The Deuce 3, la recensione del finale di stagione e di serie

Serie TV

Linda Avolio

Leggi la recensione del settimo e dell'ottavo episodio di The Deuce 3. La serie creata da David Simon e George Pelecanos per HBO ci saluta con un finale dolceamaro, e non poteva che essere così. - Maggie, Emily, Margarita e le altre: tutte le regine di The Deuce FOTO

The Deuce, stagione 3, episodio 7

The Deuce si è sempre concentrata su due personaggi femminili in particolare, Lori e Eileen. Nel corso degli episodi, e nel corso delle stagioni, le loro esistenze sono spesso state messe a confronto, e non a caso: i personaggi di Gyllenhaal e Meade non potrebbero essere più diversi. Sì, entrambe hanno usato il porno come strumento per migliorare la propria condizione (dalla strada allo studio di registrazione è un bel salto in avanti), entrambe hanno avuto successo nei loro rispettivi ruoli, ed entrambe, nel corso dei 15 anni lungo cui si sono dipanate le vicende della serie, hanno affrontato una multitudine di sfide, spesso uscendone vincenti.

A essere diverso è il modo in cui tutto questo ha lavorato dentro di loro, andando a definire i loro caratteri, e questo settimo episodio chiude il punto sulla questione, peraltro in maniera definitiva per quanto riguarda Lori. Il suicidio del personaggio di Emily Meade, che in questa terza stagione ha veramente dato il meglio di sé, arriva in maniera improvvisa, ma sicuramente non inaspettata. Dopo Frankie, Todd e Rudy, la morte cala nuovamente su questa stagione.

Nel ricreare e nel mostrarci uno spaccato di quel quartiere in quei determinati periodi, The Deuce però non ci ha messo di fronte solo allo sfruttamente e alla durezza della vita della strada: ci ha anche mostrato l'importanza della famiglia, di quella "ereditata" per motivi biologici e di quella scelta per affinità o quant'altro. Pensiamo per esempio al rapporto tra Vince e Big Mike, o a quello tra Bobby e Black Frankie. Ma anche quello tra le sopracitate Eileen e Lori, dove la prima non esita neanche per un momento e offre subito aiuto alla seconda, mentre, per fare un confronto, l'aiuto al figlio è invece stato negato.

Poi, oltre al tema della famiglia, c'è il tema della perdita, portato avanti dal personaggio di James Franco: Vince ha perso Frankie, e ora sta per perdere Mike e Abby. A proposito di Abby, forse il personaggio meno inquadrabile della serie: dopo tre lustri passati all'Hi-Hat, dopo tre lustri passati a riempire buste e a fare donazioni per giuste cause, il personaggio di Margarita Levieva è a un punto di svolta, e la decisione di lasciare Vincent ne è la prova. Non si può ostacolare o fermare il cambiamento, specialmente quello interiore, quello legato ai nostri bisogni e ai nostri desideri.

La scrittura in The Deuce è a dir poco perfetta. Storie e personaggi diversi e a volte distanti, fisicamente ma anche idealmente, sono connessi in maniera assai naturale a livello tematico, e veder convergere un po' tutti in un unico punto, sempre tematicamente parlando, è a dir poco coinvolgente ed emozionante. Spendiamo due parole sul cast, ma proprio due: tutti bravissimi.

 

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The Deuce, stagione 3, episodio 8, finale di stagione e di serie

Eccoci all'epilogo. Anche The Deuce, dopo tre stagioni (che per i personaggi della serie hanno rappresentato ben 15 anni di vita), giunge al termine. D'altronde, la sensazione di inevitabile distacco era presente fin dal primo episodio di questo capitolo finale, e nel corso delle settimane successive non ha fatto altro che diventare sempre più intensa. In generale i finali di serie non sono mai facili, ma, nello specifico, chiudere una serie del genere può diventare una vera e propria mission impossible. Simon e Pelecanos, però, hanno egregiamente superato ogni ostacolo. Forse alcune svolte narrative possono essere sembrate scontate, ma alla fine ogni tassello è andato al suo posto in maniera molto naturale e organica, e sentiamo di poter affermare con decisione che ci troviamo di fronte a un commiato che rasenta la perfezione, una chiusa che rende omaggio allo show e ai personaggi e che, perché no, riesce anche a far scendere qualche maledetta lacrimuccia.

Il finale di stagione e di serie di The Deuce è senza dubbio un episodio catartico, per lo spettatore e per i protagonisti, che si mostrano un'ultima volta e definitivamente senza maschere. Candy, che per anni ha utilizzato il mantra "E' solo sesso!" come un evidente meccanismo di protezione e autoconservazione, si trova a un bivio con Hank, che le chiede - non per vergogna o per questioni di immagine - di non recitare nel porno proposto dall'agente di Lori.

