Vestirsi à la Babylon Berlin: stile sexy-chic targato anni Venti

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L’attesissima serie ambientata nella Berlino del 1929 ricostruisce minuziosamente i look che andavano di moda nella capitale tedesca di allora. Dai cappelli a campana alle collane di perle, dai borsalino di feltro ai papillon fantasia, i guardaroba berlinesi della Repubblica di Weimar rappresentano un capitolo fondamentale della storia della moda. Aspettando i prossimi appuntamenti con Babylon Berlin, in onda ogni martedì alle 21.15 su Sky Atlantic, abbiamo chiesto alla più celebre Image Consultant & Style Strategist italiana di analizzare per noi questo stile d’antan, attualissimo e assai charmant. Ecco cosa ci ha raccontato e consigliato Anna Turcato, docente di Storia della Moda presso l’Istituto Europe di Design (IED) - I primi 8 episodi di Babylon Berlin sono già disponibili su On Demand, mentre dal 26 dicembre saranno disponibili anche gli altri 8

di Camilla Sernagiotto

 

Tutto torna, per citare – storpiandolo - l’aforisma di Eraclito.

 

Il filosofo greco al quale si deve il sintagma panta rei (tutto scorre) non aveva fatto i conti con la moda, sarà perché ai suoi tempi i guardaroba offrivano soltanto tuniche bianche, già demodé allora.

 

La legge non scritta del Fashion si basa proprio sulla regola del tutto torna, reintegrando ad libitum stili e outfit propri dei decenni addietro. Tra gli stilemi più gettonati dagli odierni cultori dell’eleganza vi è quello risalente agli anni Venti, periodo in cui la raffinatezza è diventata un concetto inscindibile dall’idea di moda.

 

A offrircene succulenti bocconi arriva Babylon Berlin, l’attesissima serie prodotta da Sky in onda da martedì 28 novembre alle 21.15 su Sky Atlantic: con un plot ricamato di intrighi, misteri e complotti ambientati nella Berlino del 1929, non c’è spettatore che rimarrà deluso dalla sua trama avvincente così come non c’è fashion-addict che ne uscirà scontento per quanto riguarda gli abiti di scena.

 

Babylon Berlin ricostruisce infatti minuziosamente la capitale di allora, dipingendone vividamente sia il lusso sia il degrado sotto ogni aspetto, anche per ciò che concerne la moda.

 

Dal bon ton della classe media tedesca declinata al femminile (incarnato da Charlotte Ritter, la giovane stenografa coprotagonista interpretata da Liv Lisa Fries) allo stile da middle class berlinese del protagonista (l’ispettore di polizia Gereon Rath) fino ad arrivare all’opulenta sciccheria dei personaggi appartenenti all’alta società, la serie offre un vivido affresco della moda geolocalizzata di quel periodo, analizzandola in toto.

 

Abbiamo chiesto a una delle voci più autorevoli in campo fashion di esaminare per noi i look di Babylon Berlin: si tratta di Anna Turcato, la più celebre Image Consultant & Style Strategist italiana.

 

Consulente d’immagine tra le più qualificate e competenti d’Europa, primissima style strategist italiana nonché prestigiosa docente del seguitissimo corso di Storia della Moda presso l’Istituto Europe di Design (IED), Anna Turcato è una vera e propria istituzione per gli addetti ai lavori e per tutti coloro che nutrono passione per il Fashion con la F maiuscola.

 

L’abbiamo incontrata per chiederle cosa ne pensa della donna che emerge dalle scene di Babylon Berlin e lei ci ha descritto una “donna dalla doppia vita. Desiderosa di mostrarsi pudica e moderata di giorno, diventa farfalla di sera e muove il suo corpo al ritmo del ballo per tutta la notte, pronta ad attirare l’attenzione su di sé e a rivendicare la sua unicità”.

 

L’interessante analisi firmata Anna Turcato dello stile vigente nella serie passa al setaccio anche il make-up e l’intera galleria di accessori appartenenti ai ruggenti anni Venti: “Il viso della donna berlinese è enfatizzato con il trucco nei tratti salienti e racconta la sua sensualità giocosa e consapevole e i dettagli del suo look svelano la sua rivoluzione: piume, diademi e pietre luccicanti, frange… tutto ne impreziosisce l’incedere e i movimenti. Non può fare a meno del tintinnio di una collana lunga e delle scarpe con il cinturino a T che le tengono ben saldo il piede, anche durante il charleston più sfrenato”.

