Google molla i robot: Boston Dynamics e Schaft vendute a Softbank

Tecnologia
SpotMini, una delle ultime creature di Boston Dynamics (Getty Images)
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ll gruppo giapponese continua a investire in nuove tecnologie. Ha acquisito le due società dalla holding Alphabet (a cui fa capo il motore di ricercaI. Che così si allontana dal settore

Alphabet vende, SoftBank compra. Il gruppo giapponese ha acquisito dalla holding che controlla Google le aziende Boston Dynamics e Schaft. Mountain View rinuncia così alle sue ambizioni nel settore della robotica, nel quale invece SoftBank sta investendo con forza.

I robot di Boston Dynamics

Tra le due società, Boston Dynamics è la più nota. È stata tra le prime, nel 2005, a sviluppare un robot ispirato ai movimenti degli animali. Non a caso il suo nome era BigDog, un quadrupede in grado di correre, saltare, camminare su terreni accidentati, in salita e in discesa. Nel corso degli anni, la società ha sviluppato altri dispositivi a quattro zampe. E anche un robot dalle fattezze umane, Atlas. Riesce a sollevare pesi, è dotato di grande equilibrio e reagisce all'ambiente circostante. Il video in cui Boston Dynamics mostra le sue capacità, pubblicato su YouTube nel febbraio 2016, ha più di 22 milioni di visualizzazioni. I progetti della società sono rivolti soprattutto all'uso militare e sono frutto della collaborazione con DARPA (l'agenzia governativa Usa che punta a sviluppare nuove tecnologie per le forze armate), esercito e marina.

Alphabet boccia i robot

Schaft è invece una compagnia giapponese, nata all'interno dell'Università di Tokyo e con sede nella capitale nipponica. Google l'aveva acquisita nel 2013, cioè nello stesso anno in cui aveva comprato Boston Dynamics. A meno di quattro anni di distanza, la strategia di Big G (che nel frattempo si è dotata di una nuova organizzazione societaria, dando vita alla holding Alphabet) sembra cambiata: la robotica non è più essere un tassello necessario al business del gruppo. Se ne parlava da tempo. Per diverse ragioni. Boston Dynamics non sarebbe riuscita a integrarsi con le altre strutture di Alphabet (lo conferma anche il fatto che la sede sia rimasta nei sobborghi di Boston, sull'altra costa degli Stati Uniti). Ha sviluppato una tecnologia tanto promettente quanto ancora lontana dalla commercializzazione. In più, i manager di Alphabet sarebbero stati allarmati da alcuni temi negativi associati ai robot: l'aspetto (spesso definito “terrificante”) delle macchine di Boston Dynamics e i guai alla reputazione associati alla possibile sostituzione dei lavoratori umani. Costi-benefici nel breve periodo e questioni d'immagine: ecco perché Alphabet ha preferito mollare la robotica.

Un polo robotico giapponese

SoftBank sta andando in direzione contraria rispetto alla compagnia californiana. Nata come società di telecomunicazioni, si sta espandendo a colpi di investimenti nel settore tecnologico: startup, guida autonoma, componentistica. E, appunto, robotica. Definita dal presidente e ceo di Softbank Masayoshi Son “una delle chiavi di sviluppo per la prossima rivoluzione tecnologica”. Il gruppo nipponico controlla già Aldebaran Robotics, la società che ha sviluppato Pepper: il più famoso umanoide in circolazione è già attivo per l'assistenza clienti in banche, hotel e supermercati. Con l'arrivo di Boston Dynamics e Schaft, il polo robotico si rafforza.

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