Il brano è la fotografia di una crisi nel momento in cui si comprende che è impossibile ricostruire e si può solo cercare a fatica di restare in piedi
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ESCLUSIVO DELLA BAND
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Vicino è il primo estratto da “Due Punti”, il nostro album d’esordio la cui pubblicazione è prevista il 17 marzo 2023 per Santeria Records con distribuzione Audioglobe.
In questa canzone descriviamo il crollo di una certezza che viene a mancare, come un pilastro che si sgretola portando dietro di sé una lunga scia di piccoli pezzi frantumati. Un rapporto su cui contavi e che improvvisamente viene a mancare. E’ la fotografia di una crisi nel momento in cui è ancora impossibile ricostruire e si può solo cercare a fatica di restare in piedi, barcollando, nell’attesa che il crollo si completi
del tutto.
Il racconto delle parole si accompagna ad un’atmosfera musicale onirica e leggera, perché l’ascoltatore abbassi le sue difese e le parole possano così penetrare più nel profondo e colpirne l’attenzione. Il gioco sui contrasti è la cifra stilistica che ha segnato la scrittura dell’intero album e Vicino non sfugge a questo approccio.
Durante la quarantena ci scambiavamo parole, testi e bozze di idee. C'era un testo scritto da Gaia che era nato da un'esperienza molto personale, partorito come uno sfogo più che come una canzone e infatti lei non voleva che lo diventasse. Noi altri eravamo così convinti del valore delle parole e di quello che poteva diventare come canzone, che siamo andati avanti contro il suo parere, fino a quando il risultato finale ha finalmente convinto tutti.
Anche nella realizzazione del video abbiamo voluto accompagnare scene leggere come il salto, che ricorda il gioco e la spensieratezza, ed altre immagini che trasmettono malinconia e raccontano il decadere e la precarietà delle cose. Tutto passa, si trasforma e non è possibile trattenerlo. Di nuovo le immagini si legano
al significato del pezzo attraverso sequenze di oggetti o persone che scompaiono (anche la stessa protagonista del video, alla fine, svanisce). La narrazione si svolge all’interno di una serra, tra le piante che rappresentano allo stesso tempo la forza
della natura e la sua fragilità con la loro dipendenza dalle cure del giardiniere senza le quali sono condannate a sfiorire e appassire. Di nuovo una metafora per rappresentare ciò che accade alle persone e ai loro rapporti. Il tutto è incorniciato dalla fotografia fredda, glaciale del regista Luca Sorgato, che quasi sospende lo
scorrere del tempo con una luce piatta, diffusa e priva di ombre, che rimanda a un immaginario nordico, scandinavo. Il nostro gruppo è nato da un primo incontro tra Antonio Bacchi e Gaia Bargalassi partendo da intenzioni chiare sul disegno finale: unire elettronica e sonorità alt e post rock, completando il tutto con una nota
cantautoriale nei testi, aprendosi a quante più contaminazioni possibili. In seguito si sono uniti anche Edoardo Martini (batteria elettronica e synth) e Fabio Sarti (basso e synth).