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Benny Benassi, che bella l'Italia con suo...Panorama elettronico

Musica

Fabrizio Basso

La performance all’Arena di Verona è il primo appuntamento di Panorama, format ideato da Benny Benassi e Free Event per portare la musica del dj italiano premiato con due Grammy Awards nei luoghi più rappresentativi e affascinanti del nostro paese: la Torre di Vernazza, venezia e altri che arriveranno. L'INTERVISTA

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Benny Benassi porta l’elettronica dove si è fatta la storia. Non solo della musica ma dell’umanità. Dalla Torre di Vernazza all’Arena di Verona, dai canali di Venezia e non finisce qui. Perché il viaggio nato nel suo eremo di Albinea, vicino a Reggio Emilia, continuerà. In questa estate strana, di assembramenti (il)legali, di situazioni particolari e di distanziamenti il dj emiliano, vincitore di due Grammy Awards, ci allarga il…Panorama: questo è il nome del format da lui ideato insieme a Free Event, società produttrice di eventi e show internazionali, per accompagnare la sua musica nei luoghi più rappresentativi e affascinanti del nostro paese. Panorami naturali o location d’eccezione diventano la scenografia di una narrazione emozionante e suggestiva che ha già trovato numerosi riscontri all’estero. Ne abbiamo parlato al telefono.

Come va nel mondo della musica elettronica?
Lavoriamo per fare uscire dischi ma non hai più una visione. Il fine settimana nelle serate provavo il disco e ora non so come testarlo.
Ci sono però segnali di ripartenza.
La riapertura va fatta con le molle, bisogna ragionarci molto, un conto è un locale tipo il Villa delle Rose di Misano o il Liò di Ibiza dove hanno riveduto gli spazi. Ci sono locali dove ora non c’è pista e non c’è assembramento. Certo va rivisto il concetto di vendita dei biglietti.
I cachet calano?
Anche se ci si orienta sull’abbassamento può valere per gli italiani. Lo straniero solo che di aereo ha un costo. Poi non viene da solo. E non sono ancora entrato sui costi della serata.
Oltreoceano che accade?
I numeri americani mi spaventano. Ci sono città come New York che lo hanno gestito un po' meglio. Io aspetterei ancora un pochino. Riconosco di fare parte di quelli  fortunati che hanno girato il mondo e ora posso stare tranquillo a casa.
Si è rotta la magia?
Un territorio è magico quando tutto funziona se no stenta. Anche chi lavora dietro un palco, e lo monta e smonta, è un appassionato. La musica ha permesso a tanti di trasformare la passione in lavoro. Però mi metto anche nei panni di chi prende le decisioni: a volte anche evitare che si accenda qualche sigaretta nei locali è una impresa.
Pessimista?
Semplicemente fatico a pensare a una pista con 3mila persone che ballano in sicurezza. Ibiza è praticamente chiusa.
Lo streaming?
Ho ragionato un po’ su questa cosa. Mettiamo i Chemical Brothers in un locale con 200 persone che non costituiscono un assembramento, diventa un dj set. Quindi ci sarà un incasso dai biglietti cui aggiungere quelli che assistono online pagando un euro. Si collegano dal giardino.
Tu lo faresti?
Direi di sì. Ho amici che hanno circa 50 anni, in discoteca non vanno ma da casa pagherebbero qualcosa per vedere in azione un deejay della loro giovinezza, tipo Roger Sanchez o Eric Morillo. La rete se la dirigiamo bene funziona, basterebbe un euro o poco più.
Chiudiamo i locali della notte?
Non è la fine della discoteca. Il Tomorrowland quest'anno sarà in streaming: non tutti possono andarci e con un server si può smistare molto traffico.
Eccoci al progetto Panorama.
La registrazione alla Torre di Vernazza è stata presa da un Festival arabo e ha fatto 200/300mila collegamenti. Insomnia Festival totalizza milioni di persone collegate. Bisogna investire ancora di più in questa direzione. E' un po' come le aziende che ora hanno capito il valore dello smart working. Vale anche per altri ambiti: penso alla Formula 1 che in è anche più bella. La scorsa estate chi non avrebbe speso due euro per il concerto di Lorenzo Jovanotti sulle spiagge? Porti la gente nel backstage, parlano i protagonisti, vedi il lavoro oscuro che c'è dietro a un concerto.
Come è nato Panorama?
Dalle dirette da casa, dal mio muro di vinili. Ai ragazzi piaceva, se guardi oltre la musica è importante il ruolo dell'ambiente. Ho pensato a una consolle a Reggio Emilia nella piazza dei Leoni.
La Torre di Vernazza?
Mi sono domandato come la spiego a chi non ci va? Diamo troppo per scontato. Conosco gli americani, ci ho vissuto: quando vedono il passaporto italiano iniziano a dire che bella l'Italia e chiedono consigli. Vorrei fargli vedere i nostri posti, la magia dei castelli di Canossa. Abbiamo fatto l’Arena in una Arena vuota. Mai un deejay aveva osato tanto. Ho montato l'impianto e mi sono fatto accompagnare da Dardust al piano e da Agron Hoti che ha fatto una meraviglia di action painting.
Dopo Vernazza e Verona?
Venezia dove su un barcone classico piazzerò la consolle e girerò lungo i canali. Quasi sicuro Capri con vista sui Faraglioni. Spero nel Teatro di Taormina. Punto sulle Dolomiti, sul lago di Como o un’isola sul Lago Maggiore. Voglio raccontare l’Italia con la musica elettronica.
Verona come è stata?
Mai vista l'Arena vestita solo di sabbia e sassi. Ci siamo portati tutto. Surreale sul tramonto. I droni che riprendevano e uno velocissimo. Tieni presente che ci muoviamo con le nostre forze. Diamo una mano alla ripartenza. Permettimi un ringraziamento speciale a Gianmarco Mazzi.
Ce n'è bisogno.
L'artista può stare fermo e pensare, il problema sono le famiglie di chi lavora con l'artista. Tutti siamo coinvolti. Pensiamo ad alcuni bagni che diventavano piccole discoteche: ora non possono. E chi ha fatto investimenti nei suoi locai e ora è fermo? Bisogna agire.
Discograficamente che fai?
Avremmo anche un album quasi pronto. Su Spotify si cerca sempre continuità coi singoli. Il 13 uscirà altro singolo con CeCe Rogers, un pezzo House. Poi ci sarà un remix di Sofi Tukker.