Black Lives Matter: Watchmen vince ai Peabody Awards, le parole di Regina King

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Linda Avolio

Watchmen, la serie-capolavoro di HBO andata in onda nel 2019, si è portata a casa un Peabody Award: ecco cos'hanno detto in merito Regina King (protagonista nei panni di Angela Abar/Sister Night) e Damon Lindelof (creatore del fortunato adattamento)

Watchmen, un successo non annunciato ma travolgente

Poco più di due di anni fa venne annunciata la decisione di HBO di realizzare un adattamento dell'acclamata graphic novel Watchmen - opera creata da Alan Moore nel 1986/1987 e disegnata da Dave Gibbons, già adattata per il cinema nel 2009 da Zack Snyder -, e all'epoca gli schieramenti sostanzialmente erano due. Da un parte i pessimisti, cioè i fan della miniserie a fumetti delusi dal film e terrorizzati all'idea di una nuova riscrittura di una storia in sé praticamente perfetta; dall'altra gli ottimisti, cioè i fan della miniserie a fumetti più o meno delusi dal film ma convinti del fatto che una nuova versione, forse più contemporanea, della storia realizzata da Moore potesse essere un'occasione quantomeno interessante.

 

CLICCA QUI: Watchmen, il trailer della serie tv HBO

E' bastato vedere il trailer ufficiale della serie - realizzata da Damon Lindelof, che per HBO aveva già creato quel piccolo capolavoro chiamato The Leftovers - per rendersi conto che lo show non avrebbe avuto poi così tanto in comune con l'opera originale. Watchmen, infatti, più che un adattamento è un reboot fatto e finito, che ha sì preso liberamente spunto dalla graphic novel originaria, ma che poi è cresciuto e si è sviluppato in maniera autonoma.

 

Numerosi, e inevitabili, i riferimenti alla miniserie a fumetti, ma la scrittura di Lindelof è riuscita ad amalgamare sapientemente passato e presente, riportando in scena alcuni personaggi originari - Adrian Veidt, Laurie Blake, il Dr. Manhattan, Hooded Justice (Giustizia Mascherata) - e creandone di nuovi altrettanto affascinanti e, in un modo o nell'altro, collegati alla creatura di Moore e Gibson, garantendo dunque una sorta di continuità nella novità.

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Watchmen, la trama della serie tv

Ma nel corso degli anni molte cose sono cambiate, soprattutto a livello sociale. Se nel 1986/1987 si era ancora in piena Guerra Fredda - un'epoca di grande incertezza e di continuo terrore e paranoia, con un nuovo conflitto mondiale pronto a esplodere da un momento all'altro -, e la minaccia era una minaccia a livello globale, nel presente narrativo della serie il focus si restringe e diventa decisamente più intimo. Certo, c'è sempre il villain di turno intenzionato ad avere il potere totale e a esercitarlo sul mondo intero per questo o quel motivo - la storyline principale, per intenderci - , ma nello show di Lindelof c'è molto di più.

 

Watchmen, infatti, si apre a Tulsa, Oklahoma, precisamente nel 1921, ancora più precisamente nella notte tra il 31 maggio e il 1º giugno, quando gruppi di cittadini bianchi attaccarono brutalmente la comunità afroamericana del quartiere di Greenwood, un evento noto come "Il massacro razziale di Tulsa." Poi c'è un gruppo terroristico che, a livello estetico, ricorda molto il Ku Klux Klan, che peraltro viene ufficialmente nominato e tirato in ballo fin dall'inizio. E poi c'è anche uno splendido episodio dedicato alla genesi di Hooded Justice, Giustizia Mascherata, l'unico supereroe della saga ancora senza un'identità "civile." Non scendiamo nei dettagli per non rovinare la sorpresa a chi non ha ancora visto la serie, ma una cosa la diciamo: la posizione di Watchmen è chiara, anzi, chiarissima, e il suo messaggio oggi, dopo quanto accaduto con l'uccisione di George Floyd, risuona ancora più forte.

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Watchmen, il cast della serie tv

Watchmen, le parole di Regina King e Damon Lindelof dopo aver vinto un Peadoby Award

In data 10 giugno 2020, Watchmen, trasmessa nel 2019 da HBO negli USA e da Sky Atlantic in prima visione per l'Italia, ha vinto un Peabody Award (ndr, Il George Foster Peabody Award è un premio annuale di livello internazionale che premia le eccellenze nelle trasmissioni radiofoniche e televisive). Tra le motivazioni di questo riconoscimento - oltre ovviamente al fatto che ci troviamo di fronte a una serie ottimamente scritta, realizzata e recitata - c'è anche il fatto che, pur senza sapere quello che sarebbe successo nel 2020, Watchmen ha messo in scena tematiche ora di grande rilievo, offrendo "una riflessione onesta e provocatoria sulla violenza a sfondo razziale e sul ruolo delle forze dell'ordine."

 

A causa dell'emergenza legata al coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - I NUMERI ITALIANI: GRAFICHE), la premiazione non è potuta avvenire live durante la consueta cerimonia, ma Damon Lindelof e Regina King hanno comunque registrato dei discorsi di ringraziamento. Il creatore della serie ha ovviamente ringraziato i colleghi che l'hanno aiutato a capire una realtà che lui non ha mai vissuto e che, insieme a lui, hanno contribuito alla realizzazione dello show, e poi ha dichiarato: “Tulsa è stata la base di partenza per una riscrittura di Watchmen, per una nuova origin story, un punto di partenza nato non dalle ceneri dell'esplosione di qualche pianeta remoto, ma dalle ceneri di un posto assolutamente reale che si trova in Oklahoma, un posto che è stato il teatro di un evento accaduto 100 anni fa, ma che è stato cancellato dalla Storia."

 

Queste invece le parole di Regina King, l'interprete della protagonista della serie, Angela Abar/Sister Night (Sorella Notte), attiva da anni sul fronte Black Lives Matter: “Questo show non solo ha contribuito a riportare in primo piano certi discorsi e certi pensieri, ma ha anche rivelato al mondo intero una parte della Storia completamente dimenticata, ha fatto riflettere e, allo stesso tempo, è stato anche un grande momento di intrattenimento."

 

Il dettaglio veramente interessante, però, è questo: i messaggi di Lindelof e King sono stati registrati prima dell'uccisione di Floyd e di tutto ciò che ne è seguito, eppure le loro parole non potrebbero essere più precise e attuali.

 

 

 

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