Spunte blu ai suprematisti, Twitter fa marcia indietro

Tecnologia
Nel frattempo, Twitter ha ampliato anche la lunghezza del nome del profilo da 20 a 50 caratteri (Getty Images)
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Jack Dorsey costretto ad ammettere il malfunzionamento del sistema di certificazione dopo le polemiche sull'account dell'organizzatore della manifestazione di Charlottesville. Intanto, dopo i tweet, ampliata anche la lunghezza dei nomi

Periodo complicato per Twitter. Dopo il caso dell'account di Donald Trump disattivato per undici minuti e il blocco alle ricerche di parole legate all'orientamento sessuale come #gay e #lesbian, arriva una nuova grana per il celebre social, costretto a rivedere il proprio sistema di verifica dei profili in seguito alle polemiche per l'assegnazione della "spunta blu" ai profili di alcuni esponenti dell'estrema destra americana.

L'ammissione di Jack Dorsey

Il caso, come spiega il New York Times, è esploso dopo che al fianco degli account di alcuni suprematisti bianchi è apparsa la celebre "spunta blu" che su Twitter - come su Facebook - certifica i canali ufficiali di importanti personalità pubbliche. Lo stesso Jack Dorsey, numero uno dell'azienda, ha ammesso con un tweet sul social che il sistema di verifica dei profili non funziona e che dovrà essere rivisto.

Autenticazione o endorsement?

"Avremmo dovuto comunicarlo più velocemente", scrive Dorsey. "I nostri agenti hanno seguito la policy di verifica in maniera corretta, ma abbiamo realizzato da qualche tempo che il sistema non funziona e ha bisogno di essere rivisto". Il problema di fondo è che Twitter concepiva la "spunta blu" come un semplice strumento per autenticare l'identità del proprietario del profilo. Ma la certificazione viene interpretata da tutti come una sorta di endorsement o indicatore di importanza. "Riconosciamo che abbiamo creato questa confusione e dobbiamo risolverla. Lavoreremo per farlo il più in fretta possibile".

Il suprematista di Charlottesville

A scatenare le reazioni furiose degli utenti è stata in particolare l'apparizione della spunta blu sul profilo di Jason Kessler, l'organizzatore della manifestazione dei suprematisti bianchi dello scorso agosto a Charlottesville, in Virginia. Un evento terminato nel sangue e sul quale le polemiche non si sono ancora del tutto placate negli Stati Uniti. "Non si può restare neutrali quando si tratta di nazisti", scrive un utente di Twitter, mentre altri accusano la piattaforma di dare spazio all'hate speech.

Nome del profilo più lungo

Nel frattempo, Twitter è anche alle prese con una serie di cambiamenti tecnici. Dopo aver raddoppiato la lunghezza dei tweet portandola da 140 a 280 caratteri, infatti, è arrivato anche la possibilità di creare un nome del profilo più ampio, con il massimo di caratteri passato da 20 a 50. Il tentativo è quello di rilanciarsi offrendo maggiore spazio di espressione. Ma il caso della "spunta blu" ha fatto passare tutto un po' in secondo piano.

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