Il Trono di Spade 8, la recensione dell’episodio 6, il FINALE DI SERIE

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Linda Avolio

Daenerys ha rinconquistato ciò che ha sempre considerato suo di diritto col fuoco e col sangue...ma il Trono di Spade è un trono che non ha pietà per nessuno. Leggi la recensione del sesto e ultimo episodio dell'ottava stagione di Game of Thrones, il FINALE DI SERIE - OVVIAMENTE PERICOLO SPOILER PER CHI NON HA VISTO L'EPISODIO - Il Trono di Spade 8, la recensione dell’episodio 5: Fuoco e sangue

Approdo (distrutto) della Regina

L'ultimissimo episodio di Game of Thrones, il finale di serie, si apre ovviamente sulle rovine fumanti di Approdo del Re. In un'aria così carica di cenere da far quasi sembrare che anche lì, anche nelle Terre della Corona, sia arrivata la fredda neve del nord, Tyrion, Jon e Ser Davos osservano ciò che resta della Capitale. Un uomo ustionato e in stato di shock passa loro accanto, e intanto vediamo sul suolo i cadaveri carbonizzati dei cittadini. Tra questi ci sono anche quelli della bambina e della donna che Arya ha tentato di aiutare. Una campana riversa a terra - una campana che, nonostante abbia suonato, nulla ha potuto contro la furia distruttrice di Daenerys - è il simbolo della tragedia che ha investito la città. 

Mentre Tyrion si dirige da solo veso la Fortezza Rossa, verso ciò che ne rimane, Jon e Ser Davos si imbattono in Verme Grigio e in un manipolo di Immacolati che sta giustiziando gli ultimi soldati Lannister rimasti in vita. Il tentativo dell'ex Re del Nord di fermare quest'ulteriore carneficina gratuita cade nel vuoto, e a quel punto Jon non può fare a meno di chiedersi se è questo il futuro che aspetta i Sette Regni. Che il personaggio di Kit Harington avesse cominciato ad avere dei dubbi su Daenerys già nel precedente episodio era parso chiaro praticamente a chiunque, ma ora ne abbiamo la certezza. Jon ha giurato fedeltà alla Madre dei Draghi, ma non sarà complice di una tiranna.

 

L'ultimo dei Lannister

Tyrion raggiunge dunque la Fortezza Rossa, e, dopo aver attraversato il famoso cortile interno su cui Cersei fece dipingere la mappa dei Sette Regni - mappa che ormai è completamente rovinata e ricoperta di rovine, una rappresentazione forse un po' didascalica ma assai precisa dello stato attuale dei Sette Regni in quanto istituzione, non in quanto continente -, scende la scalinata che porta alle cripte. Lì, sotto un mucchio di mattoni, trova i cadaveri dei fratelli, che sono morti l'uno nelle braccia dell'altra. Purtroppo il suo piano non ha funzionato. Il Folletto piange, ma allo stesso tempo è furioso. In questo momento abbiamo la certezza che Tyrion farà tutto ciò che potrà per evitare che Daenerys regni sul Continente Occidentale. E' una certezza. E' una promessa. 

 

You're a dragon, be a dragon!

Dopo l'incontro tra Arya e Jon, che si vedono per la prima volta dopo la "battaglia", ecco arrivare la nuova regina. Bellissima l'immagine di Daenerys in cima alla scalinata della Fortezza Rossa che "impalla" Drogon e che si "impossessa" delle sue ali: quella è la sua vera natura. La natura di un drago. Gradino dopo gradino, Jon si rende veramente conto di chi sia (diventata) questa giovane donna che col suo carisma è riuscita a fare breccia dentro il suo cuore. Abbiamo visto tante volte la Madre dei Draghi lanciarsi in discorsi di incitamento e incoraggiamento: finora ci erano sempre sembrati sensati, finora si era trattato del richiamo, in dothraki o in valyriano, di una combattente ai suoi fedelissimi. Ma adesso la situazione è completamente ribaltata. Ora questi stessi discorsi incutono terrore.

