Caro biglietti, anche Neil Young contro Ticketmaster: "È finita. I bei tempi sono andati"

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Dopo le polemiche sollevate dal frontman dei The Cure Robert Smith, anche il cantautore canadese ha accusato la società di applicare eccessive commissioni ai prezzi dei titoli di accesso ai concerti. Nel frattempo, in Canada si spinge per una class action, mentre in Europa l'Agcom ha comminato una maxi-multa di 12,4 miloni di euro alla società di rivendita Viagogo, che ha offerto un biglietto per il concerto dei Måneskin all’astronomica cifra di 1.182.999 euro

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È finita. I bei tempi sono andati. Ricevo lettere che mi incolpano per biglietti a 3000 dollari per un concerto di beneficenza che sto organizzando. Quel denaro non va a me o in beneficenza. Gli artisti si devono preoccupare dei fan imbrogliati che li incolpano dei sovrapprezzi e degli speculatori di Ticketmaster. I tour non sono più divertenti. I tour non sono più quello che erano”. Dopo la recente polemica sollevata da Robert Smith, frontman dei The Cure, contro il caro biglietti di Ticketmaster, anche Neil Young, 77 anni, si è scagliato contro la società americana, accusata di applicare pesanti commissioni sui prezzi dei titoli di accesso ai concerti. Non è la prima volta che il cantautore canadese esprime il proprio dissenso nei confronti dell’industria della musica contemporanea: nel gennaio 2022 Young aveva rimosso la sua musica da Spotify per protestare contro la presenza del podcast di Joe Rogan sulla piattaforma di streaming, accusata insieme al commentatore televisivo e comico statunitense di “diffondere informazioni false sui vaccini – causando potenzialmente la morte di chi crede nella disinformazione che stanno diffondendo”.

LA PROTESTA DI ROBERT SMITH

In un tweet dello scorso 13 marzo Robert Smith aveva messo in guardia i fan dai prezzi eccessivi dei biglietti dei concerti di Lost World, il tour americano dei The Cure: “Tutti i siti del “mercato secondario” che mostrano biglietti della band a prezzi folli sono una truffa”. Il cantante aveva spiegato che la band inglese aveva scelto il circuito di Ticketmaster per combattere la pratica dello scalping, cioè del bagarinaggio digitale di rivendita dei biglietti a prezzo maggiorato sul mercato secondario, ma aveva rifiutato di partecipare sia al meccanismo del dynamic pricing della società, secondo il quale il prezzo dei biglietti in vendita non è fisso ma varia in base alla domanda, sia allo schema del biglietto di platino per evitare prezzi “istantaneamente e orribilmente distorti dalla vendita”. Dopo la richiesta di spiegazioni sull'applicazione di commissioni aggiuntive “indebitamente alte” che, in molti casi, avevano superato addirittura il prezzo del biglietto, Ticketmaster aveva rimborsato gli acquirenti dei biglietti. “Sono disgustato come tutti voi” aveva scritto Smith. “Ho chiesto come si sono giustificati. Se ottengo qualcosa di coerente come risposta, ve lo farò sapere”. Come riportato dal Guardian, infatti, la band aveva volutamente mantenuto a buon mercato i prezzi dei biglietti, alcuni dei quali erano partiti dal prezzo di 20 dollari. I fan, però, avevano mostrato screenshots con tariffe variabili per le diverse venues, che avevano incluso commissioni di vario genere e che avevano raggiunto cifre ben superiori al costo minimo. Ticketmaster aveva applicato le tariffe nell’ambito del programma Verified Fan che, per ridurre la percentuale dei biglietti sul mercato secondario ed evitare la rivendita da parte dei bagarini, aveva offerto ai fan una vendita anticipata basata sulla verifica degli acquirenti. Come aveva spiegato Smith, "dopo un ulteriore confronto, Tickermaster ha convenuto con noi sul fatto che molte delle commissioni applicate sono indebitamente elevate, e come gesto di buona volontà hanno offerto un rimborso di dieci dollari a biglietto a tutti gli account dei fan verificati per le transazioni con il prezzo del biglietto più basso”, mentre gli acquirenti di biglietti più costosi avevano ricevuto un rimborso di cinque dollari a biglietti per qualsiasi tappa del tour statunitense.

