È online il video ufficiale di Sabato Sera (Sony Music Italia), il nuovo singolo di Peter White in collaborazione con Gemello. Un viaggio con un drone su una Roma sospesa. L'intervista
Roma raccontata dall'alto, da un balcone e attraverso un drone. Con le vetuste antenne a pettine e le parabole che si rincorrono. Peter White ha costruito, insieme a Gemello, un video che è una versione 2.0 di ritorno al futuro. Il brano è Sabato Sera ed è girato nella zona del quartiere Celio. Pietro Bianchi, questo il nome anagrafico, 24 anni, ci porta fuori dalle categorizzazioni e mi racconta, in questa intervista telefonica, perché nel cantautorato si respira libertà.
Lo Chardonnay è una rima o un vino che ti piace?
Sicuramente il suono della parola e l’incastro della metrica ha avuto un suo valore. Va dal super economico al costoso. Prima ho pensato alla sonorità e poi lo ho promosso.
Davvero avresti voluto avere vent’anni negli anni Anni Ottanta?
Mi affascinano i racconti di mio padre. Fare qualche esperienza sarebbe interessante, tipo uscire senza cellulare, l’ebbrezza di un appuntamento e perderlo: quando le racconta lui lì per lì ti arrabbi poi ci sorridi.
Ti senti figlio della tua epoca?
Siamo in un percorso storico che influenza i passaggi e siamo figli di altre generazioni. Vorrei vivere un’epoca un po’ più passata. Ritagliarmi spazio per il mio modo di fare musica.
A cena con Vasco o Guccini?
A cena non rifiuterei nessuno. Forse con Vasco. Ma Guccini è più schivo e forse potrebbe raccontarmi qualcosa di più.
I ricordi sono come i sogni: hai una tecnica per intrappolarli?
Non la ho ancora trovata. Mi ricordo qualche frammento e poi più ci pensi ai ricordi e più diventano sfuocati. Continuerò a cercare la formula.
Cosa hai visto dalla finestra in questo periodo?
Salivo sul terrazzo condominiale con chitarra e birra. Guardavo il quartiere, Ho inquadrato tutti i cani e i rispettivi padroni. Ho osservato con un occhio di riguardo.
Cosa è cambiato da Narghilé a oggi?
Solo la voglia di studiare di più, studiare canto, aumentare la mia preparazione musicale. Ho l'ambizione di creare una musica sincera che arrivi alla gente e segua la mia natura. Forse è cambiato più il team.
In Ombre parli di fondi di caffè: li leggi? Sei un fatalista o il destino si costruisce?
Sono una via di mezzo, non ci credo al cento per cento ma al fondo del caffè cerco di attribuire una forma. Siamo tutti artefici ma ci sono anche le coincidenze. La vita è fatta anche di scelte. L’incontro con Gemello, ad esempio, è stata una coincidenza: lui ha visto la fila per un mio concerto. Ci siamo solo presentati e siamo rimasti in contatto e a settembre, un sabato sera, gli ho mandato tre provini ed è nata la collaborazione.
Perché Peter White?
Una scelta naturale. Alle medie qualcuno mi chiamò così. Una scelta onomatopeica che mi è rimasta appiccata.
Sei come Roma che non dormi mai?
Ci metto abbastanza a dormire, leggo molto e perdo il sonno. Mai mi addormento di botto.
La Roma silenziosa della pandemia (tutto sul coronavirus) ti ha inquietato?
Mi ha colpito una visione diversa della città. In una curva passi dal caos alla dolcezza dei sanpietrini. Una città divisa tra il canto degli uccellini e il rumore.
Che farei in questa estate 2020?
C’è voglia di suonare, trascorri un anno a scrivere e poi vedi la gente che canta e ti senti realizzato. I live un po’ mi spaventano, le cose più belle sono quelle che possono destabilizzare. Anche per poche persone è bello ma come limitare l’ingresso? Farò un lavoro di scrittura ed esercizio per essere degno dello spettacolo che nascerà.