Dopo aver nominato Verme Grigio Maestro della Guerra, Daenerys comincia a parlare della liberazione non solo di Westeros (da Grande Inverno a Dorne) ma del mondo intero (Essos e ancora più in là), ed è evidente che sarà possibile fermarla in un solo modo. E così infatti sarà. Il gesto di Tyrion, quel suo strapparsi la spilla di Primo Cavaliere dal petto e quel suo gettarla lontano da sé, parla chiarissimo. Mentre il Folletto viene portato via con l'accusa di alto tradimento, Jon osserva, vede quanto siano esaltati Dothraki e Immacolati, ma, non conoscendo le lingue in cui si è espressa Daenerys, non capisce quali siano le reali intenzioni della nuova regina. Nonostante non sappia niente, riesce comunque a intuire che non si tratta di nulla di buono...

 

 

 

 

 

Il complotto

A dare inizio al "risveglio" di Jon sono le parole di Arya - che, quasi sicuramente, un po' di valyriano lo mastica - che gli dice chiaramente che Daenerys vedrà sempre Sansa come una nemica (e sappiamo bene cosa fa la Madre dei Draghi ai suoi nemici!). "Riconosco un'assassina quando ne vedo una", dice la giovane Stark, e sappiamo tutti, Jon compreso, che ha ragione da vendere. E' però il successivo colloquio con Tyrion a spingerlo all'azione. Il Folletto sa che morirà a breve, ma intanto non può fare a meno di sentirsi in colpa per quanto fatto a Varys e per l'orrenda fine degli abitanto di Approdo del Re (io ho scelto, loro no).

Dopo aver spiegato a Jon le vere intenzioni di Daenerys, che vuole liberare, cioè conquistare, il mondo intero, Tyrion rigurgita una domanda che costringe l'ex bastardo di Ned Stark ad aprire gli occhi e a osservare la terribile verità: "Tu l'avresti fatto?" "L'amore è la morte del dovere", disse anni addietro il saggio Maestro Aemon a Jon, e Tyrion gli fa notare che anche il contrario ha senso. C'è una sola cosa da fare se si vuole evitare un'altra, l'ennesima, carneficina. C'è una sola cosa da fare per proteggere Sansa, Arya e milioni di innocenti.

 

La morte di Daenerys

Quando Jon si avvicina all'ingresso che porta alla sala del trono, dapprima viene fermato da Drogon (molto bella la trovata del drago che, ricoperto di cenere, si mimetizza con le rovine della Fortezza Rossa!), ma poi l'imponente e letale bestia, causa sangue Targaryen, lo lascia passare.

In una sala del trono dal soffitto completamente sventrato vediamo concretizzarsi la visione avuta da Daenerys dentro la Casa degli Eterni nel finale della seconda stagione. La Madre dei Draghi si avvicina all'ambito trono, finalmente può toccarlo con le sue mani, finalmente è suo. Non riesce, però, a sedervisi sopra, perché viene interrotta da Jon. Ancora non sa che su quel trono non si siederà mai. Dopo un acceso scontro a parole riguardo quanto successo ad Approdo del Re, Jon prova a far ragionare la sua regina e a convincerla a perdonare Tyrion, ma lei non si piega.

Daenerys si vede chiaramente come una liberatrice, è ancora convinta che il suo compito, il suo destino, sia quello di spezzare quella maledetta ruota, addirittura chiede a Jon di unirsi a lei, e lui, che sa di avere una missione da portare a termine, si lascia avvicinare. Un ultimo bacio, e poi la morte, che arriva con una coltellata al cuore: il viaggio di Daenerys finisce qui, tra le braccia dell'unico altro Targaryen rimasto al mondo. Di nuovo, Jon, messo di fronte al dovere, arriva a sacrificare l'amore per il bene più grande.

