Caterina la Grande, la recensione del terzo episodio

Serie TV

Veronica Scarioni

Caterina la Grande, per il suo terzo appuntamento, ci ha regalato una puntata davvero ricca di emozioni, in cui la personalità contrastata della protagonista, nei primi due episodi solo accennata, è finalmente emersa, facendo di lei un personaggio estremamente affascinante: leggi la recensione.

L'amore e la politica

Caterina e Grigory sono sempre più complici. Il loro rapporto è ormai stabile e possiamo percepire chiaramente i ruoli e le tendenze della coppia. Per entrambi l’amore e la politica sono importanti, ma se per lui è il primo a vincere, per lei prevale sicuramente la seconda. Ad esempio, abbiamo visto Potëmkin comunicare a Caterina il desiderio di avere una casa tutta per loro, intendendo come "casa" qualcosa di intimo e accogliente, diverso dal palazzo in cui, come gli fa notare la donna, già vivono insieme. Lei è evidentemente molto più concentrata sugli impegni politici, sebbene quello che prova per l’uomo sia un sentimento sincero. Infatti, la scena che vediamo è veramente emblematica del loro rapporto, con Grigory che cerca di avere una conversazione con Caterina mentre lei corre alla riunione del consiglio.

Insieme all’amore tra l’imperatrice e Potëmkin, protagonista della puntata è sicuramente la Crimea, il sogno russo, che vediamo mostrata da Grigory su una cartina russocentrica. Della questione si discute in consiglio, dove emerge il disaccordo con Panin, che crede che in fatto di politica estera sia prioritario occuparsi della parte europea, così il discorso cade. Non era il momento di parlarne e Caterina lo sa, contrariamente al suo amante, a cui la donna deve spiegarlo. È evidente che, anche in politica, l’uomo sia molto più passionale e impulsivo della fredda e calcolatrice – nel bene e nel male – Caterina.

Una scena molto bella di questo terzo episodio è il confronto di Potëmkin e la Contessa Bruce in cui l’uomo, in un modo teneramente ingenuo, dice che l’amore non dovrebbe essere complicato, mostrandosi senza paura per quello che è: un uomo follemente innamorato, anche se rischia di sembrare “una ragazzina”, come gli fa notare la contessa.

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Paolo e Natalia

Uno dei temi del terzo appuntamento di Caterina la Grande è anche il rapporto tra Paolo e Natalia. L’infedeltà della donna è ormai palese, soprattutto per Caterina, che però si mostra comunque felice per il bambino che la giovane aspetta, anche se probabilmente il vero padre non è suo figlio. La gioia, però, lascia ben presto il posto al dolore. Infatti Natalia e il bambino muoiono e, ancora una volta ma forse più delle altre volte, vediamo la fermezza di Caterina vacillare. Come sempre, però, sopraggiunge anche il suo tempestivo cercare di scrollarsi di dosso l’afflizione che la sta pervadendo.

La morte di mamma e bambino è l’occasione per noi di assistere a quella che è probabilmente la scena migliore di questo terzo episodio. Paolo pensa che la morte della moglie e del figlio sia una sorta di punizione divina, così viene invitato a vedere il piccolo corpo del neonato, che giace su un tavolo insieme a quello della madre, in un’atmosfera caravaggesca. Caterina porge dolcemente il corpicino ad un Paolo distrutto e in questa occasione prova ad avvicinarsi a lui, chiedendogli di provare a volersi bene.

Come sempre, però, il primo pensiero di Caterina è la politica e, anche dopo un evento così tragico, torna subito al suo lavoro. Discute ancora con Grigory della Crimea e i due decidono di provare ad annetterla senza usare la forza. Dopotutto, è questo quello che entrambi vogliono. Così l’uomo parte.

