Gomorra 4, trama e recensione dell’episodio 3

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Linda Avolio

Foto di Gianni Fiorito

Per comandare ci vuole il bastone, ma prima o poi il bastone è destinato a spezzarsi. Allora, forse, meglio qualcosa di più flessibile. Patrizia (una sempre più convincente Cristiana Dell'Anna), ora a capo del business di Secondigliano, tratta tutti come figli, ma nessuno, nessuno, deve mancarle di rispetto. Leggi la recensione del terzo episodio di Gomorra 4.

Gomorra 4, episodio 3: la trama

Bisogna crescere in fretta

Si torna a Napoli. Il terzo episodio di Gomorra 4 si apre con due ragazzini in sella ai loro motorini. Sullo sfondo, le Vele di Scampia. I due, giovanissimi ma molto determinati, si recano fino in centro città. Con fare da malavitosi navigati irrompono in un prestigioso bordello per rapinare le lavoratrici e i clienti. 

Intanto, a Secondigliano, Donna Patrizia distribuisce gli "stipendi". Una donna, lì insieme alla figlia, le bacia la mano: Patrì è decisamente amata dal popolo. Una telefonata interrompe l'assegnazione delle bustarelle: Nicola ha scoperto la bravata dei due guaglioncelli, e ora bisogna capire come punirli. Patrizia, impressionata dalla loro giovane età e dalla loro situazione (la madre è morta, il padre è fuori dal quadro da ormai molto tempo, c'è una sorella più grande e c'è un fratello più piccolo), decide che gli schiaffoni somministrati da Nicola sono sufficienti e che, a questo punto, è meglio metterli a faticare per loro. Prima di mandarli via però lì avvisa: sono giovani, ma in quel posto bisogna crescere in fretta, bisogna capire presto qual è il proprio posto.

Nicola rispetta la scelta di Gennaro e soprattutto rispetta Patrizia, ma qualche dubbio in merito ai suoi metodi ce l'ha. Lei l'ha capito, e glielo dice: "Lo so che pensi che per comandare ci vuole il bastone, ma poi il bastone si spezza. E hai visto cosa succede. Bisogna cambiare strategia." Tornati a casa, il più grande dei due ragazzi ha un'accesa discussione con la sorella: questa non è la sua prima bravata.

Bologna, Mickey, una discarica e una suite

Il giorno dopo troviamo Patrizia sul treno. Arrivata a Bologna, si incontra con il russo Ivan, uno dei fornitori di fiducia di Gennaro. Lui è curioso: perché si sono visti proprio a Bologna? Lei taglia corto: aveva già un'altra cosa da fare lì, così ne ha approfittato per ottimizzare i tempi. Solo il meglio per Donna Patrizia: il suo hotel, un cinque stelle, è in pieno centro. Ad attenderla c'è un'opulenta suite all'ultimo piano. Sul letto, un mazzo di rose rosse.

La mattina seguente, mentre Patrizia fa shopping, Mickey Levante attraversa in macchina la campagna emiliana. E' in trasferta "su al nord" per un motivo ben preciso: deve acquistare una discarica. In perdita. Il proprietario, che ha sempre operato nel pieno rispetto della legge e che ora è pieno di debiti (debiti che verranno saldati dai Levante), vuole solo capire se sta vendendo a qualcuno che farà le cose in modo regolare. Al che, Mickey ribatte senza remore: "In due anni hai fatto 500.000 euro di utili e 800.000 euro di debiti. Se io quei debiti te li ripago, secondo te sto facendo tutto pulito?"

Chiuso l'affare, il giovane Levante si reca dalla testa di legno che gestirà la discarica in attesa del cambio ufficiale di gestione. Dopo un'inquietante sequenza che ci fa vedere che fine faranno i cumuli di rifiuti - tritati e mischiati al cemento che servirà per la costruzione di opere più o meno grandi e più o meno pubbliche -, e dopo aver detto a papà Gerlando che è tutto a posto e che ha deciso di fermarsi a dormire a Bologna, Mickey raggiunge Patrizia nella suite. Lei, intanto, ha indossato l'abito comprato quel pomeriggio: un vestito nero monospalla con un serpente dorato che dal petto sale verso la spalla sinistra. I due si abbracciano, lui la bacia sul collo e le dice che è bellissima: è evidente che hanno una relazione.

La sera vanno in un locale a bere qualcosa. Lei è chiaramente fuori dal suo ambiente, e si nota. Lui, invece, è così rilassato da non accorgersi di nulla: prima saluta il suo ex coinquilino dei tempi dell'università (che per poco non spara un "Mogli e buoi dei paesi tuoi"), poi un'amica che ha un evidente interesse per lui, cosa che non sfugge a Patrì. A disagio, la regina di Secondigliano chiede al suo cavaliere di farle rifare il drink, e mentre lui parla col barista ne approfitta per andarsene. Mickey la segue, la chiama, ma lei, portico dopo portico, non si volta.

Li rivediamo insieme un'ultima volta in camera da letto, mentre fanno l'amore.

Non mi sporco le mani con la m***a di Patriza

Delusi dai pochi spiccioli rcevuti da Nicola dopo aver venduto una piccola partita di roba, i due ragazzini visti all'inizio dell'episodio decidono di andare in centro in un locale per svagarsi un po'. Lì, insieme a due ragazzine, tirano di coca in bagno. La coca, però, finsice presto, così i due salgono in motorino e si mettono alla ricerca di uno spacciatore. Lo trovano presto, e hanno la cattiva idea di picchiarlo e rubargli la roba. Immediatamente vengono inseguiti da due scooter: sono quelli del clan di Enzo.

