Compagnia giapponese inizierà a pagare i dipendenti in bitcoin

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Il gruppo GMO Internet verserà mensilmente uno stipendio di circa 747 euro in moneta elettronica. I lavoratori non saranno comunque obbligati ad accettare la nuova valuta  

Stipendi in bitcoin per comprenderne appieno l'applicazione nella vita quotidiana. Questa è l'idea di GMO Internet, che ha deciso di pagare i propri dipendenti in valuta virtuale. Come riporta il Guardian la compagnia, specializzata in finanza, pubblicità online e infrastrutture digitali verserà ai collaboratori l'equivalente di 747 euro mensili in valuta virtuale. La possibilità di iniziare a prendere dimestichezza con i bitcoin sarà offerta a circa 4.000 dipendenti del gruppo giapponese.

Prendere dimestichezza con la valuta

La divisione GMO Internet ha iniziato il trading e lo scambio di moneta virtuale a maggio, investendo a settembre per un valore di 3 milioni di dollari in bitcoin, entrando nel cosiddetto "bitcoin mining", cioè l'emissione di nuova valuta virtuale. Ora vuole immettere la criptovaluta nella vita quotidiana per aumentare le proprie conoscenze in materia, testandole sui propri dipendenti.

Si potrà scegliere la valuta

Tuttavia non si tratta di una scelta obbligata: chi non lo desidera potrà continuare a ricevere gli emolumenti nella consueta valuta o comunicare se vuole ricevere solo una parte in bitcoin. Secondo Coindesk si potrà andare da un minimo di 10.000 yen (circa 74,7 euro) fino a un massimo di 100.000 yen (circa 747 euro). In più, come riporta Fortune, chi sceglierà il pagamento in criptovaluta, riceverà un bonus pari al 10% della somma selezionata. "Gli impiegati potranno ricevere il proprio salario in bitcoin se lo vogliono - ha dichiarato la portavoce dell'azienda Harumi Ishii -. Speriamo di migliorare la nostra conoscenza sulla valuta virtuale proprio usandola". Come riporta Afp, GMO Internet inizierà il pagamento in bitcoin a partire da febbraio 2018.

Cosa dice la legge giapponese

La legge giapponese impone il pagamento dei salari in yen, ma secondo quanto dichiarato dalla GMO la sua iniziativa non sta violando alcuna legge, proprio perché viene data ai dipendenti la libertà di scelta, basata su un mutuo accordo. L'azienda è convinta che le criptovalute diventeranno presto "universali", chiunque potrà accedervi in tutto il mondo, abbattendo le barriere economiche. Al 7 dicembre 2017 il valore del bitcoin ha raggiunto la cifra record di 14 mila dollari, ma c'è chi ha già smesso di accettarla come moneta perché troppo volatile. In Corea del Sud le transazioni in questa valuta virtuale sono vietate.

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