4 Ristoranti, vince Barbara Losi e la sua "La Tresenda"

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La penultima puntata di 4 Ristoranti, ambientata in alta Valtellina, ha visto vincere La Tresenda Agriturismo Mountain Farm, un posto in cui tradizione e innovazione si incontrano in modo armonico in ogni aspetto. In attesa del prossimo e ultimo appuntamento con Alessandro Borghese, martedì 31 gennaio alle 21.15 su Sky Uno, leggi l'intervista alla vincitrice Barbara Losi e scopri cosa ci ha raccontato.

 

di Linda Avolio

 

 

Chiude “in altezza”, oltre che in bellezza, la penultima puntata di 4 Ristoranti, che ha visto sfidarsi quattro ristoratori valtellinesi, due di Bormio e due di Livigno. Assoluta protagonista di questo appuntamento è stata la cucina di bosco, e non poteva essere altrimenti! A vincere è stato l’agriturismo livignasco La Tresenda, un posto in cui tradizione e innovazione si incontrano in modo armonico in ogni aspetto e in cui natura e ospitalità diventano una cosa sola. Abbiamo intervistato Barbara Losi, la titolare: ecco cosa ci ha raccontato.

 

Domanda scontata ma obbligata: si aspettava la vittoria?

No, è stata assolutamente inaspettata! Ovviamente ci speravamo tutti a La Tresenda, anche perché è da molti anni che impegniamo le nostre energie in questo progetto, e ci abbiamo sempre creduto fin dall’inizio. Siamo felici di essere riusciti a comunicare la nostra passione, che anche dopo 15 anni è sempre la stessa. L’amore per la nostra terra, l’amore per gli animali, la bellezza della natura che ci circonda, ci tenevamo a restituire una bella immagine non solo de La Tresenda, ma anche della Valtellina. E pensare che all’inizio l’idea di comparire di persona in un programma televisivo mi aveva anche un po’ intimorito!

 

Se dovesse descrivere il suo agriturismo solamente con 3 aggettivi?

Caldo, rilassante ed elegante. Penso che questi 3 aggettivi riassumono alla perfezione La Tresenda e il suo spirito.

 

Ci racconta le origini del suo bellissimo agriturismo? Da dove viene il nome?

Il nome La Tresenda deriva proprio dalla zona in cui si trova, che si chiama così. E’ una zona che anche in passato è sempre stata sede dell’attività rurale, dell’allevamento. Riguardo le origini del nostro agriturismo, bisogna guardare ai tempi “dei nonni”. E’ una storia che va indietro di generazioni, quando si faceva la bresaola casalinga e quando si allevavano i cavalli. Quando finalmente abbiamo avuto la possibilità di costruire La Tresenda ci siamo mossi in questa direzione, consapevoli di voler portare avanti la tradizione, senza però rimanere arroccati nel passato, anzi, guardando sempre al presente e al futuro.

 

Non solo una location favolosa e un ambiente accogliente, ma anche un ristorante di alto livello: qual è il vostro cavallo di battaglia per quanto riguarda il menù?

In realtà il nostro cavallo di battaglia sono tutti i prodotti tipici, a km zero, e la cura con cui i piatti vengono preparati. Se però devo proprio scegliere una pietanza, direi assolutamente la carne, in particolare quella cucinata alla brace. Utilizziamo un forno Josper, che ha un determinato sistema di cottura, e come legna utilizziamo dei legni particolari, speziati, che danno un sapore unico alle carni.

 

Quando si parla di cucina tipica c'è sempre un po' lo scontro tra l'aderenza totale alla tradizione e il desiderio di inserirsi nella tradizione sperimentando: lei come si pone a riguardo?

A La Tresenda siamo assolutamente per la sperimentazione, pur nel rispetto dei gusti della tradizione. Perché se c’è qualcosa che non bisogna mai penalizzare è il gusto. Ci piace dare un nuovo volto alle ricette tipiche, anche alla cucina di bosco, in genere cercando di renderle un po’ più leggere. Non è vero che si deve per forza rinunciare al gusto per mangiare leggero, dipende dalla bravura di chi cucina, e Mattia, mio nipote, che è il cuoco, ha sicuramente dato prova di ciò.

 

Qual è il suo piatto preferito in assoluto?

I pizzoccheri! Non ho neanche dovuto pensarci!

 

Una domanda che è anche un po’ una curiosità. Ultimamente ci sono sempre più persone che scelgono di eliminare la carne dalla propria dieta, e si sa, la cucina di bosco si fonda prevalentemente sulle carni. Cosa offre La Tresenda a questi clienti?

Offre tantissimo! Sformati, risotti, paste, un po’ tutti i primi in generale, visto che possono essere preparati senza l’utilizzo della carne. Ci sono i formaggi, le uova e le verdure del posto. Gli gnocchi di pane che trovate sul menù sono buonissimi per esempio, e poi ci sono anche i taroz, un altro piatto tipico valtellinese, ovviamente preparati secondo la ricetta tradizionale. Ce n’è veramente per tutti e per tutti i gusti!

 

Gli alpaca hanno suscitato molta curiosità: dove nasce il suo amore per questi animali?

Adoro i lama alpaca, li trovo simpaticissimi! Li ho scoperti grazie a un amico che fa l’allevatore in Sudtirolo, è da lui che abbiamo preso i nostri cavalli, di razza avellinese. Questo mio amico ha l’allevamento di lama alpaca più grande d’Europa, li abbiamo presi lì. Ovviamente, come tutti gli animali, hanno bisogno di determinate attenzioni, vanno educati, e soprattutto devono vivere in ambienti tendenti al freddo. Mi piacciono moltissimo, e sono perfetti per la nostra fattoria didattica. Oltre a cavalli e lama, infatti, abbiamo molti altri animali da cortile, e organizziamo delle visite guidate, soprattutto per i bambini, proprio per farglieli conoscere meglio.

 

Torniamo a 4 Ristoranti: degli altri concorrenti cosa l'ha colpita?

Io mi sono trovata molto bene con tutti, al di là della sfida c’è stato un bello scambio, ma devo dire che la cosa che mi ha colpito di più è stata la passione di Cristina, la cucina del suo locale, e la sua bellissima enoteca.

 

Qual è il segreto di un agriturismo di successo?

Non per suonare ripetitiva, ma senza dubbio la passione per quello che si fa, che in fondo è un po’ il segreto del successo in ogni ambito della vita. Bisogna crederci, bisogna credere nelle persone, bisogna avere un sogno e bisogna saperlo trasmette, saperlo condividere. A La Tresenda non si viene solo per una vacanza o per mangiare certi piatti, si viene per vivere un’esperienza a 360 gradi di immersione in questo posto meraviglioso, in questi boschi meravigliosi che ci circondano.

 

Livigno e Bormio, specialmente Livigno, sono zone "di confine" che prosperano grazie al turismo: come coniugare il rustico della tradizione con uno stile comunque attraente per degli ospiti che arrivano dai posti più disparati?

Penso che la sfida stia nell’offrire una visione della montagna nuova che però allo stesso tempo sia un punto di congiunzione tra passato e futuro, quindi un po’ d’innovazione è giusto che ci sia, anche per quanto riguarda l’aspetto estetico. Come ho detto prima, La Tresenda è un posto caldo, accogliente ed elegante che cerca di venire incontro alle esigenze dei suoi ospiti per restituire loro la migliore esperienza possibile.

 

Cosa vorrebbe per La Tresenda nel futuro?

Che i miei nipoti portino avanti questo sogno. Sarebbe bellissimo.

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