini Bologna, comunque elogiata per una visione strategica.

Smart City, un mercato in crescita

Le smart city, grazie alle tecnologie sviluppate, hanno generato un mercato che oggigiorno vale 3,7 milioni di euro, e saranno proprio le città secondo EY a creare circa il 40% dei posti di lavoro che sono previsti nei prossimi cinque anni. Oltre a quelle citate, sempre più capoluoghi di medie dimensioni stanno trasformando servizi e infrastrutture nel tentativo di diventare sempre più smart: è il caso di Modena, Trento, Bergamo, Parma e Brescia, che si trovano nelle prime dieci posizioni della graduatoria, mentre è Bari a guidare il Sud. Appaiono invece in ritardo le città più piccole, che continuano a perdere terreno. Secondo Andrea D’Acunto di Ernst&Young diversi luoghi italiani devono “ridefinire le priorità di investimento e ri-focalizzare la governance. Più del 50% delle città non ha ancora raggiunto un livello sufficiente di sensoristica e oltre l’80% non ha ancora alcuna visione strategica sui dati, che sono il nuovo motore della smart city”. 

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