Starlink, alla conquista dello spazio: la recensione

Tecnologia

Cristian Paolini

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Il nuovo gioco d’azione e di avventura sviluppato da Ubisoft è un “toys-to- life” per il pubblico dei giovanissimi che però ha tutto per piacere anche ai grandi

Un po’ Star Wars e un po’ i Guardiani della Galassia, e tanto divertimento. Si chiama Starlink: Battle for Atlas ed è il nuovo gioco d’azione e di avventura sviluppato da Ubisoft e disponibile dal 16 ottobre su Switch, PlayStation e Xbox per il pubblico dei giovanissimi, ma godibile anche per chi non è mai cresciuto veramente, almeno davanti a una console (GUARDA IL TRAILER). Si tratta di un “toys-to-life” (la formula resa celebre da Skylanders, per intenderci, con giocattoli fisici pronti a essere trasferiti nella realtà virtuale del televisore o del display) che però ha come primo pregio il fatto di essere pensato innanzitutto come un videogioco. I giocatori vengono immediatamente trasportati nello spazio in un’atmosfera assolutamente realistica, a milioni di anni luce di distanza della Terra dove scegliere personaggio e astronave con cui immergersi all’interno dell’azione. Una storia introdotta benissimo dai dialoghi in italiano (uno dei doppiatori è il rapper Shade, che presta la voce a uno dei protagonisti principali: Levi) che aiutano anche i più piccoli a capire immediatamente cosa sta succedendo nel nuovo mondo tutto da esplorare. L’ambientazione è infatti quella di un sistema stellare immaginario, ma ispirato a quello di Atlas, realmente presente nella costellazione del Toro, che può essere uno spunto anche per introdurre i piccoli all’osservazione del cielo e delle sue conformazioni.

Un'esperienza subito immersiva

Per quanto riguarda il gameplay, si tratta di un open world che utilizza la tecnologia dei modular toys, come detto, giocattoli componibili realizzati con estrema cura e funzionali alle missioni da eseguire nel corso dell’azione del gioco, senza però togliere spazio all’immaginazione e alla creatività del giocatore. Dopo un breve, ma chiaro ed esaustivo preambolo, ci si trova così a impersonare, ad esempio, il pilota stellare Fox McCloud (presente nella versione per Switch, quella che abbiamo provato), che ricorda molto da vicino Rocket Raccoon dei Guardiani della Galassia e accorre in aiuto dei nostri eroi (non vi anticipiamo troppo per non togliervi il gusto della sorpresa), prima nello spazio e poi sulla superficie del pianeta più prossimo alla battaglia che si è consumata tra le stelle. L’astronave che guidiamo insieme a McCloud è la protagonista principale comunque dell’azione, con l’equipaggiamento di varie armi e strumenti che danno la percezione di essere davvero all’interno di un’avventura spaziale “immersiva”. La possibilità di parlare aprendo il microfono di bordo con gli altri personaggi del gioco e ricevere indicazioni sulla situazione e le azioni da intraprendere agevola le missioni, così come la bussola che indica sempre in maniera chiara dove dirigere la propria navicella. Un altro punto di forza del gioco è comunque la possibilità di navigare in totale libertà un intero sistema solare. Creato da zero con il motore grafico Snowdrop, il gioco riproduce bene la fisica dei movimenti nello spazio spostandosi per gli esotici scenari del sistema stellare Atlas per vincere una serie di sfide su sette pianeti differenti. Come differente sarà ogni partita poiché le scelte che i giocatori saranno chiamati ad effettuare ne condizioneranno l’andamento con i nemici che reagiranno in maniera diversa, modificando anche la strategia dei loro attacchi. Ai buoni il compito di evitare che siano loro a conquistare l’intero sistema stellare. 

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