A questo proposito, Panin è sempre più preoccupato, ma Caterina, tranchant, gli dice di non esserlo. Così, il ministro lascia da parte la politica e prova almeno a parlare con lei del figlio, a cui lui è molto vicino, e di quello che sta passando. Anche in questo caso, però, la personalità di Caterina prevale, e all’uomo che si mostra visibilmente preoccupato per Paolo risponde freddamente che è tempo che il figlio si sposi di nuovo. A questo punto, in una puntata così ricca di emozioni per la protagonista, viene da chiedersi se il suo cinismo sia reale o autoimposto, dovuto alla posizione che ricopre e che non le permette di avere cedimenti. Diverse volte vediamo Caterina divisa tra comportamenti così cinici da lasciarci spiazzati e la voglia di tenerezza o quantomeno di umanità, come quando corregge sé stessa dopo essersi riferita al nipote morto come ad un oggetto, ma non è ancora chiaro quale sia la sua vera natura. O forse è proprio questa, in eterna lotta tra la freddezza del potere e il calore umano.

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L'assenza di Potëmkin

Un’altra scena degna di nota è quella in cui Caterina prova a parlare con il figlio, per comunicargli che la moglie lo tradiva con il suo migliore amico. È interessante perché il vero fulcro della scena pare essere un altro. Caterina parla della defunta Natalia, ma in realtà sta riflettendo sull’amore, sulla separazione dai propri amanti e sulla vita in generale. Innanzitutto, l’imperatrice afferma che non bisogna mai avere paura di guardare in faccia la realtà e poi che in amore niente è per sempre, perché interferiscono la morte e le distanze. È a questo punto che diviene chiaro che la donna sta parlando di lei, più che della storia del figlio. E quando dice che non è peccato innamorarsi nuovamente quando la persona che amavi non c’è più sembra quasi stia parlando alla sua immagine riflessa nello specchio. Potëmkin è lontano, e infatti la scena successiva ci mostra Caterina preoccupata mentre scrive all’amato di cui non ha più notizie, per poi cedere ai favori del suo segretario.

La preoccupazione di Panin e il ritorno di Potëmkin

Ancora più concentrato sulla politica di Caterina è Panin, che parla con Paolo spiegandogli come il matrimonio sia un’opportunità per mantenere buoni rapporti con gli altri regni del continenti europeo, dato che Potëmkin sta tentando di annettere la Crimea e, se ci riuscisse, ciò sconvolgerebbe gli equilibri vigenti. Così, il giovane sceglie una principessa tedesca come futura sposa. Caterina, però, capisce subito il piano e dice al ministro che ciò non servirà a farla essere più gentile con i tedeschi.

Segue una bella scena di ballo che, per contrasto, evidenzia ancora di più la preoccupazione crescente di Caterina per la sparizione di Grigory. Presto, però, vediamo che l’uomo riesce ad annettere la Crimea, dove vuole fondare una città in onore di Caterina, Sebastopoli, mentre lei diventa nuovamente nonna.

Al ritorno di Potëmkin vengono fatti dei festeggiamenti, durante i quali l’uomo esplicita qualcosa che a chi osserva era già chiarissimo: tutto quello che ha fatto, lo ha fatto per Caterina.

Questa, però, è veramente la puntata in cui veniamo a conoscenza dell’animo tormentato dell’imperatrice. Durante i festeggiamenti, infatti, è presente anche Paolo, con la seconda moglie e il figlio, e Caterina, osservandoli, si stupisce con Potëmkin dei sentimenti che prova per il bambino, manifestando poi il desiderio di volerlo crescere al posto dei genitori, come per colmare la mancanza di non aver cresciuto Paolo.

Potëmkin diventa ministro della guerra soppiantando il precedente e anche Panin viene praticamente costretto ad andarsene, a causa delle sue idee sulla Crimea ma anche a causa del suo comportamento con Paolo, che, a sua volta, viene costretto a recarsi in visita in Austria per avere supporto in Crimea, lasciando il figlio a Caterina.

Anche Potëmkin parte per costruire la città in Crimea, con la promessa che Caterina lo raggiungerà quando avrà finito e che mentre saranno separati saranno liberi di avere altri amanti, senza inutili gelosie.

Si ritroveranno a fine puntata quando, dopo un romantico scambio in cui vengono esternati i sentimenti che provano l’uno per l’altra e viene constatato che rendere grande la Russia è quello per cui sono fatti, giungono finalmente sul Mar Nero, dove li attende la nuova e potente flotta imperiale.

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