L'orgogliosa, determinata e ostinatamente cocciuta Eileen alla fine resta fedele alla sua linea di pensiero: ce la farà da sola. Peccato che non andrà finire così: i soldi intascati dagli ultimi ciak a luci rosse non basteranno a coprire i giorni di lavoro necessari per finire il suo film. Sarà solo grazie ad Harvey, e lo scopriremo nella coda ambientata nel 2019, che Eileen porterà a termine il suo lavoro. Lavoro che la consacrerà come autrice di spicco nel genere femme erotica. Della serie: va bene l'orgoglio, va bene il volercela fare da soli, ma alle volte accettare i consigli e l'aiuto di qualcuno che ci vuole bene non fa male, anzi. Strepitosa come sempre Maggie Gyllenaal, potente e fragile al tempo stesso. Dispiacerà non vederla più nei panni di Candy.

Due righe su Lori, la cui morte non viene neanche accennata in questo episodio, ma di sicuro non si tratta di una dimenticanza da parte degli autori, bensì di un evidente messaggio: il mondo va avanti lo stesso, a dispetto delle tragedie dei singoli.

Melissa e Reggie si sposano - ovviamente si tratta di un matrimonio tra amici, non di un matrimonio tra amanti, ma il messaggio conclusivo della loro storyline passa forte e chiaro -, Loretta, innamorata ma intenzionata a mantenere la propria indipendenza, eredita l'Hi-Hat da Abby - che decide di tornare a studiare, nella speranza di arrivare ad avere le competenze per poter fare qualcosa di veramente utile per la comunità -, e Gene riesce finalmente a trovare il cavillo per far chiudere gli esercizi commerciali "ambigui" dell'area di Times Square e dintorni e a rendere realtà il piano di riqualificazione (anche se Alston, come vediamo nel corso dell'episodio, è molto meno ottimista, perché sa bene che la situazione è ben lontana dall'essere risolta, e sa che semplicemente i disperati e i disgraziati si sono spostati altrove, non sono magicamente scomparsi).

Poi c'è chi invece chiude non proprio in bellezza: Mike, come preannunciato, muore off-screen e viene trovato ormai putrefatto da Vince; Paul, claudicante e malinconico, è costretto a chiudere il suo locale storico; anche Bobby, dopo aver tentato un inciucio con la mafia russa, deve prendere atto del fatto che i tempi d'oro sono ormai un ricordo lontano. Un veloce saluto a Black Frankie, in partenza per Baltimora, e via, è tempo di pensare al domani.

Veniamo dunque a Vince, grande protagonista di questo finale. Il personaggio principale di Franco in questa stagione ha visto il proprio mondo crollargli sotto i piedi, e non è un caso che tocchi proprio a lui fare da "traghettatore" verso la chiusa della serie. Vincent Martino, l'unico personaggio che ha sempre concretamente cercato di guardare più in là del proprio naso e di proiettarsi nel futuro, si ritrova per la prima volta senza niente tra le mani. Non ha più un gemello, non ha più un locale da gestire, e non ha più Abby. Sganciatosi definitivamente da Tommy Longo e dalla mafia - i tempi delle grasse bustarelle non torneranno più -, Vince è finalmente libero. Ma dentro rimarrà per sempre legato a quei maledetti e benedetti quindici anni.

Lo ritroviamo nel 2019 in una Times Square che è semplicemente un altro pianeta. La scena ambientata al bar dell'hotel in cui è ospite, quelle quattro chiacchiere col giovane collega bartender, è un espediente narrativo per far sapere agli spettatori che Eileen è morta ma che è diventata un'autrice cult, seppur nella sua nicchia, ma è anche il modo in cui gli autori danno voce allo stato interiore di Vince. La camminata finale, con le "visioni" degli amici e dei compagni di viaggio ormai passati a miglior vita, è un colpo al cuore, per il personaggio di Franco - eccellente in questo episodio - e per gli spettatori.

La vecchiaia è quel periodo della vita in cui i ricordi sono ormai molto più numerosi dei sogni, non c'è molto altro da aggiungere. Quell'incamminarsi in metropolitana insieme al gemello - Frankie Martino, ageless!! - è il finale perfetto. Eppure c'è ancora qualcosa, manca ancora qualcuno: Abby. Che, smartphone all'orecchio e tailleur da regina del foro, attraversa sicura la strada mentre discute un caso con un collega. Sullo sfondo, la "nuova" Times Square sognata da Goldman, e un incessante flusso di persone, un infinto viavai di turisti e residenti. Perché la vita, in un modo o nell'altro, va comunque avanti.

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