Achille Lauro in concerto a Milano, la recensione di "One Night Show". VIDEO

Musica

Paolo Nizza

Al Teatro degli Arcimboldi, l'artista si è esibito in un live irripetibile, accompagnato dall’Orchestra della Magna Grecia. Lauro in diretta ha creato un'opera d'arte NFT attraverso il suo battito cardiaco. Un quadro digitale che sarà messo all’asta, insieme a una serie di altri NFT da collezione legati alle sue canzoni più note e che darà vita a una charity a supporto del reparto di cardiologia infantile del Policlinico San Donato

Come Charles Baudelaire, Achille Lauro ha messo il proprio cuore a nudo. Parimenti al poeta dei Fiori de Male, l’artista si è donato in un diario intimo ed emozionante. Nella cornice milanese del Teatro Arcimboldi, Lauro ha orchestrato, in un crescendo di parole e musica, un viaggio attraverso i brani più celebri del suo repertorio.  Accompagnato dall’Orchestra della Magna Grecia, l’ensemble sinfonico con cui lo scorso settembre si è esibito a Taranto durante il MEDITA Festival, Achille ha davvero regalato visivamente al pubblico un pezzo del suo cuore. Infatti, per la prima volta al mondo, gli spettatori hanno assistito in diretta alla creazione di un’opera NFT unica ed esclusiva che ha riprodotto il battito cardiaco e le emozioni provate dall’artista durante l’esecuzione della canzone 16 marzo, rilevate grazie a sensori e strumentazione hi-tech applicati sul suo corpo durante l’evento. Un vero e proprio quadro digitale unico al mondo che verrà messo all’asta, insieme a una serie di altri NFT da collezione legati alle canzoni più note dell’artista, su Crypto.com, la piattaforma più celebre del settore e che darà vita a una charity a supporto del reparto di cardiologia infantile del Policlinico San Donato. È last, but not least, "One Night Show with Achille Lauro" diventerà un evento streaming su piattaforma digitale, in attesa del tour che lo vedrà protagonista in Italia nel 2022.

Achille Lauro in concerto a Milano con l'Orchestra della Magna Grecia - ©Getty

One Night Show With Achille Lauro

Achille Lauro comincia il viaggio in Cadillac. La canzone tratto dall’album “1969” schiude le porte di questa notte unica e irripetibile. Avvolto da uno scicchissimo smoking rosso, l’artista, tra uno “Yeah” e un “Rapapapà, pa-pà”, ci offre uno spettacolo in cui la ricchezza risulta fascinosamente frugale. Uno show essenziale ed efficace, perché tutti gli effetti e gli affetti speciali sono affidati alla forza e alla magia delle canzoni, impreziosite in maniera esponenziale dal talento inusitato degli orchestrali. D’altronde Friedrich Wilhelm Nietzsche diceva che "grazie alla musica le passioni godono di sé stesse”. Insomma l’Orchestra della Magna Grecia, in abito bianco, diretta dal Maestro Piero Romano,  ça va sans dire in frac, è davvero un valore aggiunto. Tant’è che il secondo brano è Latte+, ovvero l’omaggio estetico di Achille al film Arancia Meccanica diretto da Stanley Kubrick. Perché come ci ha insegnato il drugo Alex: “I cervelluti si affidano all’ispirazione”. Tocca poi a Marilù, un inno alla luna e alla femminilità. All’ombra delle fanciulle in fiore omaggiate da Marcel Proust, lo chansonnier ci trasporta nella Ville Lumiere, a spasso tra Notre Dame e Pigalle. In fondo questa One Night Show with Achille Lauro è una sorta di sussidiario illustrato alla scoperta di un’artista geniale che sfugge a ogni definizione. Forse solo interrogando Penelope, potremmo farci insegnare queste storie irreversibili, in sintesi invisibili. Ma ora è tempo di togliersi la giacca e scatenarsi ballando il Bam Bam Twist. Sul palco non danzano Claudio Santamaria e la moglie Francesca Barra, come nel videoclip e non siamo nemmeno al Jack Rabbit Slim, la compagnia di Uma Thurman e John Travolta, eppure l’entusiasmo è lo stesso. La passione pure. Sicché “Davanti a un jukebox/Tarantino/E con quei bravi ragazzi è delirio/è De Niro”.

 

ROME, ITALY - OCTOBER 19: Achille Lauro attends the red carpet of the movie "Anni Da Cane" during the 19th Alice Nella Città 2021 at  on October 19, 2021 in Rome, Italy. (Photo by Elisabetta Villa/Getty Images)

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Achille Lauro a Milano, un concerto con il cuore

E l’emozione sale. Anche in Lauro. E il momento di 16 marzo. Grazie alle meraviglie della tecnologia sul palco si palesa il cuore dell’artista. Il sentimento si trasfigura in opera d’arte e di bene. Un quadro digitale in NFG che verrà venduto all’asta. I proventi andranno all’ospedale di San Donato, reparto cardiologia infantile. E giustamente il gruppo Le Streghe di Lauro ha distribuito al pubblico un foglio con la scritta “Grazie Lauro” da mostrare finita la canzone. Senza retorica è sempre un bene fare del bene. Si passa, poi, a Pessima, seguita da Solo noi, dedicato a una “generazione sola, senza età, folle, sconsiderata, immorale, senza libertà ma al tempo stesso libera”. Giusto il tempo di ringraziare il pubblico dalla prima all’ultima fila e l’artista ci fa precipitare gioiosamente nell'anno 1969. Si sta sulla Luna, mentre Lauro fa roteare il microfono come una rock star e poi si esibisce in Scusa e Siamo Mon Chéri, siamo Moët Chandon. Ma poter tornare finalmente a esibirsi da vivo, per Achille significa riproporre al pubblico una delle canzoni più importanti della sua carriera, ovvero La Bella e la bestia. E' una delle sequenze più suggestive e toccanti di questo live che assomiglia a un film. Il cantautore si adagia sul palco e quell’angelo dalla gonna che tutti avrebbero voluto tenere vicino a sé pare materializzarsi tra le poltrone dell’Arcimboldi. Non foss’altro perché il cuore batte forte questa sera. Ci avviciniamo al gran finale. E non poteva che essere un medley di Me ne frego e Roll Royce. Per l’occasione Achille si toglie la camicia, la platea canta e balla da seduta. La mascherina protegge dal virus, ma non ferma la passione che si percepisce tra gli spettatori. L’arte ci ha salvato dai giorni tristi e ci ha tenuto da parte un posto. A questo servono i concerti dal vivo. E il bis non poteva che essere C’est la vie, introdotta da una talentuosissima danzatrice. Achille Lauro la canta con un rosa rossa in mano. E si ritorna a Baudelaire con il famoso verso "L'amore non è altro che una rosa, ogni petalo un'illusione, ogni spina una realtà". Ma al netto dello spleen e delle corrispondenze con i poeti maledetti, Achille Lauro è una benedizione per il mondo della musica e non solo.

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