SpaceX torna in orbita: il Falcon 9 porta nello spazio dieci satelliti

Tecnologia
Il razzo Falcon 9 di SpaceX al decollo (foto: SpaceX-Flickr)
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Dopo l'incidente dello scorso settembre, la società aerospaziale di Elon Musk conclude la prima consegna di dispositivi "Iridium Next"

SpaceX riprende la sua sfida con obiettivo lo spazio. Dopo l'esplosione del razzo Falcon 9 dello scorso settembre SpaceX, prima società privata a raggiungere lo spazio, è riuscita così a completare il lancio e a spedire in orbita i primi dieci satelliti "Iridium Next".

 

Il lancio - Questa volta è andato tutto come previsto: decollo il 14 gennaio alle ore 9.54 locali (le 18.54 italiane) dalla base aerea di Vanderberg, in California. Dopo 2 minuti e 33 secondi, il carico si è staccato dal razzo, che ha potuto così tornare a terra, atterrando su una piattaforma galleggiante nell'oceano Pacifico. È infatti questa una delle caratteristiche di SpaceX: i suoi razzi possono essere riutilizzati, abbattendo così i costi. A un'ora e 19 minuti dal decollo, i 10 satelliti "Iridium Next" sono stati portati alla meta, a 622 chilometri di quota.

Elon Musk, che guida anche Tesla Motors, ha creato SpaceX nel 2002 proprio con l'obiettivo di lanciare satelliti e altri veicoli nello spazio con costi contenuti, creando vettori riutilizzabili per ridurre i costi della messa in orbita (al momento pari a circa 60 milioni di dollari a lancio, secondo il Wall Street Journal, cioe' un quarto del consorzio Boeing-Lockheed Martin).

 

 

A cosa servono i satelliti - Si tratta però solo della prima tappa: SpaceX dovrebbe portare in orbita 70 "Iridium Next" entro il 2018. Si tratta di satelliti di seconda generazione, che andranno a sostituire la rete collocata intorno alla Terra tra il 1997 e il 2002. Sono realizzati da Thales Alenia Space (joint venture franco-italiana partecipata per il 67% da Thales e per il 33% da Leonardo-Finmeccanica). Orbiteranno a bassa quota per migliorare le prestazioni dell'unico servizio di telecomunicazione satellitare globale. L'operazione è stata definita il più grande 'upgrade' della storia della tecnologia mai tentato prima nello spazio.

 

 

L'esplosione - Lo scorso primo settembre, un Falcon 9 era esploso nella base di Cape Canaveral. Nessun ferito, ma un brutto colpo per l'immagine di SpaceX, che fino ad allora era riuscita a concludere 18 lanci consecutivi senza intoppi. Prima di tornare a volare, Musk ha così preferito prendere tempo e individuare il motivo dell'accaduto, rintracciato poi in un difetto di uno dei serbatoi di ossigeno liquido. Adesso il padre di Tesla ha deciso di ripartire con una tabella di marcia che va ben oltre gli "Iridium Next".

 

 

Il futuro di SpaceX - La società vuole infatti lanciare 4.425 satelliti, il triplo di quelli che orbitano in questo momento attorno alla Terra. Serviranno per fornire internet ad alta velocità in ogni angolo del globo. Il progetto, svelato nel 2015, ha trovato il primo passo concreto in una richiesta formale alle autorità americane. Il costo stimato dell'operazione è di 10 miliardi di dollari. L'idea è quella di ridurre i costi di produzione, con satelliti super leggeri (da 386 chilogrammi) ma in grado di raggiungere un'altitudine di 1.200 chilometri. Non è l'unico progetto visionario di Musk, che ha nel mirino anche Marte; nel 2018 programma di inviare sul pianeta rosso la prima navetta automatizzata, per poi pensare alle spedizioni con astronauti.

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