YouTube ha rimosso 8,3 milioni di video in tre mesi

Tecnologia
Youtube ha pubblicato il suo primo rapporto sulle attività di controllo (Getty Images)
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Per la prima volta, la piattaforma ha diffuso dettagli sulle proprie attività di controllo sui contenuti vietati. I risultati migliorano grazie soprattutto all'intelligenza artificiale, spesso più tempestiva dell'uomo

Tra ottobre e dicembre 2017, Youtube ha rimosso quasi 8,3 milioni di video contrari alle norme della piattaforma. Lo ha affermato la società, ribadendo il suo impegno per limitare la circolazione di contenuti violenti ed estremsti. Sono questi i risultati evidenziati dal primo rapporto trimestrale pubblicato da Youtube con l'obiettivo di dare prove tangibili dell'attività di controllo (spesso contestata).

I dati del trimestre

La maggior parte dei video rimossi, scrive la società in un post, è costituita da spam o da utenti che provano a caricare contenuti per adulti. Ad ogni modo, sottolinea Youtube, si tratta di una piccola percentuale rispetto al totale dei video disponibili. Quello che più conta è la velocità con cui la piattaforma rimuove i contenuti violenti. Il progresso in questa direzione è merito soprattutto dell'intelligenza artificiale. Su 8,3 milioni di video "catturati", 6,7 milioni sono stati individuati da un software. Una difesa quasi in tempo reale. Perché, afferma Youtube, tre contenuti vietati su quattro individuati dall'AI non ottengono neppure una visualizzazione. È proprio la tempestività la principale differenza con il passato. "All'inizio del 2017 - spiega la piattaforma - l'8% dei video violenti veniva rimosso prima che raggiungesse le dieci visualizzazioni. L'introduzione dell'intelligenza artificiale, nel giugno 2017, ha permesso di dimezzare il dato".

Controllo umano e artificiale

I controllori "umani" hanno ritmi molto più lenti. I collaboratori di Youtube hanno segnalato 1,1 milioni di video. Gli utenti circa 400mila. Le Ong 64mila. Residuale, per ora, l'impatto delle agenzie governative, capaci di scovare appena 73 contenuti. Tuttavia, sottolinea la società, il ruolo umano resta fondamentale e non si può delegare l'intera attività di controllo all'intelligenza artificiale. Per questo motivo, nel 2017 Youtube ha varato un piano di assunzioni che dovrebbe portare lo staff "umano" impiegato nella valutazione dei contenuti a 10mila unità entro la fine del 2018. Perché così tante persone se i software sono più tempestivi? Perché non sempre l'intelligenza artificiale è capace di cogliere sfumature e contesto di un contenuto. Agli umani spetta quindi una validazione ulteriore, oltre al costante miglioramento delle macchine. La loro condotta produce dati che, analizzati dal machine learning, sono la materia prima con cui il software comprende come comportarsi in futuro, in modo sempre più complesso e verso una selezione sempre più autonoma e accurata.

Facebook ha rimosso 1,9 milioni di contenuti

È stata una giornata di numeri e report sui contenuti vietati non solo per Youtube. Anche Facebook ha diffuso alcuni dati, affermano di aver rimosso 1,9 milioni di contenuti estremisti legati a Isis o Al-Qaeda nei primi tre mesi del 2018. Si tratta di circa il doppio rispetto al trimestre precedente. La "vasta maggioranza" è stata eliminata mentre una piccola porzione avrebbe ricevuto una etichetta, un bollino di avvertimento, ma non sarebbe stata sospesa perché si trattava di materiale condiviso a scopo informativo o per contrastare l'estremismo. Lo ha annunciato il social network in un post sul suo blog aziendale. Il 99% - prosegue il post - non è stato individuato attraverso segnalazioni esterne ma coi meccanismi interni del social, ovvero con la sua tecnologia e il suo personale (che conta un team di 7500 revisori, il 40% in più rispetto allo scorso anno). Il tempo medio per rimuovere i contenuti è stato inferiore a un minuto. Infine per la prima volta la piattaforma social chiarisce la sua definizione di terrorismo: "Qualsiasi organizzazione non governativa che è coinvolta in atti premeditati di violenza contro persone o la proprietà per intimidire civili, governi o organizzazioni internazionali al fine di raggiungere un obiettivo politico, religioso o ideologico".

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