Il brano ha preso forma in momenti differenti della vita dell'artista e nasce come reazione a un episodio che la coinvolgeva in prima persona, come spiega in questo testo esclusivo
I balconi delle case hanno sempre esercitato un enorme fascino per me, trasmettendomi una sensazione familiare e stimolando la mia vena creativa. Poi è arrivato il covid con il primo lockdown e i balconi hanno acquisito nell’immaginario collettivo quel significato che noi tutti conosciamo: una valvola di sfogo verso il mondo esterno, un territorio di ritrovata socialità seppur concepita con una rampa di scale, una facciata di palazzo, un piano di edificio di distanza. Durante il primo lockdown ero a Roma, a casa della mia famiglia, e i balconi delle case alle 18 di quasi ogni giorno diventavano dei piccoli palchi a cielo aperto che ho deciso di far diventare titolo di una mia canzone.
In questo periodo ho scritto buona parte delle strofe di I balconi delle case, brano concepito come secondo singolo di una serie di tre uscite iniziate con Serenità e legate dal rimando più o meno velato al periodo di pandemia. I balconi delle case è una canzone scritta a rate, in momenti differenti della mia vita e come la maggior parte dei miei brani è nata come reazione a un episodio che mi interessava in prima persona e che ho voluto cristallizzare in un testo. Ho scritto parte del ritornello in una sala dell’Apollo, noto locale milanese, nell’attesa di salire sul palco per un sound check. In quel periodo stavo vivendo una storia d’amore che non era una vera e propria storia d’amore: la persona di cui ero innamorata era indecisa sul da farsi perché reputava il nostro amore uno di quegli amori giusti vissuti nel momento sbagliato. Non la pensavo e non la penso allo stesso modo: “vorrei fosse il giorno, l’anno, il tempo giusto in cui di colpo ti fermerai e capirai che l’anno, il tempo, il giorno giusto non esistono ma esistiamo noi” scrivo nel mio brano.
Il video di I balconi delle case è un video live di una sessione acustica realizzata insieme al mio amico chitarrista e producer Paolo Zou, e ripresa dal regista Valerio Casanova. Vivo in una casa di ringhiera a Milano, con balconate che si affacciano sul cortile interno dello stabile. Le pareti del condominio sono rosa antico, le persiane azzurre, il tutto condito con un’infinità di piante e fiori curate dai residenti. Un posto unico che fin dal primo momento mi ha affascinata catturando il mio cuore. Ho deciso di chiedere i permessi a tutti i miei vicini e in un bellissimo pomeriggio di inizio ottobre mi sono esibita in una performance live chitarra e voce da un balcone del terzo piano. In questo video c’è tutto o quasi di quello che mi piace: il mio appartamento in zona Navigli condiviso con la persona che amo, la mia musica, la natura, i suoi colori e una bella giornata di sole.