Straziante la scena in cui Drogon si avvicina al cadavere della madre e la tocca col muso, tentando di farla svegliare. Altrettanto straziante la scena in cui il drago prende delicatamente il corpo di Daenerys tra i lunghi artigli e poi vola via. Tornerà a Essos, tra le rovine dell'antica Valyria? Non lo sapremo mai. Ciò che però sappiamo con certezza è che, anche nel mondo di Game of Thrones, gli unici esseri fedeli sempre e fino alla fine sono solo gli animali!

La circolarità è qualcosa di pressoché inevitabile in un finale di serie, e Game of Thrones non fa eccezione: il Trono di Spade, quel maledetto trono forgiato da Aegon il Conquistatore più di 300 anni prima grazie al fuoco di un drago, Balerion, proprio da un drago (l'ultimo che volerà mai su Westeros?) viene distrutto per sempre. Il ferro delle spade si scioglie travolto dalle fiamme che escono dalla bocca di Drogon (che in un primo momento forse ha anche pensato di dare fuoco a Jon, ma che poi si è fermato, perché lui è pur sempre un Targaryen!): il simbolo della conquista dei Signori dei Draghi, il simbolo della schiavitù di Westeros, soggiogato dalla Ruota per secoli, viene eliminato una volta per tutte. Ma perché Drogon decide di sciogliere il Trono di Spade? Semplice: perché è per colpa di quel trono, e di ciò che quel trono rappresenta, che sua madre è morta.

Non possiamo non fare i complimenti a Emilia Clarke, che fino all'ultimo (e nonostante la velocità con cui Daenerys ha subito un certo cambiamento per ragioni di avanzamento della storia) ha fatto un lavoro fantastico: Emilia, sarai sempre la Khaleesi del nostro cuore!!

 

La ruota è spezzata, ma c'è bisogno di un sovrano

Ritroviamo i nostri eroi qualche settimana dopo, e li ritroviamo a Fossa del Drago. I lord e le lady più importanti del Continente Occidentale - tra cui Samwell Tarly, Edmure Tully, Robyn Arryn, Yohn Royce, il nuovo Principe di Dorne, Yara Greyjoy, Gendry Baratheon e ovviamente Sansa, Bran e Arya - si trovano lì perché bisogna decidere cosa fare anzitutto di Tyrion e di Jon, e poi del reame. Tyrion, portato al cospetto dei suddetti lord e lady da Verme Grigio, torna finalmente a essere "l'uomo più intelligente dei Sette Regni", e propone che venga scelto un re o una regina, perché solo un sovrano o una sovrana possono decidere la sorte dei prigionieri.

Dopo il siparietto di Edmure - che si fa avanti ma che viene immediatamente rimesso al suo posto da Sansa -, alla fine la scelta ricade su Bran, il detentore dell'intera Storia del Continente Occidentale: Bran the Broken (Bran lo Spezzato), primo del suo nome, è il nuovo sovrano dei Sei Regni. Sì, sei, non sette, perché Sansa, coerente e determinata fino alla fine, chiede e ottiene l'indipendenza del Nord. Ad ogni modo, la ruota ormai è decisamente rotta: Bran è il primo sovrano tale per scelta e non per diritto di nascita. E Tyrion e Jon? Il primo, come si poteva facilmente immaginare, viene scelto come Primo Cavaliere (speriamo che qualcuno abbia recuperato la sua spilla, a questo punto!), mentre il secondo, ovviamente su suggerimento del Folletto, verrà rispedito al nord, dove si unirà ai ri-formati Guardiani della Notte (perché, come sottolinea Tyrion, ci sarà sempre bisogno di un posto per i bastardi e i criminali).

Verme Grigio non è per niente contento di questa decisione, voleva giustizia per la sua regina, ma, alla fine, non può fare altro che accettare il volere del nuovo sovrano. Bran, però, lo libererà a brevissimo dai suoi obblighi, e l'ultima volta che vedremo l'Immacolato sarà su una barca, pronto a salpare insieme ai Dothraki e ai suoi compagni verso l'isola di Naath.

