Queste oscure materie, la recensione del sesto episodio della serie tv

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Linda Avolio

Leggi la recensione del sesto episodio di His Dark Materials - Queste oscure materie, in onda ogni mercoledì sera alle 21.15 su Sky Atlantic. - Ruth Wilson, le foto più belle della protagonista di His Dark Materials

Queste oscure materie, episodio 6: la recensione

Il sesto episodio riprende esattamente da dov’era finito il quinto: da Lyra tra le mura della stazione scientifica di Bolvangar. Sappiamo bene cosa succede in quel posto, un evidente richiamo ai campi di concentramento e agli esperimenti fatti sui bambini dai nazisti, ma ora ci tocca vedere le conseguenze dell'organismo di cui è a capo Marisa Coulter. E ciò che vediamo è semplicemente straziante. Separare un essere umano dal proprio daimon significa togliergli per sempre una parte preziosa, la parte più preziosa: la propria anima. Senza i nostri sogni, i nostri desideri, le nostre speranze, senza ciò che ci rende unici al mondo, non siamo altro che gusci vuoti. Gusci vuoti assolutamente controllabili e plasmabili…ed è esattamente ciò che vuole il Magisterium.

E’ proprio attraverso gli occhi di Lyra e di Roger – ancora “integro” e, nonostante la paura, pronto a seguire la sua migliore amica – che scopriamo gli orrori perpetrati in quel posto. Prima le gabbie in cui sono stati rinchiusi i daimon tagliati via, e poi lo stanzone in cui dormono i bambini che sono stati sottoposti a quella barbarica procedura. Da una parte daimon muti e dallo sguardo assente, dall’altra bambini con la testa rasata e con gli occhi vuoti. Veramente inquietante. Sapevamo che la piccola Bridget stava andando incontro a qualcosa di terribile, ma rivederla in quelle condizioni è stato veramente un colpo.

Apriamo qui una piccola parentesi e facciamo i complimenti a Lewin Lloyd, l’interprete di Roger, che nel corso dell’episodio riesce a mostrarci il cambiamento interiore del suo personaggio grazie a poche e ponderate scelte recitative. Prendiamo per esempio la scena in cui Lyra si mette a lanciare palle di neve per creare caos: Roger è dapprima terrorizzato, ma poco dopo i suoi occhi si accendono, memori dello spirito indomabile della sua amica. E poi si riempiono di lacrime, di tristezza e di disperazione quando trovano vuota la gabbia di Ratter, il daimon di Billy Costa. A causa dei traumi subiti, Roger è cambiato, non è più il ragazzino spensierato che lavorava al Jordan College. Eppure è pur sempre sé stesso, e il rinnovato legame con Lyra lo riporta all’azione. Ci sono attori adulti che dopo anni e anni di carriera faticano a trasmettere i moti interiori dei propri personaggi in maniera così efficace, dunque pollicioni in alto per il giovane Lewin!

La dottoressa inquietante e il giovane dottore che inizia a mettere in dubbio l’eticità degli esperimenti condotti a Bolvangar discutono. Lei è convinta di essere dalla parte del giusto, perché in quel posto si sta cercando il modo per “liberare per sempre intere generazioni dalla tirannia del peccato,” mentre lui è decisamente meno convinto. L’arrivo della Signora Coulter, a capo dell’Intendenza Generale per l’Oblazione, li mette in allarme.

Marisa vuole vedere in azione la macchina che separa i bambini dai loro daimon, e appare evidente, dal modo in cui lei e gli scienziati discutono, che il riferimento a una famigerata tipologia di operazioni al cervello è a dir poco esplicito. Tagliare via un daimon a un bambino è come fargli una lobotomia, e proprio come una lobotomia serve a renderlo mansueto e controllabile. Niente più fantasia, niente più ribellione: niente più “peccato,” qualunque cosa ciò significhi.