 

Tra un consiglio e l'altro, Turcato ha elaborato per noi anche due interessanti collage di proposte di look che strizzano l'occhio alla donna berlinese. Per chi volesse lasciarsi ispirare da quella degli anni Venti, di seguito un vademecum per agghindarsi in maniera impeccabile:

 

 

 

Questo pot-pourri in perfetto Stile anni Venti lo trovate nel dettaglio cliccando qui.

 

Stessa cosa per chi preferisse il decennio successivo, attenendosi alle regole dello Stile anni Trenta da consultare qui:

 

 

 

 

Ecco cosa ci ha raccontato Anna Turcato dopo essersi immersa nella Berlino anni Venti-Trenta che fa da scenario (ma che è anche protagonista, addirittura prima donna) della serie Babylon Berlin.

 

Come si presenta la moda femminile di questo periodo storico?

La donna del periodo raccontato nella serie Babylon Berlin è una donna trasformista. È una donna dalla nuova vita. Durante la guerra si è messa alla prova in maniera forzata: con gli uomini al fronte ha dovuto occupare i posti vacanti nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro. E ha dimostrato a tutti, in primo luogo a se stessa, che può essere autonoma e autosufficiente: il suo benessere non è più condizionato dalla presenza di una figura maschile.

 

Cosa indossa la donna berlinese raccontata da Babylon Berlin?

Tolti il corsetto e la crinolina, i suoi vestiti sono diventati comodi per affrontare la nuova elettrizzante vita in movimento e al cambiamento sono stati abbinati anche i capelli, tagliati alla maschietta/garçonne per mettere in primo piano la sua testa pensante. Forte di una nuova consapevolezza ha la schiena dritta, e il fisico asciutto è vestito in modo pratico con tessuti come il jersey. A volte indossa i pantaloni e capi fondamentali del suo guardaroba sono il cappotto ampio e l’immancabile cloche: il cappello a campana che si adatta al taglio corto e protegge da sguardi indiscreti. Gli accessori sono particolari e strizzano l’occhio al surrealismo (questi sono gli anni in cui Elsa Schiaparelli disegna con Salvador Dalì l’abito scheletro, il cappello scarpa e la giacca con i cassetti).

 

Quali sono i capi iconici della moda berlinese Anni Venti che a tuo avviso rimangono degli evergreen di stile?

Il trucco occhi “smokey” e la bocca tinta di scuro: due scelte di bellezza adatte alla donna che desidera mettere in luce la propria sensualità e farlo per se stessa. I cappelli che tengono al riparo la testa e, come la cloche, avvolgono la nuca con eleganza. Le frange leggere applicate sugli abiti che rendono i movimenti sinuosi e l’incedere femminile. Le collane lunghe, di bigiotteria (introdotte da Coco Chanel e pensate proprio per le donne come lei che non avrebbero mai potuto permettersi dei veri gioielli) per dare un tocco sontuoso ad ogni look. Le scarpe con tacco medio e con cinturino a T che sono adatte sia per lavorare di giorno che per ballare la sera. I capelli a caschetto che, con la loro definizione, fanno da contraltare ai lineamenti del viso minuti. In generale riprenderei da quel periodo la cura dei dettagli, da bilanciare tra loro per raccontare le diverse sfumature della propria personalità.

 

La moda anni Venti come ha influenzato il concetto di bellezza e di stile moderni?

La donna tra le due guerre è una donna in evoluzione che guadagna consapevolezza a colpi di trasformismo e d’impegno professionale. Insieme all’abito moderno nasce la donna moderna, snella, scattante e curata. È in questo periodo che la magrezza diventa un indice di bellezza, sia perché intonata a una donna con uno stile di vita che imponeva una dieta povera, ma anche per il nuovo ideale di forme fisiche modellate da una guaina aderente (introdotta da Paul Poiret) che permetteva l’uso di abiti dritti e con le gambe scoperte. La donna comincia a prendersi cura in modo nuovo del suo corpo, sottoponendosi a trattamenti di bellezza frequenti.

 

Ci offriresti una tua interpretazione di outfit femminile completo degli anni Venti che credi possa rivelarsi ancora attuale?

