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Emanuele Dabbono: "Con Cerezo faccio pace con i silenzi del passato"

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L'artista ligure, che a breve uscirà con l'album Buona Strada (prodotto da Tiziano Ferro) racconta il suo rapporto col padre attraverso il centrocampista della Sampdoria dello scudetto. L'INTERVISTA

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Toninho Cerezo
 è il celebre centrocampista brasiliano della Sampdoria dello scudetto, Cerezo è una canzone che racchiude l’emozione febbricitante dei tifosi di calcio e che anticipa l'album di Emanuele Dabbono in uscita il 21 ottobre e che si intitola Buona Strada (prodotto da Tiziano Ferro, pubblicato dalla TZN e distribuito da Universal Music Italia). In Cerezo , il cui video è girato allo stadio Luigi Ferraris di Genova, Emanuele descrive i momenti condivisi con suo padre a guardare le partite della Sampdoria, rende omaggio a quegli appuntamenti fissi e intimi, alle parole non dette e all’emozione di un gol all’ultimo minuto. Il brano nasce in 15 minuti, di getto, davanti al cimitero dove riposa il padre dell'artista.

Emanuele perché hai scelto Cerezo come singolo in questo momento e in cosa rappresenta il disco in arrivo il 21 ottobre?

Tutto l'album è costruito intorno a questa canzone che è la più importante di sempre ed è nata quattro anni fa. La ha ascoltata Tiziano Ferro, che è il mio editore, ha percepito il legamo alla provincia, alla gioventù, alla squadra e mi ha annuciato che sarebbe stato il primo singolo e che mi avrebbe prodotto il disco.
Per altro il brano dura 4 minuti, un tempo infinito per la discografia di oggi: sono così anche gli altri brani dell’album?
Ho una libertà anacronistica. L’album avrà 16 canzoni ed è vario. In Via delle Pietà  racconto la mia guerra emotiva personale. La prima traccia dura un minuto e mezzo ed è composta solo di voci tra cui quella di mia figlia. E' identitario: ho spento la radio e sono rimasto fedele alla linea.
In cosa Cerezo rappresenta e racconta il rapporto tra te e tuo padre?
Lui lavorava per l'industria editoriale e a volte arrivano a casa delle copie vuote per errori di sistema e io ci scrivevo sopra, le riempivo. Mi voleva nel mondo delle assicurazioni o in banca mentre io già volevo fare musica e glielo dicevo. Poi stendeva la sciarpa della Sampdoria sul divano e se segnava batteva i pugni sul muro e io, dall'altra parte, capivo che qualcosa era successo e lo raggiungevo. Abbiamo visto le partite spesso in tv e poco allo stadio. Mi diceva quando andrò in pensione me la godrò e non ce ne è stato il tempo.
Dopo avere scritto questa canzone le fragilità hanno trovato il portiere?
L'elaborazione del lutto è durato tantissimo, solo quando dai un nome alle cose significa smettere di avere paura. Io conservo piccole polaroid della mia vita reale. Se invece della paura tiriamoo il filo del coraggio facciamo cosa ben fatta.
Mentire sullo status lavoro dicendo che andava bene anche se non era così quanto ha inciso sull’equilibrio del vostro rapporto?
Mi sono accordo che non avevo la mia bici e non navigavamo nell’oro. Avevo la Graziella di mio fratello e me ne vergognavo. Anni dopo ho scoperto che aveva perso lavoro per mesi. Mio padre era una figura mitologica: di notte leggeva il De Bello Gallico, conosceva nove lingue eppure praticava un lavoro umilissmo. Aveva una passione smodata per cose estranee alla professione. Oggi posso dirti che le mie figlie avranno la possibilità di studiare se lo vorranno.
Nell’album i non detti, i silenzi saranno una presenza costante o sono tutti affidati a Cerezo?
Ce ne sono parecchi a partire da Buona Strada, elenco di sintuazioni rimaste al palo. Anche l'incipit de Le Chiavi all’Ingresso racchiude silenzi. Scrivere, per me, è meglio che cantare.
Come è stato girare il video al Ferraris? C’è un cameo di Cerezo? Ha sentito il pezzo?
La Samp è sata gentilissima. Mi sono detto provo a sentire se si può e Federico Berlinghieri, addetto stampa della squadra, mi ha messo in contatto col custode…ero solo nello stadio, in un tempio sacro svuotato dal misticismo abituale. Nel video ho messo il gol contro il Lecce nella partita dello scudetto e quello segnato a San Siro. Quel video è una voragine che mi dice tanto. E' stata una esperienza surreale anche attraversare il tunnel che porta al campo e poi fermarsi sul dischetto del rigore. So che Lea Cerezo, sua figlia, glielo farà ascoltare. E se viene in Italia con la complicità di Francesca Mantovani cercherò di incontrarlo.
Cosa rappresenta oggi Genova per te?
Sono di Campomorone, la mia vita è stata da un ragazzo di campagna. Dalla Bocchetta con gli amici andavamo a vedere Genova e pareva di vedere le luci di Broadway; poi con la prima patente siamo andati a viverla e ci ho fatto il liceo scientifico. Quello che ci sembrava gigante era piccolo, una Campomorone allargata. Però adesso che vino a Varazze mi manca. E' una città che resiste.
Sil fronte Terrarossa e Clark Kent Phoone Booth ci sono novità? L’attività parallela di scrittore è attiva o in letargo?
Con Clark Kent il tour negli Usa è stato emozionatissimp. Dei Terrarossa c’è con me il chitarrista, Buona Strada è stato suonato come fosse tutto dal vivo, fatto con strumenti reali. Ho scritto un romanzo, se capita lo pubblico, è ambientato in una casa di cura che accoglie tutti i matti del villagio che ho incontrato nella vita.
Il 21 ottobre esce Buona Strada poi che accadrà nella tua agenda fino a Natale?
Ci sono richieste per concerti e io ho una passione springsteeniana per il palco. Poi c'è un impegno a partecipare alla finale dell'edizione 2022 di Genova per Voi mentre con Andrea di Marco al Teatro inventeremo happening al Sipario Strappato di Arenzano..