ZeroZeroZero: La recensione dell'episodio 2 della serie tv tratta dal libro di Saviano

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Paolo Nizza

Il secondo episodio di ZeroZeroZero (una serie creata da Stefano Sollima, Leonardo Fasoli, Mauricio Katz e tratta dall’omonimo libro di Roberto Saviano) ci porta alla scoperta delle forze speciali messicane, fra spie e tradimenti. Presentato alla Mostra del cinema di Venezia e intepretato da un cast d'eccezione: Andrea Riseborough, Dane DeHaan, Gabriel Byrne, Harold Torres, Giuseppe De Domenico, Adriano Chiaramida. ATTENZIONE SPOILER

 

ZeroZeroZero: Messicani al grido di guerra

Come nel pilot, la prima parte del secondo episodio di ZeroZeroZero è ambientato in Calabria, sul massiccio montuoso dell’Aspromonte. Qualcuno ha tradito. Il nascondiglio di Don Minu è stato scoperto. Le forze dell’ordine stanno per fare irruzione. Ma il boss ha un piano di fuga. Ancora una volta Stefano Sollima dimostra tutto il suo immenso talento per le scene d’azione, girate sempre con un taglio e uno stile originali. Un’abilità registica confermata anche da un’altra sequenza molto spettacolare.

Da un'altra prospettiva ci viene infatti mostrato l’inseguimento in auto tra l’esercito messicano e i Narcos visto nel primo episodio. Vediamo quindi le volanti dei poliziotti corrotti che tentano di ostacolare le forze speciali. Ma soprattutto vediamo il sergente Manuel Contreras (Harod Torres) soprannominato "vampiro "rubare dal cadavere dell’avvocato del cartello una busta piena di soldi. E sono proprio le forze speciali al centro di questo episodio. Il loro inno recita così: “Messicani al grido di guerra. Preparate l’acciaio e la briglia. E tremi nel suo centro la Terra. Al sonor ruggir del cannone”. Tuttavia la realtà è assai più prosaica, terribile e ambigua. Il sergente sa che lui e i suoi commilitoni non sono altro che carne da macello e che quando non saranno più utili saranno buttati nella spazzatura.

Parimenti al primo episodio di ZeroZeroZero, ancora una volta il concetto di utilità, l’idea di essere un semplice ingranaggio all’interno di un meccanismo di produzione. Se smetti di essere funzionale al sistema non hai più ragione di esistere. Se non crei profitto non vali niente. Insomma, come cantavano i CCCP: “Produci, consuma, crepa”. Sicché per il sergente l’unica legge che conta in guerra è che i tuoi fratelli devono stare dalla tua parte e il nemico di fronte. E se qualche militare sceglie di non seguire il branco dovrà vedersela con Xiuhcoatl, il serpente di fuoco della mitologia che ai giorni nostri si è incarnato nel primo fucile d’assalto fabbricato in Messico.

La forza di Andrea Riseborough e il coraggio di Dane DeHaan

L’altro tema portante del secondo episodio di ZeroZeroZero è l’addio di Edward Lynwood. Nonostante lo speciale giubbotto antiproiettile, il cuore dell’armatore non ha retto al colpo. Gabriel Byrne muore nella sua villa di New Orleans steso sul pavimento del suo salotto, mentre la figlia Emma cerca inutilmente di rianimarlo. È una scena gonfia di dolore e disperazione. Ma siamo tutti di passaggio su questa Terra, come l’insetto che vediamo strisciare in giardino nell’inquadratura successiva. Improvvisamente orfani, fratello e sorella elaborano il lutto in maniera anticonvenzionale. Sdraiati sul letto, in compagnia del corpo esamine del genitore fumano e si abbandonano ai ricordi. È davvero una sequenza toccante.

Purtroppo però non ci si può abbandonare alla cognizione del dolore, ci sono cinquemila chili da trasportare con un container. E soprattutto c’è Stefano, il nipote di Don Minu (interpretato da Giuseppe De Domenico) che vuole sbarazzarsi dei due Lynwood e occuparsi direttamente del trasporto della droga. Emma, però, è una donna volitiva e piena di risorse. Grazie a una mossa inaspettata riesce a far sì che sia suo fratello a occuparsi del carico. Così, nonostante la malattia Chris si ritrova su una nave carica di droga, qualcosa di decisamente diverso dal curare il proprio giardino. Ma a volte la vita ti colpisce e ti stordisce con la stessa forza di un calcio di fucile sulla faccia. E in sottofondo sembra di sentire la voce di un sacerdote che fa da contraltare a una delle scene più spettacolari e sconvolgenti del secondo epidodio di ZeroZeroZero: "Il peccato di credersi migliori. il peccato di credersi indispensabili. Il peccato di credere che la mia volonta è mia e non del signore". Perche anche le vie della droga, come quelle del potere e di Dio ,sono infinite.

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