Succession 4, scene da un matrimonio. La recensione dell’episodio 3

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Paolo Nizza

Paolo Nizza

Disponibile su Sky in versione originale, la terza puntata dell’ultima stagione della serie HBO è un capolavoro di scrittura e di regia, impreziosito da uno sconvolgente colpo di scena. ATTENZIONE SPOILER


Ci sono momenti  destinati ad entrare nella storia della fiction televisiva. È il caso del terzo episodio della stagione 4 di Succession (disponibile su Sky). Una puntata epocale, indimenticabile, scioccante,  paragonabile come impatto emotivo a  Le piogge di Castamere (The Rains of Castamere) il  penultimo, sanguinoso episodio della terza stagione del Trono di Spade. Ma in Succession, per citare la poesia Gli uomini Vuoti (The Hollow Men) di Thomas Stearns Eliot : “Così finisce il mondo/Non con uno schianto ma con un lamento“. 

ATTENZIONE: LA RECENSIONE CONTIENE SPOILER

Succession 4, tra cielo e mare

“Ciao Papà”. L’episodio inizia con queste due semplici parole. E non è un caso. D’altronde niente accade mai per caso in Succession. Ogni battuta, ogni inquadratura costituisce la tessera di un mosaico straordinario quanto Il Serraglio delle Meraviglie, il celebre pavimento musivo di epoca romana. Sicché quel saluto via cellulare di Roman a suo padre Logan anticipa tutto quello che accadrà nei minuti successivi

La puntata si dipana su due piani, su due mondi differenti e lontani. Connor è pronto a convolare a nozze con Willa. La cerimonia si svolge a bordo di un lussuoso Yacht ancorato al porto di New York e pronto a salpare verso Ellis Island. In un florilegio di palloncini e coccarde bianche, rosse e blu, con tanto di orchestrina jazz, Shiva, Kendal e Roman sono pronti a festeggiare insieme al fratello neosposo. Di contro Logan, insieme a Tom e a Karen, è pronto a decollare sul suo jet privato per incontrare il magnate svedese Lukas Matsson e chiudere finalmente la trattativa per cedere la Waystar Royco, Quindi da una parte abbiamo l’acqua, dall’altra l’aria. Il mare contro il cielo. Elementi uniti da un lutto, perché questo sarà un matrimonio celebrato dalla morte.

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Ave Loganus Maximus, sterminatore di vichinghi

Il party nuziale scorre tra flûte di champagne, rivalutazioni del dickensiano Mr. Scrooge e inadeguate torte di Pan di Spagna. Roman, imbeccato per telefono dal padre, ha lo spiacevole compito di comunicare a Gerri che è stata licenziata. Non è esattamente il tipo di conversazione che si è soliti avere durante un matrimonio. Tom, invece, saluta il proprietario della Waystar Royco con un “Ave Loganus Maximus, sterminatore di vichinghi.” Tuttavia, Logan, a differenza di Massimo Decimo Meridio, non scatenerà nessun inferno perché non incontrerà mai più il tycoon svedese. Il patriarca della famiglia Roy si è sentito male nella toilette dell’aereo. Un attacco di cuore. Il re è morto, Viva il re. 

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La morte in differita

Il genio di Jesse Armstrong (il creatore di Succession), si manifesta appieno in questo episodio. La morte di Logan è trasmessa in differita. Invece, di mostrarci il volto e l’agonia del titano dei media, la dipartita viene comunicata attraverso i cellulari. Tom invita i figli a parlare con il padre avvicinando il telefono all’orecchio del moribondo, ma con ogni probabilità il genitore è già morto. “ Roman esordisce con un “Papà starai bene perché sei un mostro. E vincerai, perché tu vinci sempre e sei buono. Sei un bravissimo padre”. Poi incapace di proseguire la telefonata, passa lo smartphone a Kendall che dice: “Non posso perdonarti ti voglio bene, Infine Shiv, in lacrime riesce a dire solo “Non te ne andare, ti prego, non ora”. Questa scelta rende la scena straziante e autentica, come raramente accade nelle serie televisive. In fondo, la morte si palesa negli occhi e nelle parole di quelli che restano e non di coloro che se ne sono andati. Basti pensare a Connor che commenta la dipartita del genitore di primo acchito con un laconico “Oh Miseria, non gli sono mai piaciuto.” Oppure Karen, sotto shock, con un sorrido inebetito che farnetica; “Da matti! È stata una follia, vero?"

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La cognizione del dolore

"Quello che facciamo oggi sarà per sempre quello che facemmo il giorno in cui morì nostro padre." Si ipotizza quindi un funerale semplice tipo quello di Reagan, ma con qualche variante. E soprattutto ci si trova di fronte a una linea di successione nient’affatto chiara, una media company in crisi e un accordo di vendita multimiliardario in sospeso. Shiv alla stampa dichiara che lei e suoi fratelli intendono essere presenti nel futuro della Waystar, a prescindere da quello che accadrà. Intanto, Connor e Willa si sono sposati davanti a pochi intimi sullo sfondo di uno Skyline minaccioso, mentre le azioni sono precipitate come si evince dai grafici, perché papà non c’è più. Solo Roman decide di andare a vedere la salma. Tom e Shiv si allontanano in auto. Le tenebre calano sull’aeroporto del New Jersey. Persino la luna pare dare l’estremo saluto mentre i paparazzi dietro la recinzione impazzano in un tripudio di flash, Roman osserva Il corpo del padre chiuso in un sacco e portato via dall’ambulanza. Un ultimo sguardo. The King is dead, long live the King!

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