 

Gli ultimi Stark

E' Tyrion ad andare da Jon per comunicargli la "bella" notizia e la sua imminente partenza. Dunque alla fine si è raggiunto un compromesso, e prova ne è il fatto che, come ben dice il Folletto, "Nessuno è felice." Prima di lasciare un'Approdo del Re che in poche settimane si sta rialzando, Jon, ora nuovamente col capello libero al vento, saluta i fratelli/cugini. Decisamente commovente il saluto con Sansa, che gli mostra tutta la sua riconoscenza: "Il Nord è libero grazie a te." Poi l'addio ad Arya. "Vieni a trovarmi", le dice lui, ma lei ha già deciso: non tornerà al Nord. Il futuro per lei è a ovest di Westeros, alla scoperta di nuove terre.

Infine, il saluto a Bran. Jon è dispiaciuto di non essergli stato più vicino durante gli ultimi anni, è dispiaciuto di non averlo aiutato nei momenti più difficili, ma Bran lo rassicura: "You were exactly where you were supposed to be", eri esattamente dove dovevi trovarti. Gli ultimi Stark - perché anche Jon per parte di madre è comunque uno Stark - si salutano, ma ci piace pensare che, prima o poi si rivedranno.

 

Il nuovo Concilio Ristretto

Dopo una parentesi in cui vediamo Brienne completare la pagina relativa a Jaime nel gran librone che contiene i nomi di tutti i Capitani della Guardia Leale - Died protecting his Queen, è morto per proteggere la sua Regina, sono le ultime parole della storia dell'ex uomo senza onore -, è tempo della prima seduta del nuovo Concilio Ristretto. Presiede Tyrion, Primo Cavaliere. Presenti Ser Brienne di Tarth, Capitano delle Guardie Reali, Se Bronn delle Acque Nere, Maestro del Conio, il Gran Maestro Samwell Tarly (che, come previsto dai fan, ha portato a termine le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco), Ser Davos, Maestro delle Navi, e, ovviamente, Re Bran. Niente più Maestro dei Sussurri, delle Leggi e delle Guerre. Dalle fognature alla riapertura dei bordelli, è tempo di ricostruire e di guardare al futuro. 

 

The Queen in the North, Spettro e un nuovo mondo da scoprire

Il finale di serie di Game of Thrones si chiude, ovviamente, sugli Stark, su tre in particolare: Arya, Sansa e Jon. La prima la vediamo su una nave, in partenza verso l'ignoto, mentre la seconda la vediamo mentre viene ufficialmente proclamata Queen in the North, Regina del Nord, con tanto di sobria corona e di abito con le maniche ricamate con le foglie dell'albero diga. Poetico.

E Jon? Jon è effettivamente tornato a Castello Nero, solo che lì non c'è più nessun Ordine a cui unirsi. I Guardiani della Notte, infatti, non esistono più: si è trattato solo di una stratagemma di Tyrion, che, nel tentativo di salvare la pelle all'amico - perché Jon, non dimentichiamolo, si è sacrificato per il bene di tutti, e ora tocca a lui portare dentro il peso delle proprie azioni - ha sapientemente manipolato le informazioni in suo possesso in modo da tenere a bada Verme Grigio. 

A Castello Nero, infatti, l'ex bastardo di Ned Stark non trova Corvi, bensì Bruti: ad accoglierlo è Tormund, che, insieme al resto del Popolo Libero, ha fatto tappa proprio lì. C'è anche qualcun altro però: Spettro! Finalmente il fedele metalupo viene salutato come si deve, con un paio di coccole ben assestate!

Non essendoci dunque nessun Ordine a cui unirsi, Jon, alla fine, parte insieme ai Bruti, e con loro, oltrepassata un'ultima volta la Barriera, si dirige ancora più a nord. Tutto finisce in quei boschi in cui tutto è iniziato, ma di acqua sotto i ponti di Westeros ne è passata parecchia...

 

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