Con l’aiuto delle sue compagne di cella, Lyra riesce a evitare di essere vista da sua madre, ma poi, ironia della sorte, viene scelta come cavia. La giovane protagonista e Pantalaimon sono nella macchina separatrice, pronti per la procedura. Marisa osserva dalla sala di comando. Lyra urla, scalcia, ma non riesce a liberarsi. Alla fine a salvarla è proprio la parentela con la persona che in quel momento più odia al mondo. “Mammaaaaa!!!” urla Lyra, e a quel punto la Signora Coulter si rende conto di cosa sta succedendo. Separazione bloccata, quantomeno per ora.

Lo scambio successivo tra le due chiarisce un po’ la situazione. “Gli adulti sono infettati così profondamente dalla Polvere che ormai per loro è troppo tardi. Sono condannati a una vita di peccato, senso di colpa e rimpianti,” dice alla sua bambina Marisa, ed è evidente che il progetto di cui è a capo si basa sul suo gigantesco desiderio di poter essere libera proprio da tutto ciò: peccato (quello stesso peccato che l’ha portata a tradire suo marito, con tutte le conseguenze del caso), senso di colpa e rimpianti. Per gli adulti dunque è tardi, ma i bambini possono essere “salvati” prima di raggiungere la pubertà, cioè il momento in cui il loro daimon prende una forma definitiva.

Lyra ovviamente non è d’accordo, ma fa leva sulle ferite emotive della madre e sul suo desiderio di avere un rapporto con lei per ingannarla e fuggire. Quando infatti la Signora Coulter le chiede di darle l’aletiometro, Lyra capisce che Marisa è ormai al di là di qualsiasi possibilità di redenzione. Sua madre è il nemico, e se il nemico non si può, quantomeno per ora, sconfiggere, si può eludere. La scena in cui i personaggi di Dafne Keen e Ruth Wilson urlano l’uno contro l’altro attraverso la porta è magistrale: in Lyra c’è qualcosa della sua genitrice, volente o nolente.

In mezzo al caos, la nostra eroina si riappropria dei suoi abiti (e dell’aletiometro), e poi, mentre i suoi fratelli e le sue sorelle di gabbia cominciano a scappare, manda Roger a raccogliere i bambini che hanno avuto la sfortuna di finire nella macchina separatrice. Lei invece si occuperà di una questione fondamentale: la distruzione di quello strumento di tortura. L’arrivo dei Gyziani, di Scoresby e di Iorek è provvidenziale, ma è l’arrivo di Serafina, che evidentemente ha cambiato idea, a capovolgere le sorti dello scontro. Ribelli 1, Magisterium 0.

I bambini – quelli ancora integri e quelli andati incontro a un terribile destino – si mettono in marcia con Ma Costa e Lord Faa, che giustamente si chiede cosa succederà a chi non verrà riaccolto dalla propria famiglia. Lei non ci pensa su neanche un secondo e ribatte: li accoglieremo noi.

Le tribolazioni di Lyra, però non sono ancora finite: insieme a Roger, a Lee e a Iorek, andrà a liberare suo padre. Di notte, mentre la mongolfiera fluttua nell’aria in direzione Svalbard, ecco comparire di nuovo Serafina Pekkala. Mentre Iorek, Roger e Lyra dormono, Lee e la strega parlano, e scopriamo che è stata proprio Serafina a ingaggiare l’aeronauta per accompagnare la giovane Prescelta nel suo viaggio e proteggerla. La sua vita è importantissima, perché solo lei potrà cambiare le sorti del mondo. O meglio, dei mondi. Ma dopo l’addio dell’affascinante creatura, la mongolfiera viene attaccata da dei mostriciattoli alquanto aggressivi. Nella concitazione del momento, lo sportello d’accesso della navicella si apre, e Lyra scivola nel vuoto…

Queste oscure materie, le foto del quinto e del sesto episodio della serie tv fantasy

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