I ragazzini abbandonano il motorino, salgono una scalinata, e infine si nascondono dentro una garage abbandonato. Forse sono riusciti a farla franca. Purtroppo per loro, però, non hanno fatto i conti con un'anziana signora sul balcone della casa dall'altra parte della strada. E' lei a indicare ai soci di Sangueblù con un semplice cenno della testa dove si trovano i fuggitivi.

Giunto sul posto, Enzo intima ai ragazzini di uscire allo scoperto. La situazione precipita. O'Belle'Bbuono passa alle maniere forti, ma Enzo, che non vuole grane, decide di non sporcarsi le mani e di rispedirli a Secondigliano. Che ci pensi Patrizia a rimetterli al loro posto.

Quando guardi dentro il Sistema, il Sistema guarda dentro di te

Mickey si risveglia da solo. Patrizia, infatti, è tornata a Napoli. Viene subito portata dai due ragazzini. Il più grande sussurra un lieve "Scusate Donna Patrì...", ma viene fermato immediatamente. Lei ha dato loro fiducia, lei ci ha messo la faccia, e loro l'hanno ripagata "facendo gli stron*i a Forcella." Non va bene.

Nel tentativo di proteggere il fratello, il più grande dei due guagioncelli si piazza davanti a Donna Patrizia. Ha capito di averla combinata grossa, si prende tutta la colpa, ma spera nel perdono. Lei gli prende la testa tra le mani, gli dice di calmarsi, ma, allo stesso tempo, gli dice anche che non è che non vuole farsi sfidare da due nullità come loro: è che non può permetterselo. Parte un colpo di pistola, poi un altro, poi un altro, e un altro ancora: i due ragazzini non saranno mai più un problema.

Dopo aver ringraziato Enzo al telefono, e dopo avergli detto di aver risolto personalmente la cosa, Patrì risponde a Nicola, che vuole sapere cosa dovrà dire ai parenti dei due morti. "Avevano solo una sorella. Se chiede, ditele che io a Secondigliano tratto tutti come figli, ma se qualcuno mi manca di rispetto deve pagare." Donna Patrizia sale in macchina. Nicola la guarda mentre si allontana: il suo sguardo trasuda soddisfazione.

La sera, Patrizia si reca al locale dove lavora suo fratello Alessio. Chiede alla giovane cameriera se può essere servita dal suo altrettanto giovane collega, ma lui, dopo averla vista da lontano, manda a dire che è occupato. Patrì fatica a trattenere le lacrime, però non insiste. Si alza, lascia sul tavolino una foto che li ritrae insieme nella loro vita precedente e poi se ne va.

 

Gomorra 4, episodio 3: la recensione

La leonessa, la iena, la pantera, e ora il serpente, ma forse sarebbe meglio dire la serpe: nella quarta stagione il "bestiario femminile" di Gomorra si arrichisce di un nuovo elemento, di un nuovo animale-guida, ma l'interessata non è una new entry, bensì Patrizia, giunta ormai alla fine della sua metamorfosi. Come un serpente che cambia pelle, il personaggio di Cristiana Dell'Anna si è completamente lasciata alle spalle la sua vecchia vita fatta di duro lavoro in negozio e di continue preoccupazioni per i fratelli, e ora si gode il potere.

Dismessi per sempre gli abiti sobri e l'acconciatura semplice della seconda stagione e di una parte della terza, ora Donna Patrì si veste come una regina, con abiti dai riflessi metallici, grandi orecchini a cerchio, anelli, collane, catene, pendenti e quant'altro. La coda, sempre più lunga e sempre più "tirata", è la sua corona. La mano destra, la mano dell'azione, la mano che premia, che punisce e che somministra la giustizia, ospita un decisamente poco discreto anello a forma, per l'appunto, di serpente. D'oro, ovviamente, perché l'oro è l'unico metallo adatto a una sovrana.

Ritroviamo sia l'oro sia il serpente anche nell'abito che Patrizia compra a Bologna e che indossa per uscire con Mickey, col quale ha una relazione chiaramente segreta. Nelle scene al bar, però, ritroviamo anche qualcos'altro: ritroviamo un accenno della vecchia Patrì, di quella ragazza che si mostra forte ma che in realtà dentro si sente piccola piccola. Fuori dal suo regno e, soprattutto, di fianco al primo uomo per cui ha provato qualcosa dopo Don Pietro, il personaggio di Cristiana Dell'Anna scopre, non senza fastidio, di avere ancora molte insicurezze. 

Se al bar la maschera comunque non cade, la musica è però ben diversa nella scena in cui Patrizia e Mickey fanno l'amore. Sul suo volto corrono tanti pensieri. Forse sta ripensando alle parole di Scianèl, convinta che una donna, per comandare, non possa permettersi di pensare all'amore. Forse sta pensando a Pietro. Forse si sente in colpa. Forse, invece, sta pensando che anche lei a diritto ad amare e ad essere amata.

Protagonista indiscussa di questo terzo episodio è una Cristiana Dell'Anna sempre più convincente. E sempre più inquietante.

 

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