Risparmio energetico, Google si affida all'Università di Udine

Tecnologia
La sede di Google in California (Getty Images)
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L'ateneo friulano riceverà dall'azienda 100 mila euro: l'obiettivo è studiare i date center del gruppo per tagliare i consumi del 5-6%

Dalla California al Friuli Venezia Giulia: Google ha commissionato all'Università di Udine uno studio per ridurre il consumo energetico dei propri data center. Si tratta dei centri di elaborazione dalle quali passano le ricerche online: strutture che contengono i server di Google e che hanno bisogno di grandi quantità di risorse.

 

L'energia che alimenta internet - Secondo i dati riportati dall'Università di Udine, si stima che il consumo di tutti i data center di Google si attesti sui 91 miliardi di kilowattora solo negli Stati Uniti. E crescerà entro il 2020 a 140 miliardi di kilowattora, raggiungendo il consumo di 30 grandi centrali termoelettriche a carbone: cifre che si traducono in costi per le aziende e per l'ambiente. Lo studio gode di un finanziamento da 100mila dollari da parte di Google e durerà un anno e mezzo: i ricercatori puntano a ottenere un taglio dei consumi tra i 5 e il 6%, che tradotto in dollari significherebbe un risparmio di 3 milioni l'anno per ogni data center. Considerando che Google ha 15 data center sparsi tra Nord e Sud America, Europa e Asia, il risparmio complessivo sarebbe di 45 milioni di dollari ogni 12 mesi.

 

Perché l'Università di Udine - Google ha deciso di sostenere l'Università di Udine dopo aver osservato i risultati di un laboratorio, nato nel 2014 in Friuli con la collaborazione di STMicroelectronics, per creare un nuovo sistema di alimentazione per i grandi server. A condurre lo studio saranno Stefano Saggini, docente di elettronica del Dipartimento Politecnico di ingegneria e architettura, Roberto Rizzolatti e Mario Ursino, dottorandi di ricerca in Ingegneria industriale e dell’informazione, oltre al tecnico del dipartimento Fabiano Zaninotto. “Si parla spesso – afferma Saggini – di social network, internet of things e cloud computing, ma senza considerare che i servizi informatici hanno dei costi in termini energetici e quindi economici e ambientali”. Con l'aumento costante della quantità di dati da elaborare e della potenza dei computer, diventa necessario spendere energia per raffreddarli. "Il nostro lavoro studia come ridurre il consumo energetico e quindi l’impatto ambientale e la bolletta energetica dei data center, a partire dalla messa a punto di sistemi più efficienti di alimentazione dei processori dei grandi server”.

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