La ragazza di neve, cosa che c'è da sapere sulla nuova serie tv spagnola targata Netflix

Serie TV

Manuel Santangelo

Netflix

La nuova serie spagnola targata Netflix ci trascina in una lunga e intrigata, indagine incentrata sulla sparizione di una bambina. Nei sei episodi toccherà alla giovane giornalista Miren provare a ricostruire ciò che è successo davvero in quel 5 gennaio 2010, sperando non sia troppo tardi per ritrovare la piccola Amaya

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Che fine ha fatto Amaya Martín? Dove si trova questa bimba di tre anni e mezzo che da un momento all’altro sembra essersi dissolta, quasi come la neve al sole? Cerca di scoprirlo la giovane giornalista Miren nei sei episodi che compongono la nuova serie Netflix. Uno show che promette di portarci a partire dal 27 gennaio in una Malaga mai tanto oscura e misteriosa.

Una bimba scomparsa in una Malaga mai così oscura

È il 5 gennaio 2010. Nella città andalusa come in tutta la Spagna è la giornata della Cabalgada de los Reyes Magos, una parata in cui tre personaggi vestiti da Re Magi lanciano dolciumi e caramelle ai più piccoli. Tra i bambini che assistono alla sfilata c’è anche Amaya Martín, una bimba di tre anni che in quel giorno di festa scompare da un momento all’altro lasciando nello sconforto i genitori. Il tentativo di ritrovare Amaya sarà al centro di un’indagine che si dipanerà per più di dieci anni, grazie anche alla testardaggine di Miren, una giornalista decisa a non mollare il caso. La ragazza di neve è una classica serie che si muove al confine fra il thriller e il giallo, ispirandosi piuttosto chiaramente a casi di cronaca realmente accaduti. Lo show è però soprattutto prima di ogni cosa l’adattamento piuttosto fedele di un bestseller omonimo, capace di appassionare in patria e all’estero. L’autore del libro è Javier Catillo, seguitissimo autore malagueño che si è dedicato agli studi di management prima di dedicarsi alla scrittura con discreto profitto. Lo scrittore può infatti vantarsi di avere venduto oltre un milione di copie nel mondo con le sue opere tradotte ormai in ben 60 lingue (compresa la nostra). Un successo che si è accompagnato anche a un grande ritorno in termini di visibilità sui social, dove il giovane romanziere trentaseienne è quasi un influencer. Castillo ha seguito da vicino questa trasposizione sullo schermo di uno dei suo lavori più famosi, avallando le piccole-grandi differenze che permangono tra libro e prodotto televisivo.

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Un rompicapo che si scioglie col tempo, come la neve

Il più grande cambiamento rispetto a quanto scritto sulla pagina è facilmente riscontrabile già all’inizio della serie. La ragazza di neve non è infatti più ambientata a New York ma bensì in Spagna, facendo spostare anche l’evento scatenante della scomparsa della bambina durante la Cabalgada de los Reyes Magos a Malaga e non più durante la tradizionale parata del Ringraziamento sulle strade della Grande Mela. Il rapimento di Amaya (che in origine si chiamava Keira) cambia collocazione poi anche nella linea temporale, accadendo nel 2010 e non più nel 1998, una scelta che porta fatalmente avanti tutti gli eventi. Durante tutto il lungo arco narrativo coperto dalla storia una sola cosa rimarrà sempre uguale: la decisione da parte di Miren nel cercare di capire cosa è davvero successo ad Amaya. Una caparbietà che all’inizio pare quasi ai limiti dell’inspiegabile ma che poi ci apparirà piano piano quasi logica, soprattutto dopo aver scoperto le ferite nascoste nel passato della protagonista. La serie diretta da David Ulloa e Laura Alvea vive del continuo confronto tra tre donne diverse come la detective Belén Millán, la mamma della bambina Ana Martín e appunto Miren. Questo triangolo tutto al femminile vive spinto dalla comune voglia da parte di tutte le componenti di aggiungere un altro lato, un altro punto di vista alla storia: quello della giovanissima Amaya (che forse riapparirà più avanti). Molto del fascino dello show è dovuto anche all’intensa interpretazione di Milena Smit Márquez, la Ana di Madres Parallelas di Pedro Almodóvar. La giovane attrice già candidata al premio Goya qui lavora per sottrazione, lasciando intendere solo con il suo sguardo tutti i turbamenti e i traumi con cui deve convivere Miren. La ragazza di neve è la storia di un rompicapo che si scioglie molto lentamente, come certe coltri bianche d’inverno. Va solo capito se vorremo davvero guadare alla fine ciò che emergerà una volta che il bianco manto sarà diventato, col tempo, solo un ricordo.

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