The Affair 5, la recensione degli episodi 7 e 8

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Leggi la recensione del settimo e dell'ottavo episodio della quinta e ultima stagione di The Affair, in onda su Sky Atlantic ogni martedì alle 21.15.

The Affair, stagione 5, episodio 7

Il settimo episodio di The Affair 5 apre le danze verso la parte finale della stagione e della serie. Da qui in avanti i personaggi principali (Noah, Helen, Whitney e anche Joanie) cominceranno una discesa verso il basso che li porterà nel punto più buio, in un'infinita catena di decisioni e persone sbagliate al momento sbagliato. D'altronde, bisogna toccare il fondo per poter risalire.

Noah e Whitney sono costretti a passare del tempo insieme per organizzare il matrimonio di lei - Helen è dovuta rimanere a Los Angeles causa lavoro -, ed è chiaro fin da subito che le discussioni relative alle spese per la cerimonia nascondono in realtà qualcos'altro: i problemi mai superati della loro relazione padre-figlia. E anche il fatto che Whitney ha tradito Colin con Furkat, cosa che, in fondo, non la rende migliore del neanche troppo segretamente disprezzato genitore.

Noah è ben consapevole dei propri errori, e infatti per tutta questa stagione, e per buona parte della precedente, è stato "modalità espiazione", con risultati però altalenanti. La decisione di aiutare la figlia in un momento del genere anche a costo di rimanere senza un dollaro è solo una dei modi in cui Solloway spera di fare i conti col passato. Anche la scelta di tentare di andare a salutare la piccola Joanie - che per i primi due anni della sua vita è stata praticamente sua figlia - va in questa direzione. Eppure, sembra proprio che il destino ce l'abbia con lui: non importa quanto provi a sistemare e cose, perché dietro l'angolo c'è un nuovo guaio.

La chiamata di Petra, che gli chiede se tra lui e Eden ai tempi del tour promozionale di Descent c'è stato qualcosa di fisico, è l'esempio perfetto: 

Detto ciò, è bene ricordare che nella seconda stagione il presunto incontro carnale tra Eden e Noah ci è stato mostrato dal punto di vista di quest'ultimo, dunque non c'è modo di sapere la verità in merito: lui dice che a provarci è stata lei, lei dice che lui ha approfittato della situazione, e a noi spettatori spetta l'arduo compito di farci un'opinione in merito. Qualcuno prenderà le parti di Noah, qualcun altro quelle di Eden, ma, di fatto, non avremo mai una presentazione oggettiva e obiettiva di quanto accaduto. The Affair va a toccare un argomento molto delicato e, volutamente, non prende una posizione precisa. Il che, a volerla dire tutta, è una presa di posizione. Ma non divaghiamo.

Nella spirale di disperazione in cui Noah sta per cadere, almeno un momento positivo però c'è: il fatto che, finalmente, Solloway e la figlia abbiano parlato e si siano riavvicinati per davvero. Un successo, considerando che nella seconda stagione, durante il party a casa di un produttore, c'era stato quel super imbarazzante incontro in piscina...

Passiamo poi a Joani, che riesce a rintracciare Benjamin Cruz - che negli anni ha aperto una clinica in cui lavora con pazienti affetti da PTSD, disturbo da stress post traumatico, la stessa cosa di cui ha evidentemente sofferto lui, che però invece di chiedere aiuto si è rifugiato nell'alcol - e a fargli incredibilmente ammettere la verità. Il twist finale - Ben che ritratta tutto davanti alla polizia e fa passare Joanie per disturbata - è forse un po' posticcio, ma serve per il personaggio di Anna Paquin: Alison forse non avrà mai giustizia "ufficialmente", ma almeno ora Joanie sa la verità, e potrà smettere di odiarla.

Qualche nota conclusiva: ma quanto è bella Whitney con indosso il vestito del matrimonio di sua madre? E quanto ci è piaciuto il personaggio di Julia Goldani Telles quando ha urlato alla commessa del negozio di abiti matrimoniali che pagare una tale cifra per un vestito è una cosa folle? Whitney in questa stagione è forse il personaggio più gradevole, il che la dice lunga su come siano messi gli altri! Altra cosa importante: non firmate MAI dei documenti senza aver letto tutte le clausole, non fate come Joanie!

