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Amalfitano canta Maddalena e la sua città delle donne

Musica

Fabrizio Basso

Il brano è una ballad ironica che affonda le sue radici nella quotidianità con tanto rock‘n'roll. L'INTERVISTA all'artista romano ma col cuore sulle Alpi

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Le canzoni di Gabriele Mencacci Amalfitano giocano con il calembour e l’ironia, appropriandosi della migliore tradizione della musica leggera italiana. L’immaginario che descrivono ricorda il primo Antonello Venditti, con una narrativa importante alla Franco Battiato e tutta l’ironia di Ivan Graziani e Rino Gaetano.

Cosa ha detto la tua amica Maddalena quando ha ascoltato il brano che porta il suo nome?

Si è emozionata, non se lo aspettava, ed è rimasta contenta. Ne aveva ricevuto da altri musicisti canzoni ma è la prima volta che ne riceve una col suo nome.
Quali sono le canzoni che fanno schifo?
Quelle che non mi piacciono, direi la metà di quelle che ascolto forse un po’ di più.
Quando dici a una donna ti giuro non è già una mezza ammissione di colpa? Soprattutto se dici che non sei mai stato sincero…
Forse sì ma sono i retaggi culturali del sentirsi sempre in colpa. Io sono super sincero ma nella canzona dico di non esserlo.
Dopo tre bicchieri ti arrivano l’allegria o la tristezza?
Dipende da chi ho davanti ma di solito l'allegria.
Sei sempre al bar, da Ti amo piano bar a Maddalena
Ho passato tanto tempo lì, ora frequento altri posti. Ne arriveranno altre di canzoni al bar.
Il bar è ancora un luogo di aggregazione?
Sono rimasto antico, faccio parte di quella fetta di persone che li frequenta, per me resta un luogo di fascino anche se riconosco che oggi ci si socializza di meno.
Anche Palermo è dedicato a una donna: sono la tua principale fonte di ispirazione?
Sì ma non so quale vince. Palermo è per la mamma di mio figlio ed è pure la prima che ho scritto in italiano. E' anche dedicata a una città che ho scoperto tardi ma ho vissuto tantissimo, per me la più importante dopo Roma.
Ti senti circondato da un esercito di Marylin?
Solo se sto al bar. Quell’esercito non è solo lei, ci sono tutte le mie passioni e i pensieri di quando sono da solo. Sono personaggi difficili da raccontare senza sembrare pesanti. Ma gli amici esistono anche per sopportare la pesantezza. Infatti Marylin è la canzone preferita degli amici più stretti.
Ti piace la popolazione della notte?
Mi piace sempre ma non tutta perché spesso è esagerata e per conoscerla bene ci ho messo anni; spesso è eccessiva e pericolosa per la psiche.
Cosa ti resta dei Joe Victor?
Tutto perché è la band con cui ho scoperto un certo tipo di notte e i concerti, con lei ho coronato il sogno del gruppo rock da pischello, buttarsi dal palco, scrivere quello che ti pare, girare col furgone.
La laurea in filosofia ti è mai servita?
Mi serve ogni giorno ma in realtà non mi è mai servita. Sono uno storico delle religioni. Ripeto non serve lavorativamente ma in realtà è utile tutti i giorni e poi mi ha trasmesso tante passioni, in primis la lettura.
Che estate ti aspetta? Il disco?
Intanto ti dico che aprirò Colapesce e Dimartino a Spoleto. Poi usciranno altri singoli, inizia a prendere forma il disco vero e proprio e spero che esca entro l’anno.