Game of Thrones: George R.R. Martin e l’influenza del Signore degli Anelli sui suoi libri

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In un’intervista rilasciata a SlashFilm George R.R. Martin, che di recente ha aggiornato i fan de Il Trono di Spade riguardo agli spin-off della serie cult in onda su Sky Atlantic, ha parlato del suo rapporto con i libri di J.R.R. Tolkien e del modo in cui una scena a sorpresa de Il Signore degli Anelli ha modellato le sue storie.

Che Il Trono di Spade abbia in qualche modo un debito nei confronti de Il Signore degli Anelli e del suo autore J.R.R. Tolkien, non ne ha mai fatto un mistero neppure George R.R. Martin. È stata quindi forse naturale la scelta di quest’ultimo di partecipare a una speciale sessione di domande e risposte coi fan dopo una proiezione speciale di Tolkien, il biopic con Nicholas Hoult in uscita nelle sale italiane a settembre.

In questa occasione, Martin ha rilasciato un’interessante intervista a SlashFilm, in cui parla del suo rapporto con Tolkien e i suoi libri. L’autore de Le cronache del ghiaccio e del fuoco, la serie di libri da cui è tratto Il Trono di Spade, ha dichiarato di essere rimasto profondamente colpito dalla lettura, a 12 o 13 anni, de Il Signore degli Anelli.

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A colpirlo in modo particolare è stato soprattutto un momento cruciale del libro, ovvero la morte a sorpresa di Gandalf: “Quando ho letto la scena di Gandalf e del Balrog che precipitano nel vuoto, è stato scioccante. È stato un pugno allo stomaco. Lui era il più potente, quello che aveva tutte le risposte. […] Ha reso tutto il seguito molto più emozionante, perché ho avuto la sensazione che tutto potesse succedere, tutti potessero morire. […] C’è un momento in cui sembra che Frodo sia morto, quando viene punto da Shelob e Sam prende l’anello. Poi muore Boromir, e non sai chi possa essere il prossimo”.

Se queste parole vi fanno suonare un campanello… non è un caso. Perché quello di cui lo scrittore sta parlando è esattamente una delle caratteristiche che ha reso Il Trono di Spade unico: tutti quanti possono morire, in qualsiasi momento, come dimostra la prematura dipartita di uno dei personaggi più amati del libro e della serie, Ned Stark. George R.R. Martin si è limitato a spingere questo principio al massimo, decimando il suo rooster di personaggi senza troppi scrupoli (vedi ad esempio le tristemente celebri Nozze rosse).

Nel corso dell’intervista Martin ha anche riconosciuto il ruolo di Tolkien quale fondatore del fantasy moderno, ma ha anche discusso delle differenze fra il suo approccio e quello del “papà degli hobbit”. “Ho letto i suoi libri, ma mi sono documentato anche molto sulla storia medioevale. Quello che mi interessa dire nei miei libri è diverso da quello che voleva dire lui”. Ha anche riflettuto sul fatto che, probabilmente, Tolkien non avrebbe amato i suoi romanzi, perché rispondono a una sensibilità moderna, diversa da quella dell’epoca in cui scriveva il suo predecessore.

Proprio riguardo a Tolkien, George R.R. Martin ha invece ammesso di avere un rimpianto: non avergli mai scritto una lettera da ragazzino, nonostante desiderasse tanto farlo, perché convinto che non avrebbe mai ricevuto risposta. Anni dopo, infatti, ha scoperto che il creatore della saga dell’anello cercava di rispondere quanto possibile alle lettere dei fan, per cui probabilmente lo avrebbe fatto anche con lui.

Queste non sono le uniche cose interessanti dette da George R.R. Martin negli ultimi giorni. Il creatore di Westeros e del mondo in cui si muovono Danerys Targaryen, Jon Snow e gli altri è infatti tornato a parlare degli spin-off della serie tv in onda su Atlantic già in lavorazione presso la HBO. Gli spin-off in questione sarebbero cinque, tre dei quali sarebbero già praticamente cosa certa.

Per quanto Martin non si sia sbilanciato troppo, dalle sue parole risulta chiaro che uno dovrebbe trattare della Lunga Notte, il periodo buio di Westeros che ha visto la battaglia fra gli Estranei e gli umani alleati con i Figli della Foresta. Riguardo agli altri due, lo scrittore ha suggerito di prendere una copia di Fuoco e sangue, ambientato 300 anni prima de Il Trono di Spade e incentrato sui Targaryen, e cominciare a fare delle ipotesi.


L'ottava e ultima stagione di Game of Thrones è in onda ogni lunedì alle 03.00 in versione originale sottotitolata (poi in replica la sera dopo gli episodi in italiano) e alle 21.15 in versione doppiata in italiano.

Inoltre ogni giovedì sera, alle 20.20, non perdere su sky Atlantic l'appuntamento con Thronecast, il talk show dedicato al commento degli episodi della serie, con tante interviste al cast e con gli interventi di numerosi ospiti.

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