La perfetta fusione dei suoni che ci circondano con quelli più sintetici si sublima in questo brano
IL VIDEO E' INTRODOTTO DA UN TESTO ORIGINALE DELL'ARTISTA
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Durante la pandemia mi sono ritrovato da solo a casa a Trieste, con la mia bambina di sei anni. Mia moglie ha continuato a lavorare per tutto il periodo. Per me che sono bassista, la condivisione con altri musicisti è fondamentale, certo anche da solo posso suonare ma non è la stessa cosa, ovviamente posso studiare ma dopo un po’ tendo ad annoiarmi. Ricordo bene l’incertezza e il senso di solitudine di quel periodo e anche la voglia di mantenere la creatività, la necessità di fare qualcosa di artistico, di avere un obbiettivo. A quel punto mi sono ricordato di avere questo software che un caro amico mi aveva consigliato di provare, Ableton Live, e l’ho installato e ho cominciato a trafficarci.
Mi ero occupato di musica elettronica in passato e ho sempre amato il genere da ascoltatore, ma le possibilità creative ora sono enormi e la facilità d’uso di certi software rispetto a dieci quindici anni fa è straordinaria. A quel punto ho iniziato a sperimentare, a improvvisare, a comporre e soprattutto a registrare i suoni che mi circondavano, gli elettrodomestici, le conversazioni con mia figlia e poi, quando si è potuto uscire di casa le onde del mare, i suoni della strada, i bambini che giocano in un cortile, insomma il processo creativo non si è più fermato. Siamo circondati da suoni, e utilizziamo continuamente dei device (telefoni, computer) che hanno un loro suono e possono catturare suoni dalla realtà che ci circonda. Ho iniziato così, molto intuitivamente e con un forte senso di scoperta di avventura, senza un obbiettivo preciso ma con l’entusiasmo e la sensazione di avere trovato un nuovo canale creativo.
Tutto questo mondo sonoro, che è il mondo sonoro attorno a me si è mescolato con i suoni sintetici che il mio computer poteva produrre e spesso l’ho attraversato con il mio basso, come strumento improvvisatore. La cosa che trovo molto affascinante è la possibilità di fare “ingerire” al laptop suoni poco commestibili e vedere come li processi, come li trasformi in suoni “ben temperati” o “segnali midi” con molti errori. Nell’errore c’è l’imprevedibile, l’imprevisto, questo tema mi interessa molto, è some se anche il computer potesse improvvisare, e produrre qualcosa di inaspettato. L’altra cosa che amo molto è il fatto di creare situazioni instabili, con macchine che si influenzino reciprocamente, in modo dinamico e randomico. Dopo un po’ di mesi di lavoro avevo molti pezzi e ho coinvolto, da remoto, una caro amico musicista che vive a New York, Nico Soffiato, a cui ho chiesto di fare da “produttore” selezionare il materiale, tagliare qui e lì, dove serviva e mixare i pezzi. Il risultato è questo lavoro “Onda M”, che è molto personale, quasi un diario sonoro di tanti momenti creativi, e anche l’inizio (spero) di un percorso in una nuova dimensione sonora.