Indossa un abito dritto e aderente con vita bassa, abbinaci un cappotto ampio con maniche a kimono, metti ai piedi scarpe con il cinturino a T e divertiti con gli accessori. Scegli: un cappellino ornato da una decorazione divertente, una lunga collana di perle finte al collo o le calze con riga posteriore (chi non aveva i soldi per comperare le calze sopperiva alla mancanza disegnando una riga con la penna). Cura il trucco e segui i dettami dell’epoca abbinando bocca, mani e guance come insegnava Elizabeth Arden.

 

Quali consigli impartiresti a chi volesse integrare nel proprio guardaroba pezzi che strizzano l’occhio allo stile berlinese che fa da sfondo alla serie Babylon Berlin? Consigliaci come mixarli con capi contemporanei per ottenere un risultato charmant, anche in vista di un appuntamento galante.

Si può fare in due modi. Il primo è prendere in prestito dallo stile anni Venti un solo un elemento e renderlo protagonista del look. Un look classico diventerà sofisticato grazie a un dettaglio come un copricapo con le piume. Jeans e maglietta assumeranno un tono raffinato con sopra una lunga collana di perle. Una gonna con le frange, se abbinata con una maglia a collo alto e una giacca, ti renderà originale senza stonare con la tua vita di ufficio. Il secondo modo consiste nell’ispirarsi al trasformismo degli anni Venti e giocare con i contrasti: una gonna plissettata d’argento sarà perfetta indossata con una maglia molto più rigorosa, un kimono con stampa giapponese starà benissimo con un paio di pantaloni comodi.

 

Gli abiti e gli accessori maschili di quel periodo si sposano bene con i look femminili à la garçonne: quali sono a tuo parere i più raffinati?

È lo stile femminile a subire un radicale cambiamento tra le due guerre, l’uomo rimane fedele alle regole dell’abbigliamento che aveva fatto sue da metà dell’Ottocento. Il completo tre pezzi, però, è disegnato in modo più “attuale”: le spalle sono ampie e con una linea aderente e i pantaloni hanno la piega sul davanti. Elemento irrinunciabile il gilet, più chiaro rispetto all’abito e da cui far intravedere una camicia rigorosamente con colletto bianco. Anche l’uomo dedicava molta attenzione ai dettagli come la cravatta o il papillon realizzati con stoffe fantasia, così come la pochette da taschino. Nessun uomo, infine, sarebbe uscito di casa senza il cappello (che era in feltro d’inverno e in paglia d’estate).

 

La Moda degli anni Venti amava le contaminazioni?

Certamente. Alle già presenti influenze orientali si aggiungono ispirazioni africane, grazie alla fama dei jazzisti di colore (la prima pellicola sonora è proprio “The Jazz Singer” che racconta la storia di un ragazzo bianco che si colora la faccia di nero per farsi prendere sul serio come musicista) e di Josephine Baker con le sue danze sfrenate, la mimica facciale spiritosa e i gonnellini di banane (citati anche nella serie Babylon Berlin). Nancy Cunard con la sua lunga fila di bracciali rigidi a impreziosire entrambe le braccia da il via allo stile etnico così come oggi lo conosciamo.

 

L’austerità è di certo una delle cifre stilistiche della moda targata Repubblica di Weimar. Ritieni che oggigiorno la castigatezza degli outfit riesca ad aumentare il mistero e di conseguenza la sensualità oppure in Italia il canone fashion e la società sono così cambiate che non ammettono più mise altamente morigerate?

Più la mise sarà morigerata e più sensuale sarà il momento in cui avverrà la scoperta. All’eccesso di trasparenza e sensualità si risponderà presto con outfit castigati e si mescoleranno le ispirazioni bilanciando austerità e fasto, proprio come nei ruggenti anni Venti. Basti pensare al ritorno del tailleur, l’abito per eccellenza degli anni Venti (nato come completo per il tennis nei primi del Novecento) declinato in grigio e cammello, colori rigorosi e moderati, e abbinato, sulle ultime passerelle, a dettagli di pelliccia o accessori dai colori luccicanti e metallici.

 

La Germania vanta nomi celeberrimi della moda internazionale. Quali ritieni siano gli stilisti tedeschi più interessanti?

Più che dei nomi voglio parlare delle tendenze di stile provenienti dalla Germania. Quella tedesca è una moda libera, così come libere erano le donne negli anni Venti, fresca, adatta ai giovani, portabile senza distinzioni di sesso, sportiva e rispettosa dell’ambiente. Perfettamente in linea con le tendenze più attuali e anticipatrice di quelle future. Restando a Berlino consiglio poi i marchi LalaBerlin e Cesttout.

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