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Yo Yo Mundi, entusiasmano con La Rivoluzione del Battito di Ciglia

Musica

Fabrizio Basso

Ivano A. Antonazzo

E' il diciannovesimo album della band piemontese e segna una svolta stilistica: il titolo è la sintesi precisa di un vero e proprio manifesto della loro poetica e del loro impegno, una frase che esprime due concetti opposti, un vero e proprio ossimoro. L'INTERVISTA

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Rivoluzione è una parola piena di forza ed energia, il battito diciglia è un atto spontaneo e delicato. Uno matrimonio tra opposti che può generare qualcosa di davvero inedito ovvero quella rivoluzione gentile tanto desiderata che potrebbe cambiare le sorti del mondo, nel segno del rispetto e della tutela dell’ambiente, del pianeta, delle differenti culture e dei diritti delle persone e di tutte le specie viventi.  Questo è il doppio binario che unisce le canzoni de La Rivoluzione del battito di Ciglia e che arriva in un preciso momento storico ne quale le persone cercano risposte alle proprie esigenze di felicità e di diritto all’esistenza sostenibile. Gli Yo Yo Mundi sono convinti che sia giunta l’ora di tornare ad atti collettivi fraterni di scambio, baratto, condivisione, unità d’intenti. Ho condiviso il messaggio di questo lavoro intenso, stratificato, un abbraccio vero nella stagione delle distanze con l'anima del gruppo Paolo Archetti Maestri.

Come e quando nasce La Rivoluzione del Battito di Ciglia?
Nasce prima del lockdown (tutto sul coronavirus) perché l’uscita era prevista per il marzo 2020 e già da un anno ci lavoravamo dal punto di vista compositivo. Avere un studio casalingo competitivo, ribattezzato Suoni e Fulmini, ha aiutato. Alcuni sembravano scritti per questo periodo pur nascendo prima. Spaesamento è quasi una visione.
Che valore ha oggi la parola rivoluzione?
Le parole sono scatole, un poeta me lo ha detto e mi piace pensare che ogni parola vada aperta. La scatola della rivoluzione è grande, contiene energia, impeto e voglia di cambiamento. Ha anche forme violente e negative ma non è questo il nostro intento. Oggi non c’è da sovvertire ma da smontare quindi devono essere rivoluzioni gentili consone a smontare le certezze di un sistema basato su consumismo e capitalismo, sulle regole del profitto e dello share che premia chi ha forze economiche da mettere su piatto. So che sono parole antiche. Oggi fanno la rivoluzione i ragazzi di Friday For Future: sono arrivati fino all’Onu chiedendo che futuro ci date e che futuro ci negate.
Cosa accomuna De André, Fenoglio e Pazienza?
L’essere simbolici. Con gli amici ho osato brindare alla felicità e mi hanno guardato con aria interrogativa e allora ho aggiunto ovunque si nasconda. Così è nata l’idea di una canzone che fosse una grande dedica.
Il battito di ciglia può avere la stessa forza del battito delle ali di farfalla: dirompente?
Secondo me, declinandolo con la rivoluzione, è quasi un ossimoro ma è anche uno sposalizio perfetto. Dal punto di vista scientifico chi si occupa di replicare la figura umana non riesce a replicare il battito di ciglia, è impossibile sia tecnicamente che dal punto di vista emozionale. Ha una forza straordinaria anche nella delicatezza e gentilezza da opporre a quello che ci fa scivolare lontano dall’umanità.
Quale è stato il miglior salto alla Fosbury di Yo Yo Mundi?
Terminato il nostro rapporto con Sony/Columbia c'era un ultimo disco da realizzare per onorare l'impegno e proponemmo la sonorizzazione di Sciopero di Ejzenštejn che volevamo fare diventare un disco. Sapevamo che sarebbe stato bocciato, aveva una forza politica notevole, quasi anticipatoria di quello che accadde a Genova nel 2001. E' comunque uscito l'1 maggio 2001 ed è stato un grande successo discografico con oltre duecento concerti molti dei quali all’estero.
Sono insuperabile come un tonno: un calambour oppure ha un valore testuale?
Un gioco di parole per chi si ricorda quando la pubblicità si chiamava reclame. E’ un sorriso.
Mi torna in mente la canzone…ce ne è una che in questo periodo non ti abbandona?
Ho una colonna sonora varia e grande. In questo periodo la più ascoltata è La Storia di Francesco De Gregori.
A quale politico oggi offriresti da bere?
A tutti quelli del mondo ma gli offrirei acqua così potrei raccontargli che quella non ce la possono toccare e non accettiamo che qualche multinazionale possa appropriarsene e farla diventare qualcosa di privato.
Cosa è oggi la casa del popolo?
E’ tutto quello che ci manca. Evoca qualcosa di preciso, il popolo tirato per la giacchetta ma non abbiamo i luoghi. Lo spazio è il vero problema, viviamo un nuovo latifondismo. I giovani vanno a divertirsi dove devono pagare. Mancano gli spazi comuni e un campo da calcio senza  il lucchetto. Ci è stato proposto uno spazio virtuale e poi lo hanno riempito di pubblicità e paletti e ti rubano pure la musica.
Le tortore abbaiano, i cani cantano e l’uomo?
Deve respirare. Aiuta a calmarsi, ad aprire la testa e agevola lo scambio con l’esterno.
Nell’era dei social è ancora possibile cibarsi di desiderio?
Assolutamente. E' il fratello gemello della curiosità, chi non desidera è vicino all'essere cadavere. Il desiderio è nostalgia delle stelle e va al di là del materiale.
La ninna nanna del filo porta in un mondo di bei sogni?
E’ una dedica a tutti i bambini del mondo. Un tempo si piantavano gli alberi quando nasceva un bambino, oggi si piantano per fare soldi col legno o per sfruttare i loro frutti. La ninna nanna è generosità cantata da non genitori, è un albero che si pianta per testimoniare la vita.
La mia lotta fiorirà ha un qualcosa di Bella Ciao: è nelle valli la nuova Resistenza?
E’ nelle comunità che resistono: Campesinos, Chapas, tribù dell’Amazzonia dove vengono portate le malattie per prendere le terre. Anche come suono è il rock folk, il combat folk dei  nostriesordi. Ci sono gli ingredienti che hanno a che fare con altre forme rivoluzionarie: non ci sto a queste condizioni.
Alla fine di questo viaggio hai trovato la felicità, ovunque si nasconda?
Sarebbe troppo facile. No ma ho trovato tante persone che hanno voglia di cercarla con noi e col nostro modo di suonare e vivere in un pensiero collettivo, altro grande assente della nostra epoca.
Come promuoverete La Rivoluzione del battito di Ciglia?
Siamo usciti anche se è stato sconsigliato ed è anti-economico. Chi vive questa chiusura e melanconia deve ritrovare gioia e speranza nelle nostre canzoni. Per tre mesi non lo daremo alle piattaforme per ringraziare chi ci ha sostenuto. Poi speriamo di tornare in concerto. Il prossimo video sarà Il respiro dell’universo. Ci siamo e resistiamo. Crediamo che il bisogno personale venga dopo quello collettivo.