Chernobyl: i terribili effetti dell'esposizione alle radiazioni

Serie TV

Linda Avolio

Continua su Sky Atlantic la corsa di Chernobyl, l'avvicente serie targata SKY e HBO che mette in scena il disastro sovietico del 1986 (in onda il lunedì sera alle 21.15). Nel terzo episodio, il professor Valery Legasov spiega a Boris Shcherbina in cosa consistono, e come si manifestano, i terribili effetti delle radiazioni: scopri di più.

Chernobyl, terzo episodio (clicca qui per la recensione approfondita). Dopo essersi beccato una "ramanzina" al telefono direttamente da Gorbačëv, Legasov (Jared Harris) viene gentilmente invitato - più o meno! - da Shcherbina a fare due passi. In una Pryp"jat' pressoché deserta, spie del KGB e cani a parte, Boris chiede al professore a cosa andranno incontro gli uomini che finora sono stati in prima linea e che sono venuti in contatto con una grandissima quantità di radiazioni. Cosa rischiano i pompieri, i volontari che sono andati ad aprire manualmente le pompe dell'acqua, e gli operatori e gli ingegneri della centrale che quella maledetta notte erano in servizio presso l'edificio numero 4?

La risposta di Legasov fa accapponare la pelle: "I livelli di esposizione di alcuni...la radiazione ionizzante distrugge la struttura cellulare. La pelle forma delle bolle, poi diventa rossa, poi nera. Segue un periodo di latenza. Gli effetti immediati si attenuano, il paziente sembra migliorare, sembra in salute persino, ma non è così. Tutto ciò di solito dura non più di un giorno o due. Poi il danno cellulare comincia a manifestarsi. Il midollo osseo muore. Il sistema immunitario crolla. Organi e tessuti molli cominciano a decomporsi. Arterie e vene si bucano come setacci, al punto che non è possibile somministrare morfina per il dolore, che è...inimmaginabile. E poi, da tre giorni a tre settimane si muore. Questo è ciò che accadrà a quei ragazzi."

Il professore sta parlando della Sindrome da radiazione acuta, che, come suggerisce il nome, ha luogo nel momento in cui il corpo (umano ma non solo) viene esposto a quantità di radiazioni molto al di sopra del consigliabile. Come ben spiegato dal personaggio di Harris, si tratta di una situazione irreversibile, che ha un unico risultato: la morte. Le radiazioni penetrano così profondamente a livello cellulare da arrivare ad alterare la struttura stessa del DNA, cosa che porta il corpo a disgregarsi, letteralmente. Una fine orrenda. La fine a cui sono andati incontro, nella serie così come nella realtà, Ignatenko, Akimov e Toptunov. La scena in cui Ulana Khomyuk va a interrogare il giovane Leonid in ospedale è a dir poco angosciante. Quella in cui Lyudmilla è al capezzale del marito morente, marito che ormai non ha più una faccia, è semplicemente straziante. Nonostante si trovasse nella sala di comando quella maledetta notte tra il 25 e il 26 aprile del 1986, Anatoly Diatlov, anche lui investito dalle radiazioni, visse ancora per una discreta quantità di anni. Morì nel 1995.

Gli eroi (più o meno) sconosciuti di Černobyl' non andarono tutti incontro a una morte del genere, una morte atroce e immediata: tanti, infatti, si ammalarono a causa delle radiazioni, ma poiché vennero esposti a una quantità minore - quantità comunque prolungata nel tempo - andarono incontro ad altri problemi. E' sempre Legasov a darci un'idea in merito. Ecco cosa risponde il professore a Shcherbina quando questi gli fa la fatidica domanda e gli chiede cosa accadrà a loro due: "Abbiamo assorbito una dose discreta, ma non così forte. Non abbastanza forte da uccidere le cellule, ma sufficiente a danneggiare il nostro DNA. Quindi, col tempo, cancro. O anemia plastica. In ogni caso, fatale."

Ovviamente andò così. Legasov morì prima che gli effetti delle radiazioni potessero manifestarsi pienamente - si suicidò, così pare, a un anno dal Disastro -, ma comunque il suo corpo era stato "avvelenato" durante la sua permanenza a Pryp"jat' e dintorni, mentre Shcherbina morì il 2 agosto del 1990, a causa di complicazioni fisiche dovute alle radiazioni. Un'altra morte che ci viene raccontata e che è direttamente riconducibile alle radiazioni è quella della sfortunata Natashenka, la figlia di Vasily e Lyudmilla Ignatenko, morta a causa di problemi cardiaci ed epatici. Fu l'esposizione al padre a segnare il suo destino ancora prima di venire al mondo. Morirono anche le persone che, nella loro ignoranza, assistettero allo spettacolo dell'incendio del reattore numero 4 dal famigerato "ponte della morte", anche loro esposte direttamente alle radiazioni in maniera massiccia.

Dopo il Disastro di Černobyl' aumentarono in maniera esponenziale i casi di tumore, in particolare di tumore alla tiroide (ghiandola molto colpita dalle radiazioni). Aumentarono anche i casi di aborto, ma non tanto quelli di aborto spontaneo, quanto quelli di aborto richiesto dalle future madri. Troppa era la paura di mettere al mondo una creatura malata, o deforme. Eppure, a oggi, è ancora difficile fare una stima delle vittime, dirette e indirette, del Disastro. Ciò che è certo è che quanto successo nel 1986 mise il mondo intero di fronte a una tragedia ambientale e umana senza precedenti, una tragedia che, casomai ce ne fosse stato bisogno dopo Hiroshima e Nagasaki (ma forse sì, ce n'era bisogno), ci obbligò ad aprire gli occhi e a prendere coscienza di una realtà a dir poco terrificante.

L'appuntamento con Chernobyl è il lunedì sera alle 21.15 su Sky Atlantic.

 

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