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Nocta, cerca la pace con Ti Sogno da un po': il video

Musica

Il brano racconta una esperienza personale in cui l'artista si è reso conto di aver sbagliato e ha cercato un modo, attraverso le parole della canzone, per chiedere scusa e mettere da parte l’orgoglio che a volte impedisce di essere lucidi e imparziali

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La mia scrittura è passionale, viscerale; racconta il turbinio di emozioni che convivono

costantemente sia in Giulio che in Nocta: due metà della stessa mela; diverse ma

complementari. Ogni mio brano nasce da un’introspezione, dal voler andare a fondo ai miei sentimenti e anche Ti sogno da un po’ racconta questa urgenza di comunicare emozioni e sensazioni, di cui non riuscirei a liberarmi senza la musica. Il brano è un vero e proprio sfogo che racconta di cosa succede quanto una storia ci rimane

dentro, nella pelle, nel cuore e nei ricordi e non c’è modo di lasciarla andare.
 

In particolare Ti sogno da un po’ parla di una mia esperienza personale in cui mi sono reso conto di aver sbagliato e cercavo un modo, attraverso le parole della canzone, per chiedere scusa e mettere da parte l’orgoglio che a volte ci impedisce di essere lucidi e imparziali. Una volta fatto pace con me stesso e con i miei errori, mi sono accorto di stare bene e che è proprio vero che per stare bene con gli altri, bisogna esserlo prima con se stessi. Trovare il modo di comprendersi è la soluzione per poter guardare avanti.

Il video di Ti sogno da un po’, diretto da Angelo Capozzi, racconta quindi questo viaggio interiore e della volontà di rivendicare la libertà di essere noi stessi. Girare il video ha significato un ulteriore passo in avanti nel liberarmi delle paure, delle

insicurezze, della rabbia che questa storia mi ha lasciato. Questa lotta tra ciò che sentiamo dentro e ciò che vedono gli altri è rappresentato dalla dualità delle immagini, divise tra riprese in esterno e in interno. Le scene in cui mi si vede in una stanza, scura, buia e rossa è proprio il simbolo di quel momento in cui i rimorsi ci rinchiudono, come in una gabbia, come in un rapimento di chi noi siamo e di chi

vogliamo essere. Nelle riprese in esterno, mi muovo libero e questo passaggio invece è la metafora della liberazione dal dolore e dalla voglia di urlare la mia sofferenza; ma al tempo stesso anche di correre verso il futuro e di guardare al futuro. La musica ha sempre fatto parte della mia vita, la vita quotidiana è la mia principale fonte di

ispirazione e amo raccontare le mie origini, l’amore, la famiglia e le amicizie; ma anche le ferite e le sofferenze. Ho fame di fame di musica, ma anche di rivincita e di riscatto: Ti sogno da un po’ e Pelle sono solo un’anticipazione di ciò che sono e presto scoprirete molto di più di me.