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I PRECEDENTI

Tra i precedenti spiccano le vicende di Taylor Swift e di Bruce Springsteen. Lo scorso novembre i fan di Swift avevano assaltato il sito per assistere al The Eras Tour, ma “a causa delle richieste straordinariamente elevate per i sistemi di biglietteria, che si sono rivelati insufficienti per poter soddisfare la gran mole delle richieste”, la società aveva bloccato le vendite. La popstar aveva definito la situazione “straziante”. A gennaio, il Senato degli Stati Uniti aveva poi tenuto un’audizione per sentire testimonianze sulla vendita dei biglietti, sulla monopolizzazione, sui mercati di rivendita e sull’influenza di Ticketmaster sull’industria della musica live. A febbraio, invece, la community Backstreets, formata dai fan di Springsteen, aveva chiuso dopo 43 anni in segno di protesta contro il costo dei biglietti, che proprio a causa del meccanismo del dynamic pricing avevano raggiunto addirittura picchi di 5000 dollari.

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VIA ALLE AZIONI LEGALI

Come riportato dal Toronto Star un uomo di Montréal, che ha acquistato due biglietti “official platinum” per lo spettacolo di Drake in programma il prossimo 14 luglio al Bell Centre al prezzo di 789,54 dollari ciascuno, ha agito in tribunale contro Ticketmaster, accusata di ingannare "intenzionalmente i consumatori per il proprio guadagno finanziario”. Secondo i legali dell'uomo, infatti, la società avrebbe consapevolmente nascosto l'esistenza di un secondo spettacolo, che dopo essere stato annunciato da Drake ha causato il dimezzamento del prezzo dei posti acquistabili fino a 350 dollari, allo scopo di ottenere maggiori guadagni. Lo studio legale LPC Advocat, che rappresenta l'accusa, intende ora convertire il singolo caso in una class action, che dovrà essere approvata dalla Corte Superiore del Québec, per richiedere un duplice risarcimento: il primo del valore di 300 dollari per ogni cliente che aderirà, il secondo per coprire “la differenza tra i prezzi addebitati per i biglietti “official platinum” e quelli che erano ai loro prezzi normali”.

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UN BIGLIETTO DA UN MILIONE DI EURO

Per arginare le manovre speculative sul rigonfiamento dei prezzi dei biglietti, il 24 marzo l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha multato per 12,24 milioni di euro la società di rivendita Viagogo, che ha violato la legislazione sul contrasto al bagarinaggio online. La società statunitense con sede anche in Svizzera che vende online biglietti per concerti, eventi sportivi e spettacoli ha  addirittura offerto sul “secondary ticketing” un biglietto per un posto in prima fila per il concerto dei Måneskin del 28 aprile all’Arena di Verona all’astronomica cifra di 1.182.999 euro, mentre come ha sottolineato il Presidente del Codacons Carlo Rienzi, "nelle rivendite ufficiali il prezzo massimo di un biglietto era di 86,25 euro”. La pratica di acquistare interi pacchetti di biglietti e di rivenderli sulle piattaforme online, già da tempo al centro dell’attenzione delle autorità, ha recentemente subito la stretta della Commissione Ue in una direttiva recepita anche dall’Italia. Lo stop, tuttavia, è ancora aggirabile. In ogni caso, la maxi-multa comminata dall'Agcom a Viagogo non è la prima: altri procedimenti sanzionatori, rispettivamente del valore di 3,7 milioni di euro nel 2020 e di 23,5 milioni di euro nel 2022, hanno colpito la società che, secondo le indagini, nel 2022 ha venduto o collocato sul sito web titoli di accesso per 68 eventi anche a prezzi superiori di dieci volte rispetto a quelli nominali per spettacoli dal vivo di artisti italiani e internazionali che includono, tra gli altri, Måneskin, Blanco, Renato Zero e Cirque du Soleil, in violazione della normativa di settore. Le multe, però, pur salate, rilvano ben poco per un'azienda che, come emerge dalle risultanze istruttorie dell'Agcom del 2020, "non ha fornito informazioni sulla propria situazione di bilancio" ma che "da notizie di stampa internazionale nel novembre del 2019 ha annunciato l'acquisizione dell'operatore Stubhub al prezzo di 4,05 miliardi di dollari, per creare un player di presenza globale con un giro d'affari consolidato di 15 miliardi di dollari nel 2020". Pertanto, i 12 milioni della maxi-multa possono essere assorbiti senza difficoltà nel bilancio del colosso di rivendita alla voce "rischi d'impresa".

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