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The Affair, stagione 5, episodio 8

L'ottavo episodio di The Affair 5 è ambientato interamente nel presente narrativo della serie, dunque niente Joanie, e si concentra su un giorno specifico: il giorno del compleanno di Helen. Due sono i punti focali: il discorso sulla maternità e il discorso su quanto fatto o non fatto da Noah anni addietro. Dal punto di vista del personaggio di Maura Tierney è tutto nella norma: anche in una giornata come quella, Helen si concentra prima di tutto sui bisogni degli altri, cosa che, nel corso della serie, ha sempre fatto. Ma andiamo con ordine.

Helen odia il suo compleanno, ma la giornata inizia bene, perché viene scelta da una prestigiosa agenzia di design d'interni. Tornata a casa, però, nel vialetto incrocia un'assistente sociale che sta indagando su quanto accaduto al piccolo Eddie (ci riferiamo ovviamente a quanto accaduto nel quinto episodio). Ben consapevole che Sierra, nonostante si stia impegnando parecchio, è a tanto così da farsi portare via Eddie, Helen fa ciò che ogni persona responsabile farebbe, e invita la ragazza a stare da lei per un po'. Crisi evitata.

Da lei, però, c'è Sasha, che è tornato da chissà dove solo per farle una sorpresa e che è piuttosto irritato all'idea di non averla tutta per sé. Sì, Stacey ha ragione: Mr. Mann ha bisogno di avere il controllo, e quando non ce l'ha mostra la sua vera natura. Del rapporto tra Sasha e Christianna ci importa fino a un certo punto: ciò che conta, qui, è che, giorno dopo, giorno, Helen vede dei lati del suo nuovo partner che non le piacciono poi così tanto... In realtà, a onor del vero, Sasha non è peggiore degli altri personaggi: semplicemente è, proprio come loro, un banale essere umano, con i suoi pregi e i suoi difetti.

Il siparietto tra Adeline, che si presenta all'improvviso, e Sasha è a dir poco imbarazzante, anche se non del tutto improbabile: si tratta pur sempre di due colleghi che si ritrovano per caso e che partono subito per il viale dei ricordi. Tornando a Helen: l'idea di prendere Sierra sotto la sua ala non è necessariamente buona, ma quantomeno è ciò che una persona adulta e responsabile farebbe. Lo stesso non si può dire di Noah, che passa la sua parte dell'episodio a comportarsi come un bambino petulante. Il che è frustrante per lo spettatore, perché Solloway potenzialmente è un uomo intelligente e anche sensibile, ma poi, di fatto, si ritrova sempre a fare le scelte peggiori.

La sua amica Ariel, il suo editore e il suo avvocato gli danno dei buoni consigli, ma lui non solo non li ascolta: addirittura fa l'esatto opposto. Perché? Perché è convinto di non aver fatto niente di male, come ogni #maschiobiancoetero del pianeta che non si accorge di vivere immerso nel privilegio. Solo che adesso il #metoo è qualcosa di tutto sommato recente, e ciò significa solo una cosa: stavolta Noah dovrà affrontare le conseguenze delle sue azioni nelle passate stagioni. Si è scavato e sta continuando a scavarsi da solo la fossa (l'incontro con Petra va esattamente nella direzione opposta rispetto a quella sperata). Il punto più basso è quando dice a Eden "Io ho due figlie!!", come se il solo fatto di essere il padre biologico di due esseri umani di sesso femminile sia una difesa automatica da ogni accusa di molestia.

Alcune note finali. Non è stata Eden a cercare Petra, ma il contrario, e ciò può significare solo una cosa: che qualcuno ha detto alla reporter di andare a cercarla e di farle delle domande precise. Chi sarà stato? Ovviamente Adeline e Sasha si conoscono: alla fine, Hollywood è più piccola di quanto non possa sembrare.

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