In Treatment: 5 motivi per cui non potete perdere la stagione finale

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Foto di Antonello & Montesi
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La stagione finale di In Treatment, la terza, arriva su Sky Atlantic. L’appuntamento è ogni sabato alle 21.15 a partire dal 25 marzo, e finalmente rivedremo il Dr. Mari. Insieme a lui, cinque nuovi personaggi: quattro pazienti (Rita, Padre Riccardo, Luca, e Bianca) e una nuova collega (Adele) a cui Giovanni si affiderà per il suo personale percorso di terapia. Ecco perché non potete proprio perdere i nuovi episodi

 

di Linda Avolio

 

 

“E’ la storia di un uomo che cerca la verità su se stesso aiutando gli altri a individuare la loro verità su se stessi”, dice Nicola Lusuardi, responsabile della supervisione editoriale della stagione finale di In Treatment, e non si può che essere d’accordo con lui, non soltanto perché è tra le persone che meglio conosce la serie, ma anche perché in questa frase c’è l’essenza stessa dello show.

 

La stagione finale di In Treatment, la terza, arriva su Sky Atlantic. L’appuntamento è ogni sabato alle 21.15 a partire dal 25 marzo, e finalmente rivedremo il Dr. Mari. Insieme a lui, cinque nuovi personaggi: quattro pazienti (Rita, Padre Riccardo, Luca, e Bianca) e una nuova collega (Adele) a cui Giovanni si affiderà per il suo personale percorso di terapia dopo l’addio ad Anna. Ecco perché non potete proprio perdere i nuovi episodi.

 

Per le nuove storie. Caratteristica di In Treatment è il quasi totale rinnovamento del cast principale a ogni stagione, e anche la terza non fa eccezione. Anzi, questa volta Sergio Castellitto è proprio l’unico superstite! Ad affiancarlo, Margherita Buy (Rita, la paziente del lunedì), Domenico Diele (Padre Riccardo, il paziente del martedì), Luca (Brenno Placido, il paziente del mercoledì), Bianca (Giulia Michelini, la paziente del giovedì), e Adele (Giovanna Mezzogiorno, la nuova terapeuta di Giovanni). Ma non è tutto: i personaggi di Padre Riccardo e Bianca sono totalmente inediti, frutto della scrittura degli sceneggiatori italiani, e non adattamento di personaggi statunitensi.

 

Perché anche Hagai Levi dice che è l’adattamento migliore mai realizzato. Hagai Levi, creatore di BeTipul, il format israeliano originale da cui sono stati tratti adattamenti in tutto il mondo (Stati Uniti d’America, Serbia, Olanda, Argentina, Italia, Giappone, giusto per citare alcuni paesi), ha dichiarato che secondo lui quello italiano è il miglior adattamento mai realizzato. Un endorsement di tutto rispetto!!

 

Per la bravura del cast e per "rispetto" verso Sergio Castellitto, che anche stavolta ha fatto un lavoro immane. Come gli stessi interpreti hanno ripetuto più e più volte nei video promozionali di questa terza stagione (clicca qui per la playlist con tutti i video su In Treatment), recitare in questa serie è un’esperienza unica proprio per le caratteristiche stesse del format. Ciak infiniti, momento di silenzio a volte molto lunghi, un carico emotivo estremamente intenso, quasi per tutti lavorare sul set di In Treatment è stata una vera e propria sfida. Ovviamente il campione indiscusso è Sergio Castellitto, che è presente in ogni singolo episodio, in ogni singola scena, fin dall’inizio! Non osiamo neanche immaginare lo sforzo attoriale richiestogli!

 

Per avere una migliore comprensione della natura umana. In Treatment è intrattenimento, non è un documentario e non è un trattato di psicologia, ma la cura con cui negli anni sono stati scritti i dialoghi e le storie parla da sola: la serie è assolutamente verosimile, dunque non è sbagliato affermare che, grazie a In Treatment, gli spettatori hanno avuto la possibilità di entrare in contatto con situazioni magari molto distanti dalle loro vite.

 

Per vedere la chiusura di un percorso iniziato anni fa e salutare come si deve il Dr. Mari. Qualcuno segue la serie fin dal “lontano” 2013, qualcun altro l’ha scoperta più tardi, ma chi ha deciso di seguire le storie del Dr. Mari e dei suoi pazienti non ha potuto fare a meno di restare incollato allo schermo dai titoli di testa ai titoli di coda per 70 episodi. E ora ne arrivano altri 35, altrettanto coinvolgenti e altrettanto ben scritti e ben recitati. Ormai per i fan della serie il Dr. Mari è una presenza costante, quasi un amico: l’abbiamo visto nelle vesti del professionista, ma anche in quelle dell’uomo, con i suoi momenti di rabbia, di tristezza e di frustrazione. Tra 7 settimane dovremo dirgli addio, e se da una parte ci dispiacerà, dall’altra non vediamo l’ora di vedere cosa il destino ha in serbo per lui.

 

 

 

 

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